Negli ultimi tempi e, in maggiore crescendo, una delle scoperte più importanti dell’astronomia sta facendo discutere i ricercatori di tutto il mondo: Ton 618 è davvero il buco nero più grande? quanto può espandersi un buco nero?
Un piccolo passo indietro: i buchi neri sono tra gli oggetti più massicci dello spazio, ed é emerso che esiste un limite teorico alle loro dimensioni. Questi, sono oggetti celesti così massicci che nemmeno la luce può sfuggirgli. Dunque, il più grande buco nero mai osservato direttamente, ha una massa confermata: ed è proprio intorno a questo limite. Questo “mostro”, appropriatamente chiamato TON 618, pesa circa 40 miliardi di masse solari. Ha un raggio di oltre 1.000 unità astronomiche (UA), il che significa che se il buco nero é collocato al centro del sistema solare, nel momento in cui si raggiunge Plutone, ci si troverebbe a meno del 5% del percorso dal centro dello stesso al suo bordo.
Ton 618: c’é limite delle sue dimensioni?
TON 618 si trova a circa 18,2 miliardi di anni luce dalla Terra. Nel cielo notturno si trova al confine tra le costellazioni Cani da caccia e la Chioma di Berenice. Gli astronomi l’hanno individuata per la prima volta in un’indagine del 1957, dall’Osservatorio di Tonantzintla in Messico (da qui il nome). Purtroppo, non hanno capito cosa fosse. Inizialmente pensavano che si trattasse di una debole stella blu, ma le osservazioni effettuate un decennio più tardi, rivelarono che questi avevano intravisto un’intensa radiazione proveniente dal materiale che cadeva nel buco nero gigante. In questa sede, avevamo già trattato l’argomento, tuttavia, oggi è possibile annotare qualcosa in più.
TON 618 alimenta un quasar, uno degli oggetti più luminosi dell’intero universo, con la potenza illuminante di 140 trilioni di soli. I quasar traggono la luce dall’energia gravitazionale del buco nero centrale. Il materiale che circonda il buco nero cade al suo interno e, nel farlo, si comprime e si riscalda, rilasciando enormi quantità di radiazioni. Sebbene singoli eventi, come le supernove più potenti, possano brevemente far risaltare i quasar, essi durano solo poche settimane. Al contrario, i quasar possono brillare per milioni di anni.
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Tuttavia, i quasar sono così lontani che appaiono solo come deboli macchie di luce visibile nei telescopi più potenti e gli astronomi li hanno individuati per la prima volta grazie alle loro potenti emissioni radio. Inoltre, sono buchi neri supermassicci che si nutrono e, man mano, diventano enormi grazie alla combinazione di fusioni con altri buchi neri e all’alimentazione costante del materiale circostante. Questo tasso di alimentazione è ciò che stabilisce il limite delle dimensioni di un buco nero. Questi “aspirapolvere cosmici” possono consumare solo una certa quantità di materiale in un determinato periodo di tempo.
Quando il materiale cade all’interno, si riscalda e rilascia radiazioni (creando un quasar), ma tali radiazioni riscaldano il materiale stesso, impedendogli di cadere rapidamente nel buco nero. L’autoregolazione impedisce ai buchi neri di crescere in modo eccessivo. Gli astronomi possono stimare la massa massima di un buco nero prendendo questo tasso di alimentazione e moltiplicandolo per l’età conosciuta dell’universo, ottenendo una massa massima stimata di circa 50 miliardi di masse solari.
Tuttavia, questa è solo una stima. Potrebbero esserci altri modi, più specifici, che permettono di comprendere come questi oggetti supermassicci si formino, come il collasso diretto di grandi ammassi di materia oscura nell’universo primordiale. Quindi: è possibile che ci siano buchi neri ancora più massicci? probabilmente si.