One Gallery riapre le sue porte espositive con la retrospettiva “Mantovanelli – PITTORE E SCENOGRAFO VENETO A L’AQUILA (1951-1981)”.
Per celebrare, a cento anni dalla nascita, l’arte di un grande artista della seconda metà del Novecento Vernissage 5 agosto ore 17:30
L’Aquila 30 luglio 2021. Neanche i tanti rinvii provocati dal Covid-19 sono riusciti a spegnere gli entusiasmi e a frenare le iniziative della One Gallery. Infatti, giovedì 5 agosto alle ore 17:30 riapre le sue porte a L’Aquila – Via Roma 67 con l’inaugurazione della retrospettiva “MANTOVANELLI – PITTORE E SCENOGRAFO VENETO A L’AQUILA (1951-1981)”.
La mostra, inizialmente programmata per il 24 Novembre 2020, è curata dal critico d’arte Antonio Gasbarrini; su impulso del figlio dell’artista Maurizio Mantovanelli e della famiglia. Il pittore e scenografo veneto Angiolo Mantovanelli, scomparso nel capoluogo abruzzese il 29 ottobre del 1981, fu molto legato alla città. Vi si trasferì nel 1951, partecipando poi alle più importanti rassegne d’arte regionali e nazionali.
Le sue straordinarie opere sul versante pittorico. La documentazione grafica e documentale su quello di scenografo del Teatro Stabile dell’Aquila, sono visibili anche nel catalogo edito dalla One Group Edizioni, in cui viene approfonditamente ricostruita la figura dell’artista grazie ai testi del compianto critico e storico dell’arte Enrico Crispolti; dello scrittore e drammaturgo Errico Centofanti e del critico d’arte e saggista Antonio Gasbarrini. Una mostra dall’alto pregio storicizzante, a cui hanno dato il Patrocinio il Comune dell’Aquila, il TSA – Teatro Stabile d’Abruzzo e l’Accademia di Belle Arti.
Mantovanelli: un’autentica lezione di stile
«L’arte e la cultura sono settori che oggi soffrono in modo particolare la crisi pandemica in atto»; dichiara Francesca Pompa di One Group, preposta alla direzione della galleria.
«Adotta una mostra” è il sistema che abbiamo individuato per stabilire le giuste connessioni tra il mondo produttivo e quello artistico, nella concreta prospettiva di una nuova modalità di fare “branding-art”».
Sostenere l’arte era ed è tutt’oggi un gesto filantropico che alimenta il motore creativo del nostro Paese. Ne danno testimonianza, in questa occasione, lo Studio Durantini Bontempo (Main Sponsor della mostra); Allianz Agenzia Abruzzo 1 di Gabriele De Angelis. Il Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea “Angelus Novus” e L’AQUILA Made In che a vario titolo hanno dato il loro fattivo apporto.
Con la retrospettiva dell’artista Angiolo Mantovanelli One Gallery prosegue la strada intrapresa un anno fa – nei suoi locali architettonicamente caratterizzati, ubicati in pieno centro storico – avendo all’attivo già alcune mostre importanti. Un nuovo spazio aperto, quindi, dedicato esclusivamente ad iniziative culturali di qualità, con particolare riferimento al dinamico settore delle arti visive. La retrospettiva, sprigionante arte e bellezza, entrambe da accarezzare con un complice sguardo, rimarrà aperta dal 5 agosto al 6 settembre ed è visitabile, con ingresso libero, dal martedì al sabato dalle ore 16:00 alle ore 20:00.
Francesca Pompa
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Senza la determinante attività del “Gruppo Artisti Aquilani”, sorto nella città capoluogo a stretto ridosso della disfatta nazi-fascista, la rigenerazione dell’intera comunità civica non avrebbe mai assunto quei tratti di emancipatrice effervescenza che subito la contraddistinsero nell’asfittico panorama culturale post-dittatoriale regionale ed italiano. Si deve, infatti, ai pittori e scultori qui attivi (Amleto Cencioni, Pio Iorio, Fulvio Muzi ed altri ancora) o fortemente legati al territorio come Remo Brindisi, se le Arti Visive faranno da traino all’intero rinnovamento verificatosi a livello istituzionale con la nascita dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto d’Arte o negli altri settori musicali e teatrali, con il varo, rispettivamente, della Società Aquilana dei Concerti e del Teatro Stabile dell’Aquila.
