Roma, 5 febbraio 2021. Sulla gestione delle risorse del Recovery Plan da parte del nuovo Governo interviene la Faisa-Cisal, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari del Traffico
Queste le dichiarazioni del Segretario Generale della Faisa-Cisal, Mauro Mongelli.
“Auspichiamo che il prossimo Governo intervenga in maniera decisa sul sistema trasporti; e, partendo dal Recovery Plan Nazionale, relativamente al Trasporto Pubblico e Ferroviario, colga l’occasione per afferrare un’opportunità di sviluppo per il Paese.
Infatti, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si colga l’occasione di coniugare un non più rinviabile bisogno di rilancio del settore; attraverso una vera riforma, con le ingenti risorse messe a disposizione con il Next Generation UE.
Crediamo che per il settore non sia più differibile una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale ed alla ricerca; uso, diffusione, sostentamento e quindi rilancio del Green Deal.
Un approccio timido, come quello tenuto nei decenni scorsi, in tal senso rischia di rendere poco efficace l’annunciato; ormai da tutti, rinnovamento verde.
Si rende pertanto necessaria una rivoluzione. Confermando e rafforzando il trend avviato che prevede un apporto significativo di risorse per il ringiovanimento del parco mezzi nell’ambito di una programmazione pluriennale.
Certo, a parole si fa presto a cambiare paradigma. Si fa presto a cambiare la fonte di alimentazione. Ma la realtà restituisce uno scenario concreto in cui è contestualmente necessario, ad esempio, riqualificare le aziende secondo una nuova logica industriale e quindi cambiare l’intera filiera produttiva, dalla produzione, alla manutenzione, alla necessità di maggiori spazi, di nuovi depositi ecc.
Recovery Plan: per la Faisa-Cisal “Bisogna puntare sui Trasporti come leva per aumentare ricchezza del Paese”
Inoltre, non si può essere indifferenti ad una evidente e storica disuguaglianza infrastrutturale tra Nord e Sud. Che impone maestosi interventi che puntino a ridurre questo gap affinché si possano offrire le stesse opportunità; ma soprattutto, lo stesso diritto alla mobilità ad ogni cittadino, sia che viaggi su gomma che su ferro.
Oltre a ciò sono essenziali: una logica di mobilità intermodale. Un sistema gradualmente digitalizzato, superamento della frammentazione aziendale. Definizione chiara del quadro normativo del rapporto tra Stato e Regioni e di quali sono i confini delle relative competenze; provando a stabilire sistemi che possano raccordare con omogeneità le scelte di sistema; Clausole Sociali e valorizzazione del fattore lavoro, formazione del Personale, Sicurezza.
Strettamente connesso ai compiti di regolazione, in cui bisogna prestare la massima attenzione ai metodi di affidamento del servizio, vi è il tema della dotazione finanziaria da parte dello Stato; in termini sia quantitativi che di modalità di erogazione che attualmente si intreccia con un sistema di penalizzazione anziché di premialità.
Proprio la crisi indotta dalla pandemia ci induce a ritenere necessarie misure di compensazione che salvaguardino gli equilibri economici del settore; ma serve una dotazione maggiore e reale del Fondo Nazionale Trasporti adeguato a sostenere i livelli di servizio in grado di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. E al contempo a garantire sostegno ai lavoratori del settore”.
di CS.Net.