Vlad Țepeș. Sinistro, crudele. Omicida premeditatore. Una cruenta leggenda o una verità agghiacciante?
Il vero e reale sanguinario, passato alla storia come Vlad l’Impalatore. Diventato simbolo del terrore per eccellenza. Il signore del male per antonomasia. Tanta fu la sua spietata e, impenitente condotta, da restare inconsapevolmente, totem del male nei secoli. O forse, la piena coscienza di sè, lo ha portato ad essere ciò che oggi, molti definiscono, come il “visto” ai mali dell’umanità.
Vlad III° Drăculea
Qualcuno, ancora oggi, dice di lui:
“Non pronunciate mai quel nome! Non guardatelo mai negli occhi […] lui è satana in persona!”.
Dicerie a parte, è la storia che ne tesse la gloria, le lodi e la discutibile condotta.
Definito inumano. Un feroce calcolatore. Un barbaro per convenzione. Diventato, nel corso degli eventi, simbolo delle paure più recondite. Una beffa per molti. Una fobica paura per altri, tanto che, attualmente, ne terrorizza i credenti del folklore popolare.
Ed è così, sulla scia di leggende o false verità, che ha inizio la storia legata a DRACULA.
Negli ultimi anni, sulla traccia di fantasiose, spesso romantiche storie, il mito del vampiro diventa forma di ostentazione.
La frenesia e, l’angosciante immagine del mito, sono sfruttate un po’ da chiunque. Soprattutto da fanatici, che venerano il personaggio e l’alone di terrore che ne concerne. Una moda legata a macabri rituali, che spesso, riconducono ad un epilogo infelice. Ovvero, esaltare un personaggio, in un’ideologia, che altri non è che un’esibizione di ostentato squilibrio.
Vlad Țepeș: Il sanguinario più sadico della storia
Dracula, passa alla storia con questo nome. Appare come un individuo psicologicamente contorto. Un uomo che diventa, paradossalmente, anche un eroe nazionale.
ROMANIA
Ci troviamo precisamente in una regione montuosa dei Carpazi, denominata Transilvania.
In questo luogo, le leggende locali (come in molte altre zone del mondo) creano racconti di fantasmi e mostri nativi.
Le storie del terrore, ovunque, sono narrate per lo più per terrorizzare i bambini, quando magari un racconto può servire da insegnamento o come matrice educativa.
Ma il costume di queste zone, da vita a un autentico filone utopico, che si ripete all’infinito nel corso dei secoli. Nasce proprio così la leggenda del nostro “protagonista”.
Ma chi è realmente Vlad Țepeș ?
La sublimazione popolare e spesso, anche l’ignoranza e la semplicità delle persone, crea intorno a questa figura, più di quanto la stessa meriti.
Tutto, insomma, acquisisce un’ulteriore forza, con una prorompente denotazione storica su colui che fu, sostanzialmente, uno dei più temuti e famosi eroi nazionali:
VLAD TEPES detto: Vlad l’impalatore! In rumeno Țepeș = impalatore.
Il Dracula originale, vissuto nel XV sec., apparteneva a un territorio montuoso della Transilvania, chiamato Valacchia.
Osservando uno dei diversi ritratti pervenutici fino ad oggi, notiamo un personaggio dagli occhi grandi, naso aquilino, con grossi baffi e lo sguardo fisso.
Più volte, negli scritti antichi, si ripete che l’imperatore avesse ordinato un ritratto che fosse fedele alla realtà. In parte per una forma di narcisismo. In parte perché la sua stessa figura, dai tratti così marcati, fosse un’ulteriore sinonimo della sua indiscussa autorità. Ma secondo altre fonti, si tratta di una “caricatura” accentratrice, affinché il timore e la ritrosia verso il sovrano, non fossero meno.
TUTTI DOVEVANO TEMERE VLAD!
Nasce nel 1431, Sighişoara. Fu battezzato con il nome di Vlad e in seguito, soprannominato Dracula con riferimento a Dracul (Dragone). In rumeno Vlad III Drăculea.
