Nella piccola cittadina francese di Hauterives sorge come un miraggio un singolare edificio composto interamente da pietre: palazzo Cheval. Considerato uno straordinario esempio di Art Brut, ossia arte grezza, ha ispirato artisti per più di un secolo. Oggi è incluso nell’elenco dei monumenti storici della Francia nel 1969, grazie ad André Malraux, primo segretario degli affari culturali del paese. Cosa lo rende così speciale? Probabilmente la sua storia, che potrebbe benissimo cominciare come una fiaba con: c’era una volta un postino di nome Ferdinand Cheval.
Come nasce l’idea di palazzo Cheval
Nato il 19 aprile 1836 a Charmes-sur-l’Herbasse, Ferdinand cresce in una famiglia modesta di contadini. Dai 6 ai 12 anni si dedica allo studio e successivamente non ha la possibilità di approfondire gli studi. A 20 anni segue un apprendistato presso un fornaio a Valence e nel 1858 sposa Rosalie Revol. Poi diventa portalettere presso Hauterives e la sua vita prende una svolta inattesa il 19 aprile 1879. Durante le consegne inciampa su una pietra, colpito dalla sua forma bizzarra la mette in tasca. Quell’ostacolo gli riporta alla mente un sogno, dare forma alle sue fantasie e creare da solo un edificio ideale. Proprio con quel sasso comincia l’edificazione di Palazzo Cheval, al quale l’uomo dedicherà 33 anni. Dopo lunghe giornate trascorse a consegnare missive il postino trasporta i sassi, raccolti durante il giorno, nell’orto di casa per trasformarli in figure ultraterrene.
La realizzazione del monumento
Da artista autodidatta, senza conoscenze architettoniche, lavora al progetto di sera. Trae estro dall’ambiente che lo circonda, delle cartoline e dalla rivista Magasin Pittoresque, che narra racconti di viaggi all’estero. Comincia dalla facciata est, dove raffigura la sorgente della vita vegliata da leoni e un cane. Prosegue edificando la grotta di Sant’Amedeo, Socrate, un tempio egizio e tre giganti: Cesare, Archimede e Vercingetorige. Schernito dai concittadini è contrariamente incoraggiato a proseguire l’opera dai turisti stranieri che visitano il monumento sin dal 1905. L’apice della creatività la raggiunge nella facciata nord, qui Cheval fa coesistere stili di tutte le culture e religioni. C’è una moschea accanto a un tempio indù, uno chalet svizzero, la Maison carrée di Algeri e un castello medievale. E infine serpenti, cervi, pellicani, fenici, il Minotauro, tutti sotto lo sguardo di Adamo ed Eva.
Il messaggio dell’opera
Nel 1912 il palazzo ideale è concluso, su una delle sue pareti, Cheval incastona una targa che ricorda la sua missione:
“Con questa roccia, volevo dimostrare cosa può ottenere la forza di volontà”!
Resta un ultimo interrogativo. Cosa vuole simboleggiare la comunione di tutti questi elementi? Probabilmente l’intento del postino è quello di dare una visione universalista del mondo, un messaggio di apertura e tolleranza. Il suo progetto è stato ben accolto dalla comunità artistica, surrealisti come André Breton, Valentine Hugo e Max Ernst lo definirono un’opera d’arte unica. Le fotografie del palazzo furono esposte al Museum of Modern Art di New York nel 1936, un anno dopo Picasso gli dedicherà dodici disegni. Ferdinand Cheval ha anche ispirato Niki de Saint-Phalle per la creazione di sculture esoteriche nel Giardino dei Tarocchi a Capalbio in Toscana.
by MDL