Probabilmente conosciamo tutti i misteriosi dipinti enigmatici dell’artista surrealista René Magritte. Ma chi era l’uomo dietro la mela? E soprattutto quali esperienze inquietanti ma formative hanno portato l’ispirazione creativa che lo ha reso leggendario? Possiamo capirlo ripercorrendo la sua infanzia, nasce a Lessines in Belgio, nel 1898, primogenito di Leopold Magritte, sarto e commerciante di tessuti. Mentre la madre Regina era modista e confezionava cappelli prima di sposarsi. I primi anni di vita del pittore trascorrono sereni e la sua attitudine alla pittura è incoraggiata dalle lezioni di disegno che intraprende nel 1910.
Una sciagura che cambierà la vita di René Magritte
Tuttavia un evento stravolge la quiete familiare nel 1912, quando 12 marzo sua madre si suicida annegandosi nel fiume Sambre. Secondo alcuni racconti Magritte, allora 14enne, è presente al momento del ritrovamento della mamma. Il cui volto fu coperto da un lembo del vestito mentre usciva dall’acqua, un dettaglio che avrebbe dato spunto a molti dei quadri del pittore. Nei quali gli uomini e le donne hanno il volto coperto, talvolta proprio da un brandello di stoffa, come in Gli amanti (1928). Nuove indagini suggeriscono che sia solo una leggenda e che René Magritte non fosse lì quando il corpo della madre è tirato fuori dal fiume. Una cosa però e forse certa, le bombette che invadono i quadri di tutta la sua produzione artistica sono un amaro ricordo indelebile della madre.
La ricerca di una propria identità
Successivamente René si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Bruxelles e nel 1922 sposa Georgette Berger, che aveva conosciuto da bambino nel 1913. Dal dicembre 1920 al settembre 1921, presta servizio nella fanteria belga nella città fiamminga di Beverlo vicino a Leopoldsburg. A seguito diventa grafico specializzato in una industria di carte da parati, finché nel 1923 vede il dipinto Canto d’amore di Giorgio de Chirico. Per l’artista l’opera rappresenta:
“Un taglio netto con le abitudini di artisti prigionieri del talento, dei virtuosi e di tutti i piccoli estetismi consolidati: un nuovo modo di vedere”!
Questo incontro segna un punto di svolta nella carriera di Magritte e l’opera sarà la sua principale fonte di ispirazione per il suo stile surrealista. Costruisce una vera scienza dietro il posizionamento casuale di oggetti familiari che vengono poi resi estranei in una realtà altrimenti normale.
Scongiurare la morte attraverso l’arte
Infatti tutto nel lavoro dell’artista nasce dalla sensazione di certezza che apparteniamo a un universo enigmatico in cui le immagini vengono replicate. Pertanto il suo interesse per uno stesso soggetto potrebbe provenire in parte dalla psicoanalisi freudiana, per la quale la ripetizione è un segno di trauma. Quasi certamente lo shock di una vita segnata dal lutto ha prodotto i soggetti delle opere di Magritte. Come ad esempio bare al posto di esseri umani in Prospettiva 2 il balcone di Manet (1950), dove la morte è una presenza ingombrante. E quale mezzo migliore per rappresentarla ed esorcizzarla se non la pittura? Con il potere del pennello, la magia del colore per raggiungere quella sospirata felicità che, come egli stesso afferma, è arte allo stato puro. Magritte muore di cancro al pancreas il 15 agosto 1967 lasciandoci un’eredità inestimabile profonda ed introspettiva.
by MDL