Che aspetto assume il diavolo nel corso dei secoli? Ecco le immagini storiche di Satana che sono più un excursus di come, nell’immaginario collettivo è vista questa figura.
La letteratura, la storia, l’arte, il teatro, il cinema, da secoli scolpiscono la figura dell’angelo caduto, che passa direttamente da essere la creatura più bella creata da Dio, a un essere dalle fattezze quasi umane, con la barba lunga, la pelle rossa come la lava incandescente e le corna di capra. Senza omettere come il suo aspetto, simile a quello di un satiro, lo porta a distinguersi da qualunque altra creatura.
Il Principe delle Tenebre, tuttavia, è stato reinventato molte volte nel corso del tempo. La figura satanica, infatti, oggi è il risultato di secoli che, per credenza, mito e folklore, lo hanno personificato come emblema del male assoluto.
Ad ogni modo, grazie ai dati del passato, oggi è possibile riepilogare i “fatti” che hanno visto questa figura protagonista di diverse opere, pellicole, e così via.
Ecco le immagini storiche di Satana rappresentate nel corso del tempo
Partiamo da un periodo a noi più vicino. Durante il XX secolo, il diavolo ha continuato ad essere reinventato da scrittori e registi, mettendolo sotto le sembianze di misteriosi sconosciuti, uomini d’affari intelligenti e persino bambini, come vediamo nel film horror del 1976 “The Omen“.
Nel romanzo di Michail Bulgakov “Il Maestro e Margherita” (pubblicato per la prima volta nella rivista Moskva, 1966), il diavolo appare come uno straniero intelligente ma riservato, che è accompagnato da un gatto parlante.
Allo stesso modo, nel film del 1987 “Angel Heart“, Robert de Niro interpreta Louis Cyphre (Lucifero), un uomo d’affari ben vestito ma criptico.
Nel 1936, lo scrittore americano Stephen Vincent Benet scrisse “The Devil and Daniel Webster” in cui il personaggio Mr. Scratch (Satana) combatte per il suo diritto all’anima di un uomo in un tribunale.
Nel film del 1997 “L’avvocato del diavolo”, con Keanu Reeves e Al Pacino, quest’ultimo ha interpretato Lucifero come capo di uno studio legale di New York.
Ma anche queste rappresentazioni moderne di Lucifero come avvocato, hanno le loro origini nel Medioevo. In un articolo della rivista la Revue de l’histoire des religions, Karl Shoemaker, uno storico dell’Università del Wisconsin, Madison, ha descritto un dramma giudiziario medievale in cui “il diavolo e il suo consiglio infernale, selezionavano un demone dotto in legge, e lo mandavano alla corte del cielo a far causa per un titolo legale alla razza umana”.
Illustrazione e oltre
Durante il XIX° e l’inizio del XX° secolo, l’immagine del diavolo è stata usata nelle pubblicità e nelle vignette satiriche.
In una vignetta del 1900, questi, viene scacciato da un sostenitore del suffragio femminile. Nell’immagine appare la classica figura con le corna, di colore completamente rosso, con una barba a punta e con un forcone in mano.
La calzamaglia rossa del diavolo ha in realtà origine nelle produzioni teatrali.
Nel 1859, il compositore Charles Gounod adottò per il racconto popolare “Faust“, che aveva anche ispirato la precedente opera di Marlowe, “Dr. Faustus”, in cui il personaggio diabolico di Mefistofele indossa -appunto – un costume rinascimentale, compresa la calzamaglia rossa.
Nel suo libro “A History of Opera: Milestones and Metamorphoses” (Opera Journeys Publishing, 2003), Burton Fisher scrive: “Marcel Journet cantò il Mefistofele di Faust più di mille volte, fornendo l’immagine stereotipata dei personaggi dell’opera come diavoli in calzamaglia rossa”. Diverse interpretazioni di questo abbigliamento teatrale, hanno resistito e rimangono tutt’ora, costumi folkloristici.
Dalla Letteratura al cinema
Molti utenti, oggi, sono abituati a vedere Satana come un uomo bello e distinto. Ad esempio come appare nella serie Netflix del 2016 “Lucifer“. Questo genere d’incarnazione del diavolo, è apparsa per la prima volta nel XVII secolo.
Nel 1667, John Milton pubblicò il suo poema epico “Paradise Lost“, che racconta la storia della cacciata di Satana dal cielo e della sua tentazione verso Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Secondo il libro di Nancy Rosenfield “The Human Satan in Seventeenth-Century Literature” (Ashgate Publishing, Ltd., 2013), Milton mostra Satana come “un eroico leader militare”, che è “il più attraente dei personaggi satanici della letteratura del XVII secolo”.
Nel XVIII e all’inizio del XIX secolo, ci fu un revival di interesse per il “Paradiso Perduto”. L’artista William Blake trovò il personaggio di Satana di Milton così avvincente che produsse diverse illustrazioni per accompagnare una versione del “Paradiso Perduto” in cui, un Satana nudo, è mostrato come una bella figura simile a un dio, con caratteristiche interamente umane.
Nell’Arte
Un chiaro legame primitivo tra Satana e le capre si trova nel mosaico della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo (ITALIA), costruito alla fine del VI secolo. Nel mosaico, l’angelo blu alla sinistra di Gesù sta dietro a tre capre, mentre l’angelo alla destra di Gesù è affiancato da tre pecore.
