ROMA – Prorogato il termine delle dichiarazioni di vendemmia. E’ stata spostata al 30 novembre 2020 la data ultima di presentazione delle “Dichiarazioni di vendemmia per la campagna 2020/2021″. Proprio così. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il Ministero delle Politiche agricole. E non è tutto. Il provvedimento, viene precisato,
“si è reso opportuno per accogliere le numerose richieste provenienti dai rappresentanti del mondo produttivo e da alcune Regioni, che segnalano difficoltà operative causate della pandemia da Covid 19 e dai relativi provvedimenti sugli spostamenti delle persone”.
Prorogato il termine delle dichiarazioni di vendemmia
Il differimento non potrà riguardare i produttori che hanno presentato domanda di aiuto per la misura del contenimento volontario della produzione. Ebbene sì. In questo caso, precisa ancora il Mipaaf, il termine del 15 novembre 2020 è stato necessario e propedeutico per la corretta applicazione della misura, in particolare, per il prescritto svolgimento dei controlli. Ma c’è dell’altro. La resa uva/vino quest’anno è leggermente inferiore alla media a causa dell’andamento climatico. Un fenomeno che ha influito sulle piante fin dall’inizio con un minore rigoglio e in alcune varietà anche per dimensione degli acini che sono leggermente al di sotto della media. Tutto vero.
Secondo le stime realizzate da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, la vendemmia 2020 dovrebbe toccare i 47.2 milioni di ettolitri, un dato in calo dell’1% rispetto ai 47,5 dello scorso anno. Ad ogni modo, i dati analitici delle prime uve raccolte erano apparsi confortanti. La scelta di puntare sui vitigni autoctoni, oltre a premiare le aziende sotto il profilo commerciale, è stata vincente perché oggi si potrà avere un’ulteriore soddisfazione dal punto di vista della resistenza alla siccità. Assolutamente. Ci piacciono i vini poco costruiti, sinceri, diretti. L’importante è che siano in grado di raccontare il territorio al quale appartengono, qualsiasi esso sia. Senza dubbio.