Entrando nella misteriosa città di Mohenjo Daro rimaniamo subito sorpresi da rovine che rivelano prove sorprendenti di una cultura avanzata. Un popolo che in tempi remotissimi già conosce e utilizza la tecnologia e costruisce edifici unici per il mondo antico. E allora perché questa civiltà è svanita? Come e da chi queste straordinarie persone hanno acquisito la conoscenza di una tecnica così sofisticata?
Nuove scoperte su Harappa-Mohenjo Daro
Oggi è una città in rovina, un tempo importante centro urbano della cultura Harappa o della civiltà dell’Indo. Fiorisce sulle rive dei fiumi Indus e Saraswati, intorno al 3000 a.C., attuale Pakistan. Gli scavi del 1920-22 confermano l’esistenza di una civilizzazione sconosciuta sede di una delle più antiche popolazioni altamente avanzate del mondo. La raffinatezza delle infrastrutture relative all’approvvigionamento idrico e ai sistemi di smaltimento sono assolutamente unici, come i manufatti e le reliquie. In base alle scoperte e a tutto l’insieme di invenzioni più avanti rispetto al loro tempo, non si spiega perché Mohenjo Daro è stata abbandonata. Si intuisce subito che l’abitato è un centro di commercio e fabbricazione costruito su due giganteschi tumuli artificiali. Un tumulo superiore, la cosiddetta cittadella o acropoli, che si affacciava sul tumulo inferiore considerato residenziale con centinaia di case e un sistema di strade.
Una catastrofe immediata e brutale
Cosa ha distrutto questa popolazione è un enigma, gli scienziati hanno ipotizzato in maniera sorprendente la teoria di una esplosione nucleare o qualcosa di simile. Infatti Davneport e Vincenti, due ricercatori al seguito delle spedizioni negli anni Venti, hanno trovato ampi strati di vetro verde. Esattamente quello che si forma quando terreno e sabbia si fondono a temperature altissime e si raffreddano ed induriscono subito dopo una esplosione nucleare. Un fatto sbalorditivo è che analisi moderne hanno portato alla luce anche l’epicentro della supposta esplosione dove gli edifici si sono disintegrati fino alle fondamenta. In questa area hanno trovato dedine e decine di scheletri con un livello di radioattività che supera il livello normale di 50 volte. Per queste condizioni uniche al mondo è anche definita l’Hiroshima dell’Antichità e riporta alla mente anche il disastro di Chernobyl.
Arcani della storia
Il Mahabharata è il testo indiano per antonomasia con caratteristiche che lo rendono il poema epico più imponente dell’intera letteratura mondiale. In uno dei suoi capitoli parla di un guscio che frigge fuoco senza generare fumo, quando questo guscio tocca il terreno l’oscurità copre il cielo. E poi continua con una descrizione apocalittica che lascia atterriti:
“Uragani e tempeste rasarono al suolo la città, un orribile esplosione bruciò migliaia di animali e persone in cenere. Contadini, uomini di città e guerrieri per giorni cercano di pulire, grazie all’aiuto del fiume, le polveri velenose”!
Stando ai contenuti del libro la Terra del passato è teatro di una guerra tra fazioni avverse di popolazioni non terrestri. Certamente sono teorie fantasiose ma non cambia il fatto che Mohenjo Daro rappresenta ancora un enigma e la scrittura di questo popolo è tuttora indecifrabile.