Il Dragone è l’emblema di famiglia e, stranamente nella loro lingua, (la medesima parola), significa anche “Diavolo”.
Vlad l’impalatore, (secondo di quattro fratelli, nati nella nobile famiglia di Vlad II Dracul), nel 1442 è mandato con suo fratello minore, alla corte del sultano ottomano Murad II. Rappresentavano la garanzia per assicurare al Sultano, che Vlad II avrebbe sostenuto le politiche ottomane.
Proprio in questo periodo, apprende da questi, un brutale metodo di esecuzione:
L’impalatura. Correva l’anno 1448.
Vlad l’impalatore
Questo genere di tortura, consiste nell’infilzare la vittima a un palo di legno (o ferro). Di seguito piantato nel terreno. Una tortura che condanna a morte, dopo un’agonia lenta e atroce, il mal capitato.
I Turchi, non molto tempo dopo, lo incoronarono appena diciottenne, Re della Valacchia. Due mesi dopo, per cause mai accertate, Vlad fugge in un monastero, per ricomparire solo nel ’56. Nello stesso anno, Costantinopoli cade in mano ai Turchi.
Vlad torna al potere, governando per quattro interminabili anni e seminando terrore e sgomento.
Ben presto però, l’impalatore, cominciò a perdere l’appoggio dei suoi stessi sudditi. Stanchi di vivere nella paura della tirannia e dell’eccessiva e disumana crudeltà.
Si riporta in alcune fonti, di un episodio che, ancora oggi, lascia sconcertati. Inspiegabilmente, un giorno, (senza una vera ragione), attaccò una città. Ben 10 MILA persone furono uccise. Mentre tante altre, furono impalate.
Anche se, il massacro più famoso, ci fu nel 1460. In quest’anno, nel giorno di San Bartolomeo, fece impalare in una città della Transilvania circa 30 MILA persone.
Sadismo e giochi di potere politico. Ecco chi è Vlad Dracul. Un uomo la cui fama è fomentata da uno sconsiderato terrore. Vlad il sanguinario. Un uomo senza pietà. Un personaggio che uccide anche senza ragione. Tutte argomentazioni che fanno ridondare il suo nome in tutta Europa.
La paura si propaga. Cresce come il suo potere e le sue folle gesta. Spesso solo di fantasia, ma tante altre tangibili, riportate fedelmente dalla storia.
Tra le tante voci, sulla sua presunta disumanità, si narra anche di un altro episodio
Alcuni emissari, furono puniti con una dimostrazione di spietata superbia. Il motivo? avevano osato tenere il turbante in testa al suo cospetto. In sostanza, ordinò, che i copricapi gli fossero inchiodati sul cranio. Questo per la presunta e, grave mancanza di rispetto; chissà se questa è verità o leggenda.
Aveva già conquistato il Danubio quando, alcuni sudditi, stanchi di quel regno da incubo, falsificarono delle lettere, insinuando una sua diserzione dai turchi.
Ciò portò alla sua cattura, ad opera dal Re di Ungheria, Mattia Corvino. Rimase imprigionato per 12 anni.
L’incarcerazione e la morte
Le fonti, incerte e a volte contraddittorie, parlano di una figura austera. Che si diverte a torturare le sue vittime fino all’inverosimile. Dove finisce la realtà e, inizia la fantasia è quasi impossibile saperlo. Le fonti sono spesso miste a leggende. Ma i dati cronistorici parlano chiaro.
“Chi malauguratamente è perseguitato da Dracula, è bollito vivo, scuoiato, bruciato e mutilato”.
Il suo fascino sinistro e le strane capacità di persuasione cui era dotato, gli permettono durante la prigionia, di far amicizia addirittura con i guardiani. Questi lo rifornivano di topi e altri animali, affinché si divertisse a impalarli in cella.
