A Limbiate, nel cuore della Brianza è custodito un enorme edificio, cioè l’ex Istituto di Cura Antonini, a tutti noto come il Manicomio di Mombello. Un luogo spettrale di disperazione e sofferenza che racconta storie di persone, dei loro pensieri e delle loro ossessioni. Ma qual è la storia del più grande ospedale psichiatrico d’Italia?
Le vicende storiche del manicomio di Mombello
La villa si trova all’interno dell’enorme complesso di villa Pusterla-Crivelli, costruita nel XIV secolo. Nel 1754 Stefano Gaetano Crivelli la trasforma in una lussuosa dimora, ed è in questo periodo che l’edificio ospita personaggi illustri. Come ad esempio Napoleone Bonaparte che, durante la campagna d’Italia, fa costruire un vero labirinto sotto l’edificio. Si tratta di chilometri di tunnel all’apparenza simili, tuttavia nascosta in questo intricato groviglio di cunicoli, c’è una galleria occultata dietro un finto pannello. È probabilmente il passaggio segreto, voluto dallo stesso Napoleone, per garantirsi una via di fuga in caso di pericolo. Abbandonata a inizio Ottocento il Comune di Milano la converte in ospedale psichiatrico nel 1863, e comincia così la storia del manicomio. Già dall’apertura le condizioni disumane di sovraffollamento sono tragiche, per più di mille degenti sono presenti solo 6 medici.
Racconti di crimini e fantasmi
L’allora direttore Giuseppe Antonini, si impegnò nella costruzione di nuovi padiglioni e di migliorare le condizioni sanitarie del complesso. Alcuni aneddoti che riguardano questa tetra costituzione risalgono all’epoca fascista, qui infatti si consumò un delitto politico. Il protagonista é il figlio illegittimo di Benito Mussolini, Benito Albino avuto dalla relazione extraconiugale con Ida Dalser. Il figlio del duce, venne fatto internare nel manicomio e morì all’età di 26 anni, nel 1942 per malnutrizione. Alla fine nel 1978 la legge Basaglia impose la chiusura dei manicomi, così Mombello subì diversi cambiamenti per poi essere chiuso definitivamente nel 1999. Ed è quello che vediamo oggi, un posto dove luci ed ombre scivolano sulle pareti, come spiriti inquieti. Infatti, nei sotterranei del manicomio a fine marzo 2015, è stata scattata una foto che ritrae (si dice) una “presenza demoniaca”.
Un itinerario suggestivo
Verità o leggenda, girando per i vari padiglioni, in un silenzio tombale, si ha quasi la sensazione di essere osservati. Le pareti trasudano di quel tormento e di quei soprusi di cui furono vittima molti dei pazienti. Uno stato totale di angoscia pervade chiunque lo visiti. Questo posto è, infatti, meta di tanti curiosi, dove la realtà e l’immaginario si intrecciano con la storia. Offrendo uno scorcio di quella Italia misteriosa probabilmente ancora da svelare.