L’Ordine lancia il ‘Progetto donne medico’ e incontra gli specialisti accreditati
Progetto donne medico: tornare ad investire sulla professione medica
Il Consiglio dell’Ordine è stato anche occasione di confronto con i rappresentanti degli specialisti accreditati, una categoria costituita da medici che gestiscono strutture private che erogano servizi al SSN – dagli studi radiologici agli odontoiatri, dalla medicina di laboratorio a quella riabilitativa. Il nostro è infatti un sistema sanitario misto, che produce direttamente il 63% delle prestazione e acquista il 37% dal privato.
Nelle regioni che sono in piano di rientro i tetti di spesa imposti alle strutture accreditate sono fermi da 15 anni e fanno riferimento ad un tariffario nazionale svilente per la professione: una visita costa 20,66 euro – meno di un’ora di lavoro di un infermiere – un campo visivo 16,78 euro, una detartrasi 9 euro.
La dignità della professione è minacciata anche da un altro problema portato ieri al tavolo di confronto. Da qualche anno molti centri di medicina accreditati, oberati dai carichi burocratici e amministrativi, vendono a grandi società. Il rischio è di tariffe sempre più basse, un maggiore sfruttamento del lavoro dei medici e di conseguenza meno garanzie per la salute dei pazienti.
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“Le liste di attesa non si risolvono senza gli accreditati. Oggi stiamo pagando conseguenze frutto di scelte non corrette e dobbiamo riscoprire l’orgoglio e la coesione della professione per una riconquistata dignità del nostro lavoro. Come presidente Fnomceo ho lanciato la questione medica perché si tornasse a investire sui medici, su chi ha le competenze all’interno del SSN. – ha dichiarato Anelli – Sul fronte delle SpA in ambito sanitario, abbiamo proposto un emendamento alla legge, per cui le società non possono esercitare la professione odontoiatrica. È un primo passo che punta a consentire solo le società tra professionisti, che hanno obblighi deontologici e rispondono ad un codice etico; mentre le SpA rispondono solo a obiettivi economici. Anche con formule moderne di gestione, la professione deve giocare la propria parte e tornare al centro”.
Ufficio Stampa – Kibrit & Calce
Roberta Franceschetti