Lucian Freud è probabilmente uno dei più significativi pittori dell’era contemporanea. C’è chi ritiene che per per questo artista è stata una sfortuna nascere all’ombra di Sigmund. Effettivamente pur essendo una personalità di altissimo livello continua a rimanere il nipote del padre della psicanalisi. E, anche se Lucian il nonno l’ha conosciuto appena, è forse innegabile che fra i due esiste un importante patrimonio comune. Infatti, questo legame è visibile nelle sue opere, che mostrano soggetti raffigurati con una grande capacità di penetrazione psicologica e riescono a restituire all’osservatore quei sentimenti forti e quasi palpabili che possiamo rivivere ripercorrendo la sua vita.
Il percorso solitario di Lucian Freud
Lucian Freud nasce a Berlino nel 1922, in una famiglia ebrea, suo padre intuisce, nel 1933, che l’ascesa di Hitler significa la fine di un’era. Allora fugge a Londra, seguito – molto più tardi, solo nel 1938 – dal grande Sigmund. Lucian inizia il suo isolato percorso di vita sempre ai margini della società inglese; dapprima pessimo studente, poi cattivo soldato, ed infine pittore celebre. Nel 1954 ha, infatti, l’invito alla XXVII Biennale di Venezia, dove si contende la palma dei più grandi della Gran Bretagna con Francis Bacon. Proprio l’incontro con quest’ultimo è determinante per Freud che farà tesoro della lezione del collega. Il risultato è una pittura realistica e introspettiva, quasi spietata e carnale, perché come lo stesso artista spiega:
“Per scuoterci, la pittura non deve limitarsi a ricordarci la vita, ma deve acquisire una vita propria, in modo da rispecchiarla”.
L’interprete dell’uomo contemporaneo
Questa scossa Lucian, la contraccambia attraverso i suoi quadri che, se li osserviamo bene, restituiscono probabilmente quella triste realtà universale: la malinconia. E quindi tutto si traduce in soggetti con pose innaturali, corpi opulenti o emaciati segnati dal tempo che scorre e dai pensieri che divorano. L’artista riesce a rendere persino la giovane e bellissima Kate Moss – super modella e sua amica – un essere fragile, distante anni luce dal Fashion. Un mondo che non gli appartiene perché per tutta la vita resta lontano dal mondo dei lustrini. Spirito irrequieto, ma artista sicuro della sua arte e della sua capacità, muore nel 2011 ma ci lascia una eredità immensa. Un patrimonio che racconta di lui ma anche di tutti noi, che ogni giorno, dietro una maschera sfacciata, nascondiamo quella tristezza sognante. Quello sguardo disincantato e impotente sullo scorrere del tempo che non possiamo fermare.
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