ANCONA – Un docufilm per non dimenticare la strage di Corinaldo. Proprio così. Lacrime e ricordi, verità giudiziarie in parte cristallizzate (la condanna in primo in grado dei sei della banda dello spray) e altre ancora da definire (le autorizzazioni per il locale, per le quali la Procura di Ancona ha chiesto in questi giorni una serie di rinvii a giudizio). Perché certe cose vanno ricordate.
Due anni dopo la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, con la morte di cinque adolescenti e di una mamma, schiacciati dalla calca all’uscita del locale, è nato su iniziativa del Cogeu (Comitato Genitori Unitario), il “Manifesto del divertimento in sicurezza”. Decisamente una bella iniziativa. Ma parliamone più nello specifico.
Un docufilm per non dimenticare la strage di Corinaldo
Un docufilm, uscito ieri, racconta come è nato e come si è sviluppato questo vero e proprio patto di “corresponsabilità” tra gestori, genitori e ragazzi. E’ la storia di una rinascita e di una riflessione di un gruppo di adolescenti presenti quella sera, in cui ci furono anche 200 feriti. “Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto” è il titolo del docu, diretto dal regista Tommaso Luzi e fortemente voluto dal Cogeu.
I ragazzi stessi si raccontano, e lo fanno all’interno della discoteca MamaMia di Senigallia. Si parla di cosa è stato fatto da allora, per evitare altre tragedie, mettendo in luce, oltre al ricordo di chi non c’è più, l’atteggiamento positivo e costruttivo delle persone coinvolte che da un’esperienza dolorosa hanno saputo trarre l’opportunità di realizzare una serie di progetti utili alla loro generazione. Il Manifesto è stato redatto con la collaborazione di OneDay e ScuolaZoo. Perché simili drammi non accadano mai più. Siamo rimasti tutti sconvolti da questa brutta pagina di cronaca, e dopo due anni sono ancora tante le cose da chiarire. Attendiamo.