Secondo le statistiche, la violenza contro le donne durante il lockdown, è scesa, ma non illudiamoci è solo apparenza.
“Buone prassi operative per la migliore tutela delle donne maltrattate e dei loro figli minori”. Questo è quanto stilato nel documento Csm da parte di 11 magistrati, per disporre le migliori condizioni e la corretta prassi da adottare per le vittime di abusi.
Come si è arrivati a tale conclusione? Per quanto ovvio, dalle indagini e dall’aumento delle denunce che in tutta Italia fioccano come cenere dell’Etna.
Al fine di tutelare chi subisce abusi e coloro che indirettamente ne sono coinvolti, nasce un documento che si avvale di linee guida precise; al fine di proteggere, per quanto possibile, le donne e i figli minori in tempo di covid-19. Almeno secondo quanto emanato dal documento.
In base alle indicazioni della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio – da parte di 11 magistrati che si occupano di questo tema – il provvedimento spiega come muoversi nel contesto attuale, dove – milioni di famiglie e, potenziali vittime – vanno regolamentati con “buone prassi operative – si legge – per la migliore tutela delle donne maltrattate e dei loro figli minori“.
Violenza contro le donne: dai centri antiviolenza ai magistrati
Durante la quarantena, le denunce sono calate del 50%, ma questo non è un dato fisso e non è nemmeno incoraggiante.
In primo luogo perché non in tutte le regioni i numeri sono gli stessi. Infatti, stando ai dati in altri luoghi la percentuale sale al 70%. Probabilmente il lockdown ha fomentato – in alcuni casi – ancora di più il terrore o la paura di ripercussioni più dannose che emergono da tale contesto.
Inoltre, dai centri antiviolenza ai magistrati la “tendenza a non denunciare” ha incoraggiato, come già accennato, la risalita su querele e maltrattamenti.
Il CSM, che attribuisce tali episodi al restringimento delle limitazioni di mobilità da coronavirus, è oltretutto convinto che la situazione si sia solo aggravata. Lo dimostra la “difficoltà ad avere punti di riferimento agili per depositare le denunce e le querele urgenti“.
Il quadro preoccupante, ha messo in allerta l’organo di governo che si è mosso per promuovere soluzioni. Sono subentrate le fasi d’indagine, dove procure e Gip si sono mossi a tappeto.
Rilevante è che tutti gli uffici si sono mobilitati per dare importanza e priorità a questo tipo di reato.
Il CSM suggerisce ancora – come si legge – di “favorire modalità che prevedano il diritto del difensore della persona denunciante ad essere informato con tempestività“.
Tra i fattori più gravi riscontrati c’è l’allontanamento da casa; perché spesso la vittima, non sa dove andare a vivere giacché sola e bisognosa di allontanarsi urgentemente dal violento.
Le linee guida, raccomandano udienze delicate e un approccio empatico; con riferimento ai centri antiviolenza e ai Tribunali civili per minorenni, che devono garantire tempestività ed efficienza dei servizi sociali e sicurezza sanitaria.
Se ti senti vittima di un abuso, contatta il NUMERO ANTI VIOLENZA 1522.