Esistono davvero i pianeti con i bulbi oculari, e sono inquietanti come sembrano?
Avete mai sentito parlare di Giove caldo? E sapete di mini-Nettuno o della Super-Terra? E invece dei pianeti Eyeball? Dunque: gli scienziati planetari pensano che esista un tipo di esopianeta che assomiglia in modo inquietante a un gigantesco bulbo oculare, che semplicemente, se ne sta lì, con lo sguardo fisso. Ma in realtà non è così strano come sembra: l’aspetto di questi corpi ha a che fare con il tidal locking (rotazione sincrona).
Le maree si verificano quando un corpo orbitante ruota alla stessa velocità della sua orbita. Ciò significa che ha sempre un lato rivolto verso il corpo orbitante e l’altro verso l’esterno. La Luna, per esempio, è in tidally locked rispetto alla Terra, ecco perché non vediamo mai il suo lato opposto da qui.
La Terra non è agganciata al Sole – ecco perché abbiamo un ciclo giorno/notte – ma sappiamo che ci sono esopianeti che sono agganciati alle loro stelle. Ciò significa che una parte è in perenne giorno e l’altra in perenne notte.
Un lato oscuro e un lato di luce: qual è la teoria dei Pianeti Oculari?
Ciascuno di essi è immerso in condizioni così diverse che il lato diurno potrebbe apparire molto diverso da quello notturno. A seconda della vicinanza del pianeta alla stella, un lato potrebbe essere secco, con tutta l’acqua bruciata dalle radiazioni stellari; ma l’altro lato, nell’oscurità, potrebbe essere un’enorme calotta di ghiaccio che si avvolge intorno, terminando in un anello glaciale. Più o meno così:
Secondo uno studio del 2013 pubblicato sulla rivista Astrobiology, quell’anello potrebbe essere abitabile – in un perenne crepuscolo, con l’acqua dei ghiacciai che si sciolgono e che permettono di creare una regione fertile dove potrebbe crescere la vegetazione. Poi, secondo l’astronomo Sean Raymond, il bulbo oculare è ghiacciato, molto più lontano dal calore della sua stella. Ha ancora una calotta di ghiaccio sul lato notturno. Ma il lato della stella non è la Terra arida e sterile; si tratta invece di un oceano liquido, che potrebbe essere abitabile, come i mari brulicanti della Terra.
“I pianeti a bulbo oculare caldo e a bulbo oculare ghiacciato sono casi estremi, ma è probabile che qualsiasi pianeta legato alla sua stella da un punto di vista tidale abbia un aspetto molto diverso sul lato giorno e sul lato notte”, osserva Raymond.
“Le differenze potrebbero derivare da nubi raggruppate in determinate aree, dalla fusione preferenziale del ghiaccio sul lato diurno o dal congelamento del ghiaccio sul lato notturno, o da una serie di altre possibili fonti. La galassia potrebbe essere disseminata di varietà selvagge di pianeti oculari!”.
Bisogna osservare che l’universo è un posto davvero grande grande, e i bulbi oculari spaziali giganti, non sono certo l’idea più strana in assoluto, e chissà se tutto questo è davvero possibile?