All’inizio doveva essere Mimì Bertè, poi invece la voce è diventata quella di Mia Martini. Una delle interpreti più intense nella storia della musica italiana, la cui vita prende una parabola inattesa che la porta alla prematura scomparsa.
Mimì sarà Mia Martini
Tanti i nomi trovati per questa cantante eccelsa, ma solo uno è decisivo per la sua carriera. A ribattezzarla è Alberigo Crocetta, il creatore del Piper, che la scopre al locale gemello aperto a Viareggio. Il cognome lo dà lui, Martini, perché è la parola italiana più conosciuta in America dopo pizza e spaghetti. Mia lo sceglie lei, in omaggio alla sua attrice preferita Mia Farrow. Tuttavia arriva il primo colpo basso del destino: nell’agosto del ’69, in Sardegna, viene arrestata per possesso di hashish. Da questo momento la sua vita artistica è costellata da una serie impressionante di successi e catastrofi. Dal 1971-1973 diventa in poco tempo la numero uno, la ragazza rivoluzionaria che guarda a Janis Joplin e a Jim Morrison. Ma il destino riserva qualcosa che getta un’ombra nera sulla sua carriera, due musicisti della band che l’accompagnano in tournée muoiono in un incidente d’auto.
La superstizione
Dopo questo avvenimento si accumulano aneddoti sinistri e spesso di fantasia che diventano prove a carico della strega. È una sorta di processo che non prevede assoluzioni. Lei, Mia, all’inizio ci scherza su, ma non c’è niente da fare. La persecuzione dura più di dieci anni, ci sono trasmissioni tv che la rifiutano, girano perfide battute. A poco contano le affermazioni e i riconoscimenti che ottiene, ad esempio la collaborazione (1977-78) con Aznavour. Isolata, maledetta, nel 1983 smette di cantare e decide di scomparire fino al 1989 quando torna a Sanremo, con Almeno tu nell’universo:
“Come un diamante in mezzo al cuore”!
Torna con una voce nuova e sembra che la maledizione è spezzata. Regala nei pochi anni che le restano una serie di capolavori: Gli uomini non cambiano, La nevicata del ’56, il duetto con Roberto Murolo Cu’mme. Ma ancora una volta la sorte le è nemica.
Morte di una stella
Tuttavia il suo equilibrio è ormai incrinato e niente riesce più a riparare l’immenso male che le è stato inferto. Il 14 maggio del 1995 muore nel suo appartamento a Cardano al Campo, e Mia non esiste più. La sua voce umana ha sempre cercato le parole per raccontare il dolore che l’ha schiacciata. Tutto ciò che resta è il ricordo di quella bambina che ascolta le canzoni alla radio e trova nella loro melodia una magia. Un incanto che la trascina a cantare con gli occhi chiusi nella sua cameretta. Domenica Rita Adriana Bertè è una donna dai tanti nomi e dai molti dolori che vuole essere chiamata con un solo nome:
“Chiamatemi Mimì, per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri”!
Mimì sarà. La musica che gira intorno, 1994.