Un vecchio proverbio recita: “anno bisesto anno funesto” (con ovvio riferimento al bisestile); e quando si dice che i vecchi proverbi non sbagliano mai dobbiamo proprio calar la testa e tacere! In effetti questo 2020 ha letteralmente sconvolto la carta geografica, creando uno dei tanti Paradossi Storici, molto più di quanto lo sia stato il decennio precedente.
Non che quanto avvenuto prima, sia stato il “carnevale di Rio”… ma niente avrebbe potuto preparare l’umanità a ciò che si è verificato poi. Ma d’altronde niente, per quanta esperienza tu abbia, ti prepara alla vita.
Il mondo, come lo abbiamo osservato e vissuto in quest’arco di tempo, ci ha mostrato la dissolvenza delle sue convinzioni, delle proprie ideologie. Ciò nonostante, tutto questo si è riversato in una compagine di identità fittizie, forse alimentate dalla paura o forse dall’ignoranza, provocandone una sorta di collasso esistenziale e dando vita a quelle propaggini di discutibile uniformità … supponendo che, nel 2020 ne sia mai esistita una.
In aggiunta, come se ciò non fosse abbastanza, la classe politica (o le correnti politiche) che dominano negli ultimi tempi, si è trovata per la prima volta di fronte ad un problema che non poteva e, non può, essere risolto con un discorso “a buon rendere”.
Paradossi Storici … disturbanti!
Insomma – senza puntare il dito contro qualcuno, dalla pandemia, ai fatti che a catena di montaggio si sono incastrati a regola d’arte in questi lunghi 365 giorni – tutto lascerebbe spiazzato persino Nostradamus!
Anzi: probabilmente lo stesso una “grattatina” se la darebbe! (sdrammatizziamo).
Dai terribili incendi Australiani, dove amaramente si conta la perdita di 500 milioni di animali; alla morte dell’indimenticabile Kobe Bryant. Dalla grave e rapida diffusione del nuovo coronavirus, senza citare asteroidi, vulcani, distacco di un Iceberg grosso quanto l’isola di Malta, che porta il pensiero alle conseguenti variazioni climatiche. Ed ancora alla triste e impunita vicenda di Giulio Regeni o l’incarcerazione del giovane bolognese Patrick Zaky in Egitto, tutto è semplicemente definibile come un anno davvero nero.
Ma il problema vero e proprio è la scissione in una diatriba di ordine o disordine internazionale. A questo punto c’è da chiedersi cosa c’è da aspettarsi ancora? La verità è che nessuno ci ha capito una “mazza” (chiedo perdono per la licenza poetica).
… e la storia?
L’osservazione diretta degli eventi, le svolte radicali e tutto quello che è ancora in atto, sono già periodicamente avvenute nel passato. La storia è da sempre testimonianza di fatti. Meri fatti. E a chiudere il cerchio, sono proprio quelle “svolte” che calano il sipario su un’epoca e l’alzano su un’altra. Ma la storia è passata di moda … e salvo qualche “dotto anonimo”, nessuno la studia più!
Facciamo solo alcuni esempi, partendo dalle origini, come le invasioni barbariche, la scoperta dell’America, o la riforma protestante. Per poi passare alle rivoluzioni, alle guerre, alle pestilenze, alla spagnola e così via! E poi tutti gli eventi drastici che hanno mutato le civiltà e l’animo umano. Ogni cosa, ha imposto alle nuove società prospettive variabili nel modo di pensare. Maggiormente, mutando il processo storico. Nel bene o nel male.
In effetti una visione ottimistica di progresso indefinibile e inarrestabile – che tende verso un costante miglioramento delle condizioni materiali e morali dell’umanità – è stato individuato ed evidenziato nel XXI secolo, come le grandi e profonde contraddizioni all’interno di un interpretazione storico-scientifica, che pongono in nuce come non vi sia connessione tra progresso tecnico-scientifico e progresso morale e civile. In effetti, a ritroso, gli anni 2000 ci han fatto assistere ad una altalenante crisi dell’idea di progresso e di scienza.
