Si possono predire le nascite premature? – Fare delle ipotesi su un parto anticipato, è una sfida sia per lo specialista che per il futuro genitore. Infatti, soprattutto se si ha a che fare con una prima gravdanza, non è semplice.
E’ risaputo che in questi casi specifici, il miglior “indicatore” della nascita precoce è una persona che ha già avuto un parto simile; ma ai fini della ricerca e delle migliorie da apportare a tale procedura, quest’informazione è poco utile. O meglio, può esserlo solo nel caso di seconde gravidanze con caratteristiche simili.
Per le donne alla loro prima gravidanza, è una sfida! per le ostetriche più esperte, è facile dare i migliori consigli; soprattutto in caso di rischi. A tal proposito però, un aiuto arriva da due ricercatori del Baylor College of Medicine e del Texas Children’s Hospital hanno studiato come la genealogia può prevedere il parto prematuro. I loro risultati sono stati pubblicati sull’American Journal of Obstetrics & Gynecology.
“Questo è uno studio retrospettivo di dati prospettici”, ha detto il dottor Kjersti Aagaard, professore di ostetricia e ginecologia al Baylor and Texas Children’s Hospital. “Abbiamo sviluppato una biobanca e un archivio dati chiamato PeriBank, dove abbiamo costantemente posto alle nostre pazienti incinte una serie di domande sulla loro storia familiare. Siamo stati in grado di prendere quei dati dettagliati e di determinare se la storia familiare di quella specifica donna aveva o meno previsto il parto prematuro”.
Si possono predire le nascite premature?
L’Équipe ha raccolto varie informazioni sulla famiglia di una paziente volontaria. In questo modo è stata in grado di rispondere alle domande per quantificare le stime del rischio di parto pretermine sulla base della storia familiare della paziente incinta (genealogia), della sorella o delle sorelle; poi della madre, delle nonne e delle zie e prozie.
I loro risultati hanno mostrato scenari per le donne che hanno partorito in precedenza (multiparo – aggettivo attribuito a donna, che ha partorito più volte o che ha avuto una gravidanza); così come per le donne che non hanno mai partorito (nulliparo – chi non ha mai partorito).
Se una donna nulliparo è nata prematura, il suo rischio relativo di parto è stato di 1,75 volte superiore. Di seguito, se la sorella ha partorito prematuramente, il suo rischio relativo era 2,25 volte maggiore.
Se sua nonna o sua zia partorivano prematuri, non c’era un aumento significativo del rischio. Se è nata prematura una madre multipara senza parto pretermine, il rischio era 1,84 volte maggiore. Tuttavia, se sua sorella, sua nonna o sua zia partorivano prematuri, non c’era un aumento significativo.
“Nel corso degli anni siamo riusciti a raccogliere dati da una popolazione molto ampia di donne incinte che rispecchiano Houston. C’era una notevole diversità per razza, etnia, cultura e status socioeconomico. Questo è stato un punto di forza fondamentale del nostro studio. Con questa ampiezza e profondità di dati che riflettono la diversità di Houston, siamo stati in grado di fare alcune buone domande, che ci hanno dato informazioni davvero importanti sulla ‘ereditabilità’ del rischio”, ha detto Aagaard.
Condivisione di DNA o Codice genetico
“Il team di ricerca ha dimostrato che le nascite pretermine non possono essere pienamente attribuite alla genetica”. Rileva Aagaard.
I membri della famiglia possono condividere il DNA o il codice genetico; ma è più probabile che la stessa generazione di membri della famiglia, condividano diversi fattori sociali o abbiano sperimentato “razzismo sistemico” e pregiudizi.
Questo, è ciò che è stato dimostrato al meglio dalla loro scoperta, significativamente associata al parto pretermine.
Si ritiene che questi indicatori della stessa generazione, riflettano più le comuni esposizioni ambientali o sociali (o una combinazione di una genetica limitata e di esposizioni comuni) che non i legami genetici.
“Sappiamo che per la maggior parte delle donne che partoriscono un bambino pretermine, non possiamo dire che la causa di quel parto pretermine sia stata in tutto o in parte genetica. Piuttosto, questo studio fornisce indizi sottili ma importanti che è più probabile che sia il background familiare condiviso e le sue esposizioni a rendere il rischio,” ha detto Aagaard. “Ci auguriamo che anche gli altri siano consapevoli di queste sottili caratteristiche quando esaminano l’ereditarietà e il rischio”. Rimaniamo impegnati a trovare i veri fattori causali e trainanti sottostanti. Nel frattempo, forniamo per la prima volta alcune stime di rischio affidabili per le mamme alla loro prima nascita prematura e per la loro storia familiare”.