È in tale vitale contesto che va incorniciata la fertile vicenda umana ed artistica del veneto Angiolo Mantovanelli; giovane trentunenne approdato a L’Aquila nel 1951, il quale qui opererà fino al suo estremo saluto dato nel 1981.
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Si deve unicamente ai suoi più stretti famigliari, la moglie Anna Maria Bruno e il figlio Maurizio, se questa sua retrospettiva alla neo-nata One Gallery ha preso corpo nel Centenario della sua nascita, grazie anche alla disponibilità di alcuni sensibili collezionisti che hanno messo a disposizione le opere esposte. Opere ripercorrenti i tratti essenziali della sua poetica, indagata, anche se marginalmente a causa del mancato reperimento di adeguati documenti d’archivio; nei suoi risvolti meno conosciuti di direttore del laboratorio di scenografia e scenografo in prima persona nella epocale rappresentazione teatrale L’avventura di Maria di Italo Svevo al Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 1966; prodotta dal Teatro Stabile dell’Aquila (TSA, ora Teatro Stabile d’Abruzzo).
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Sicché, con la mediazione estetica della sua alta figura artistica, sarà possibile ripercorrere la magica stagione culturale di quell’irripetibile trentennio; grazie anche agli apporti testuali del compianto critico Enrico Crispolti – “inventore” delle mitiche Alternative Attuali degli anni Sessanta; tenute negli impareggiabili spazi del Castello Cinquecentesco tuttora inagibile a causa dei danni inferti dal sisma di oltre dodici anni fa – dello scrivente e di Errico Centofanti per quanto attiene il versante scenografico.
Un’autentica lezione di stile, questa iniziativa. Tenuta grazie al corale apporto dei privati cittadini che l’hanno resa possibile; a fronte della totale assenza Istituzionale d’una municipalità che quasi mai ha saputo tutelare ed onorare la memoria dei suoi artisti migliori con adeguate storicizzazioni editoriali e museali; e, questo catalogo, ne è la vivida testimonianza.
Pur se contenuta nel numero delle opere esposte, la retrospettiva “Angiolo Mantovanelli pittore e scenografo ne ‘La magnifica citade’ (1951-1981)” documenta sufficientemente l’instancabile ricerca, non solo formale-linguistica, d’un artista ch’era sempre stato in sintonia con le problematiche estetiche del proprio tempo nonché con i sussulti emotivi generati da sanguinarie guerre come quella vietnamita ed i dirompenti moti del ‘68 o da conquiste scientifiche e tecnologiche come l’allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin o la scoperta del vaccino antipoliomielite da parte di Sabin.
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E, se i visionari collages cronachistici degli anni Sessanta faranno da contrappunto alle nature morte e paesaggi dall’impianto materico informale del decennio precedente, sarà il forte richiamo d’una “pittura-pittura colta” assorbita prevalentemente nella giovinezza vissuta in terra veronese, ad affinare sia il registro espressivo che tematico ispirato ai vari Pisanello, Piero della Francesca, Rembrandt.
Sfociato nel 1978 nella mostra personale “Omaggio a Le Corbusier” tenuta a L’Aquila nella interdisciplinare quanto battagliera “Officina Culturale 77” (da me diretta); attiva negli spazi della tipografia gestita dall’indimenticabile Claudio Del Romano.
In questo straordinario ciclo, che costituirà un po’ la pietra di paragone degli ultimi dipinti, protagonista indiscussa sarà una metafisica donna-manichino erotizzata, d’ascendenza botticelliana. Colta, da Mantovanelli, quasi sempre di sorpresa, in questa o quella sua dinamizzata movenza corporale riconquistata grazie alla rottura delle ingessanti, costrittive fasce della millenaria, perdurante, prevaricazione maschilista.
ANGIOLO MANTOVANELLI
Nasce a Trevenzuolo (Verona) il 24 novembre 1920. Conseguita la Maturità artistica, si iscrive nel 1941 all’Accademia di Belle Arti di Bologna (sezione scenografia), ma dopo alcuni mesi deve abbandonare gli studi a causa della chiamata alle armi.