Epoca ed evoluzione
La teoria dell’evoluzione, è ricondotta al puro significato scientifico e quest’aspetto riacquista un valore neutro. L’uomo vive in una sorta di “disincanto provvisorio” che investe anche il progresso tecnologico e i rapidi cambiamenti che, nelle condizioni esterne di vita hanno posto l’individuo in una situazione di comfort sconosciuto alle generazioni precedenti.
Questo ha incrementato l’idea dello sviluppo, insieme con la constatazione che il mondo muta… e (forse) nemmeno bene!
In aggiunta è opportuno rilevare che il progresso tecnologico-scientifico, ha portato anche a una situazione di precarietà e, in alcuni casi, un regresso mentale. Soprattutto nell’uso adeguato/inadeguato dei mezzi dell’evoluzione stessa.
Paradossi Storici e Linee di pensiero
La storia dei paesi è sempre stata caratterizzata da una non unificazione e da un’evoluzione di modernizzazione politico-economica stentata e sofferta. Nessuna novità dunque.
A questo aspetto si aggiungono, le “lusinghe” autoritarie – oltre alle carenze dei caratteri nazionali, che sfociano anche in una democrazia inesistente – e i difetti di carattere nazionale come il qualunquismo, la corruzione o il gusto delle persone nell’esaltazione ad andare sempre controcorrente e così via.
L’Italia è un paese cresciuto nell’assimilazione di diverse culture e di diverse correnti di pensiero. Diciamo che non volevamo farci mancare nulla! E tutto questo è ottimo da un punto di vista umano ma, di contro, ha creato molti alibi impensabili e tanti scheletri nell’armadio.
In altre parole: da un lato ha permesso un grande sviluppo e diverse comodità che oggi risultano irrinunciabili. Ma dall’altro ha provocato molto nervosismo generalizzato, sviluppando un problema più ampio.
Gruppi …
Ogni volta che un “gruppo” si forma e si coalizza, rivendicando la sua linea di pensiero contro gli altri – come la dichiarazione dei diritti politico-culturali-civili – diventa sempre più spesso occasione di scontro verso altre diversità, con conseguente esclusione dell’altro. E la cosa più grave è che intacca soprattutto le minoranze; e anche quando ci sono conflitti che non sono evidenti, l’atteggiamento mentale che si coglie è profondamente radicato e negativo.
In tal senso si evince una situazione di grave intolleranza tra poli. Giusta o sbagliata che sia ognuno vuol vivere libero ma negativizzando tutto ciò che lo circonda.
Oggi la giusta rivendicazione dei propri diritti di identità, dovrebbe trovare il suo limite nei diritti altrui; e nel riconoscere che, lo sviluppo, ha creato talvolta condizioni dalle quali è impossibile tornare indietro. In quanto gli effetti sono troppo traumatici. Oppure con situazioni ad effetto retroattivo. Ma anche che in certi casi rimediare ad un errore è simbolo di volontà … e non.
Purtroppo la convivenza non è mai stata facile. Le popolazioni, nel corso degli anni e dei secoli hanno subito troppe oppressioni; quindi, è molto difficile che oggi si accetti quello che viene denominato il “principio di convivenza”.
Per farla breve …
I governi, tutto sommato, si sono adoperati nel limite delle proprie possibilità; ma non è un “favore” dover garantire i principi di equità! soprattutto tra le persone, ma in fatto di azioni il tanto è ancora poco.
Infatti, si è concretizzato il minimo, in qualcosa di reale e quindi di rassicurante per i più deboli; ma anche per la popolazione in generale. Ad ogni modo, considerando (almeno in italia) misure e aiuti adottate; o le liberazioni di alcuni connazionali, possiamo dire che del positivo è stato fatto.
Forse, gli eventi devono – o avrebbero dovuto – darci come esempio che il pessimismo deve concedere il passo all’ottimismo … (tipica frase da social! … me la canto e me la suono).
Ma certe terribili conseguenze, ci insegnano che nessun popolo per quanto piccolo, si da per vinto di fronte alle proprie caratteristiche culturali sociali e religiose. Forse, la concezione di continuità tra storia passata e presente dipende dal modello di valore scelto come misura. Si spera che il 2021 lasci adottare, a livello globale, una linea di condotta quanto più vicina ad un’idea di civile convivenza.
Paradossi Storici? “Ai posteri l’ardua sentenza” [cit.]
Paradossi Storici