Anno 1474.Vlad è rilasciato
Due anni dopo, reclama per la terza volta, il trono della Valacchia. Ma, all’età di 45 anni è ucciso in battaglia contro l’esercito Turco. La sua testa fu tagliata e conservata nel miele e, di seguito, inviata al Sultano come trofeo.
Il suo corpo sembra che giaccia in una tomba senza nome. Così, tra leggenda e storia, si diffonde il mito di un uomo – “vampiro” o meno – che la memoria continua a far rivivere. Forse per paura, stupidità o sola superstizione.
Il Culto
Questi aneddoti, più altre leggende, subiscono il contributo del fascino della Romania Orientale.
Un mix di elementi, che non poteva sfuggire a un occhio attento. Così, lo scrittore Bram Stoker nutrito da forte interesse, racconta di lui.
Nella versione romanzata, Dracula diventa eterno. Stoker, ci tramanda una storia in cui fa quasi pieno riferimento al folclore Romeno.
Cita continuamente le vicende apprese nel periodo di studio. Ma parla prettamente anche alla memoria di Țepeș.
In Dracula di Stoker, l’autore nelle eccellenti vesti di narratore, si cala perfettamente nel ruolo. E per rinforzare la tesi, fa approfondire dal British Museum, delle ricerche proprio sulle credenze popolari di questa zona.
Bram Stoker e gli studi sul mito
In collaborazione con Arminius Vambery, un eccellente studioso ungherese, scopre storie strane, spesso singolari.
In conformità a quanto portano alla luce, si riscontrano strane credenze. Indubbiamente influenzate, (per via del periodo) pare anche dalle vicende di Jack lo squartatore.
Si pensava che la debolezza dei moribondi, causata da una mancanza di afflusso sanguigno, potesse essere curata bevendo del sangue. Sangue vivo per intenderci. Tutto ciò, lasciava immaginare che producesse una forza tale, da riportare in vita un morto.
Comunque, sulla stessa falsa riga, secondo la Chiesa ortodossa, chiunque fosse stato scomunicato, era destinato a diventare un “morto vivente” (Moroi). I Moroi restavano tali fino all’assoluzione di un sacerdote.
Queste e altre leggende, terrorizzavano la popolazione locale. Ciò permise a Stoker, di scrivere il suo grande capolavoro.
Da un primo approccio, fa capire di voler rappresentare l’esaltazione di quegli argomenti “fastidiosi” (considerati tabù).
Dracula di Stoker
Probabile che questo, derivi anche dall’età Vittoriana, che ha prodotto una sorta d’inibizione sessuale generale.
Bram Stoker fa riferimento a una sensualità nascosta. Appassionata. In un compenetrarsi di eccessiva violenza, come una celebrazione di erotismo e istinti primordiali.
Certamente è per questo che il Dracula di Stoker non vuole morire. Esattamente come non vuole morire la sua memoria, che nella tradizione è ancora tramandata.
CURIOSITA’
Tra le storie che si legano al personaggio di Dracula, si parla dell’episodio legato a Bela Lugosi.
Nel 1931, fu girato il più famoso film su Vlad l’impalatore. Più conosciuto come Dracula. Guadagnò una fortuna, così pure l’attore che interpretava il principe del male. Bela Lugosi, però appare come un personaggio nevrotico. Spende tutti i soldi guadagnati per liberarsi dall’oppressione della morfina. Muore a 73 anni, nel 1956.
Si di lui, circolano diverse voci. Notizie indiscrete che si legano quasi misticamente a Vlad.
Alcune di queste, sostengono che il ruolo di Dracula gli avesse “dato alla testa”. Ne era letteralmente ossessionato. Ma tra tutte, spunta una curiosità. In punto di morte, chiede di farsi seppellire nelle vesti del protagonista che gli aveva dato notorietà e, impopolarità allo stesso tempo.
Muore realmente avvolto dal mantello di tessuto nero, foderato di satin rosso, che aveva indossato nel ruolo del vampiro.