Nel 1946 si iscrive all’Accademia di Brera a Milano (sezione scenografia); contemporaneamente inizia una collaborazione con alcuni scenografi (tra i quali Pino Casarini e Antonio Avena) per l’allestimento di spettacoli lirici all’Arena di Verona e di prosa al Teatro Romano della stessa città. In questi stessi anni illustra testi per l’editore Paravia e partecipa con buoni risultati a vari concorsi nazionali di cartellonistica e scenografia.
Nel 1951 si trasferisce all’Aquila per insegnare disegno negli Istituti di Istruzione media dove ottiene la cattedra e rimane fino al 1955; per poi passare ad insegnare disegno e storia dell’arte negli Istituti Medi superiori. Tra questi Istituto Magistrale prima e Liceo Scientifico poi, dove rimane fino al 1981. Nello stesso anno, il 1951, partecipa per la prima volta all’Aquila ad una mostra di pittura esponendo cinque opere.
Dal 1953 svolge un’intensa attività nella cartellonistica e scenografia fino al 1956; vincendo l’anno precedente il concorso per la realizzazione del manifesto per il I Convegno della gioventù abruzzese-molisana. Nello stesso 1953 realizza la scenografia per lo spettacolo del balletto Chledek di Vienna esibitosi all’Aquila e successiva-mente per gli spettacoli “Cecè” e “Sogno” di Luigi Pirandello.
Nel novembre 1955 riceve l’incarico di istituire la Scuola d’Arte all’Aquila; accoglie l’invito e gli viene affidata la direzione. Nel 1956 dà inizio ad un’intensa attività in campo pittorico.
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Attività che non avrebbe mai più abbandonato; d’ora in poi lavora alacremente producendo numerosissime opere, partecipando nel contempo alle principali Rassegne abruzzesi (Mostra Regionale di Arti Figurative dell’Abruzzo e Molise, Premio Michetti, Premio Avezzano). Negli anni successivi è presente nelle più importanti Rassegne nazionali; significativa l’ammissione con due opere all’VIII Quadriennale Nazionele d’Arte di Roma del ‘59. Partecipa alla Quadriennale d’arte Paesaggio dell’Autostrada del Sole di Roma (1961) ed è presente alle Rassegne internazionali Alternative Attuali aquilane del ‘65 e ‘68.
Nel 1964 riprende l’attività di sceno-grafo, interrotta nel 1956. Inizia una collaborazione con il Teatro Stabile dell’Aquila in qualità di Direttore del laboratorio di Scenografia e curando la realizzazione di molti spettacoli allestiti nelle stagioni dal 1964 al 1967. Nel 1966 disegna le scene dello spettacolo «L’Avventura di Maria» di Italo Svevo; presentato in quell’anno in prima mondiale al Festival dei Due Mondi di Spoleto dal Teatro Stabile dell’Aquila.
Interrotta definitivamente l’attività di scenografo, continua la produzione in campo pittorico; partecipa alla Mostra d’Arte d’avanguardia Co/Incidenze di Massafra nel 1969 e porta a termine sei personali dal 1969 al 1978; tra queste una di grafica, (con 12 disegni ispirati al «Dio Kurt» di Alberto Moravia) presentata al Piccolo Teatro di Milano e al Teatro Quirino di Roma.
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È del ‘78 l’ultima personale «Omaggio a Le Corbusier», allestita all’Aquila dietro invito degli amici di Officina Culturale ‘77. In questo stesso anno partecipa al I Premio Marsica di Arte Sacra e alla Mostra «Omaggio a quattro abruzzesi» tenutasi a Teramo. Nel 1980 consegue il 2° Premio al XVI Premio Nazionale di Pittura Valle Roveto; e il 2° Premio alla I Mostra Nazionale di Pittura di Viterbo. L’ultima sua partecipazione è dell’agosto 1981 quando, già sofferente per la malattia che lo ha inaspettatamente colpito, gli viene attribuita la tela d’oro «Teofilo Patini» alla Rassegna di pittura, disegno e grafica di S. Demetrio ne’ Vestini.
In un momento di intensa produzione artistica; con molti schemi e idee ancora da sviluppare, ma lavorando sempre intorno al tema dominante della sua ricerca, muore all’Aquila il 29 ottobre 1981.