L’opera rappresenta una parabola di S.Matteo 25:31-46: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con lui, si siederà sul suo trono glorioso. Tutte le popolazioni saranno radunate davanti a lui, ed egli separerà i popoli gli uni dagli altri come un pastore separa le pecore dai capri”.
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Nella storia, il capro è associato a coloro che non entrano in paradiso. Alcuni storici dell’arte, come Alastair Sooke, sostengono che è qui che il diavolo e i suoi seguaci hanno preso le corna.
Altri esperti non sono d’accordo. “La capra, che fino al Medioevo era a malapena legata alla demonologia, ha assunto un nuovo ruolo [intorno a questo periodo]”.
Questo stando alle affermazioni di Marina Montesano*. “Secondo alcuni studiosi, questo nuovo ruolo deriva principalmente dalla sua associazione con i miti nordici. Altri dicono che potrebbe derivare dal dio pagano Pan, mentre lo storico britannico Ronald Hutton pensa che abbia più a che fare con il revival neopagano dei tempi moderni – non medievali.”
Nel suo libro “Il diavolo: La percezione del male dall’antichità al cristianesimo primitivo” (Cornell University Press, 1987), Jeffrey Burton Russell sostiene che il legame tra Satana e la capra deriva dall’associazione del diavolo con le divinità della fertilità degli inferi, che i cristiani rifiutavano come demoni. Insieme ad altre divinità pagane, questi idoli erano particolarmente temuti “a causa della loro associazione con il mondo selvaggio e con la frenesia sessuale”.
Dante
Il poema del XIV secolo “Inferno”, scritto da Dante Alighieri come parte della sua “Divina Commedia“, racconta un viaggio immaginario attraverso i sette cerchi che compongono l’inferno prima che il protagonista si trovi faccia a faccia con Satana stesso. Dante descrive Satana con “due ali possenti, [come si addice a un uccello così grande]; vele di mare non vidi mai così grandi. Non avevano piume, ma come di un pipistrello”. (Canto 34: 49-51).
Secondo Montesano, le ali di Satana potrebbero avere origine nella mitologia babilonese, a causa dell’associazione del diavolo con la figura di Lilith. “Lilith deriva dagli antichi demoni babilonesi Lilitu: Femmine alate che volavano nella notte, seducendo gli uomini e attaccando donne incinte e bambini”.
Dante introduce anche elementi della mitologia greco-romana nel suo tradizionale culto cristiano. Si riferisce al diavolo come “Dis“, che deriva da Dis Pater, il dio romano degli inferi. In “Inferno” Dante scrive: “Così nel più piccolo cerchio, dov’è il punto dell’universo, su cui siede Dis, chi tradisce per sempre è consumato”. (Canto 11:64-65).
Dalla genesi in poi
Nel Libro della Genesi, nell’Antico Testamento, il serpente che tentò Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden è comunemente associato a Satana. Nel testo originale ebraico, però, non viene dato questo nome alla creatura. (Secondo Marina Montesano, gli unici riferimenti a “Satàn” nella Bibbia ebraica significano “avversario”, “ostacolo” o “nemico” e possono riferirsi sia ad antagonisti umani che ad entità soprannaturali). È solo più tardi, nel Nuovo Testamento, che Satana viene indicato esplicitamente come un serpente. Forse è per questo che, serpenti e rettili restano comunemente associati al diavolo.
Nella Bibbia, il libro di Isaia 14:12 recita: “Come sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio del mattino! Come sei stato precipitato a terra, tu indebolisti le nazioni”. Questo è un riferimento diretto a Dio che scaccia Satana dal cielo. “Lucifero, la ‘stella del mattino’ è l’espressione con cui Isaia definisce un futuro re di Babilonia”; continua Montesano. “I padri della chiesa altomedievale, tuttavia, elaborarono la figura di Lucifero ben oltre il testo biblico, facendone l’angelo ribelle e trasformandolo nel paradigma della superbia come peccato capitale.”
La prima rappresentazione suggerita di Satana è in un mosaico del VI secolo, nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna, Italia. L’immagine (sopra) “mostra il diavolo come un etereo angelo blu, ma questo fu abbandonato in favore di un aspetto più demoniaco con tratti animaleschi”, scrive Montesano.
Nel Medioevo
Le rappresentazioni del diavolo, durante il periodo medievale, erano comunemente simili a draghi. Per esempio, si narra di come uno dei primi papi – passato alla storia con il nome di San Silvestro – uccise un drago demoniaco, impressionando un gruppo di sacerdoti pagani e confermando la fede cristiana dell’imperatore romano Costantino.
Tuttavia, mentre le creature mitiche erano spesso associate al diavolo durante il periodo medievale, lo erano anche gli animali reali.
Secondo la British Library, molte rappresentazioni medievali del diavolo hanno caratteristiche animalesche, compresi gli iconici zoccoli, code, artigli e persino mani palmate. A dimostrazione di quanto detto, c’è un’antico manoscritto francese del XIV secolo, chiamato Smithfield Decretals, che mostra illustrazioni sul diavolo con parti del corpo animali e ovviamente descritto come una bestia enorme. Troviamo rappresentazioni di volpi, orsi, leoni e molti altri che hanno connotazioni che possono significare quelle attribuite al diavolo.
* è professoressa ordinario di Storia medievale presso il Dipartimento di civiltà antiche e moderne, Università di Messina.
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