Recuperato dal fiume Po il martello usato per colpire a morte Ambra Pregnolato, la maestra uccisa barbaramente a Valenza.
Maestra uccisa: colpevole di aver detto basta
I carabinieri del Comando provinciale di Alessandria hanno risolto in poche ore il caso della maestra uccisa di Valenza. Ambra Pregnolato ha aperto la porta al suo assassino, Michele Venturelli suo amante da un anno. La mattina del 24 gennaio l’uomo, ospite del padre e della sorella in una casa vicina a quella della maestra, va a casa della vittima. L’intenzione è di convincere Ambra a proseguire la relazione, in realtà la vittima ha cambiato idea, non vuole più andare a vivere con l’amante. Questo fa perdere la testa a Michele Venturelli che colpisce la donna con un martello che porta nello zaino. Il marito della donna ritrova la moglie nel salotto, con la testa sfondata, colpevole di aver detto:
“Basta”!
Venturelli è stato ritrovato ferito vicino a un ponte, sui binari della ferrovia. Inoltre ha cercato di uccidersi sconvolto per il delitto di cui si è macchiato.
Ritrovata l’arma del delitto
I carabinieri del Comando provinciale di Alessandria hanno ritrovato l’arma con cui Ambra Pregnolato è stata uccisa venerdì nella sua abitazione di Valenza. Si tratta infatti di un martello, un arnese per aggiustare le biciclette, che l’assassino ha gettato in un’ansa del Po. Oltre a questo i militari hanno ricostruito ogni fase del delitto e la successiva disperazione dell’uomo che ora si trova in ospedale ricoverato in prognosi riservata. Interrogato l’assassino ha confessato il delitto spiegando il movente. Il ministro biellese Lucia Azzolina ha espresso tutta la sua vicinanza alla famiglia della vittima in questo momento di disperazione. In particolare ministro ha affidato il suo messaggio in un post di facebook:
“La violenza di questa storia è tristemente nota. Ed ha a che fare con la sopraffazione e col possesso”.