I farmaci che limitano il sistema immunitario iperattivo potrebbero aiutare a curare il Lupus. Ciò rappresenterebbe la svolta che in tanti aspettavano.
La Svolta: come i farmaci aiuterebbero a curare il Lupus
Un farmaco che blocca il sistema immunitario iperattivo del corpo, potrebbe essere la chiave per il trattamento del lupus.
Questo sarebbe solo il secondo nuovo farmaco, per la condizione autoimmune, in 60 anni.
Circa 5 milioni di persone in tutto il mondo, sono affette da Lupus; una condizione che provoca l’attacco del sistema immunitario a carico di organi sani.
Il LES (lupus eritematoso sistemico), provoca eruzioni cutanee, dolori articolari e muscolari, affaticamento e morte precoce.
Non esiste una cura e i medici spesso fanno affidamento sulle terapie degli anni ’50 per curare i sintomi.
Eric Morand, della Monash University, in Australia, dichiara come questa condizione, sia “ferma” a metodi arcaici.
In seguito aggiunge come una persona su 10 – con diagnosi di malattia, in genere giovani donne – morirà entro un decennio dalla diagnosi.
In base ad una serie di test eseguiti in laboratorio, sembra che il Lupus sia collegato alla produzione di troppe molecole chiamate interferoni di tipo 1.
Questi, sono coinvolti nella regolazione del sistema immunitario del corpo.
Ciò ha spinto Morand e i suoi colleghi a studiare gli effetti di Anifrolumab (un anticorpo monoclonale progettato per il trattamento del lupus eritematoso sistemico), che si lega ai recettori dell’interferone di tipo 1. Impedendo così alla molecola di sovrastimolare il sistema immunitario. Il farmaco sembra aver prodotto ottimi risultati.
I Test
Hanno assegnato casualmente, a 362 persone con sintomi di lupus il Farmaco.
Sono presi in esame pazienti che presentavano sintomi da moderati a gravi; per ricevere, ovviamente, un’iniezione di 300 milligrammi di Anifrolumab, (o di placebo), ogni quattro settimane per quasi un anno.
Il punto di riferimento per il successo, era da riscontrare su tutti gli organi di un partecipante; partendo dai segni della malattia all’inizio, via via in netto miglioramento.
Nella fattispecie, se nello studio i sintomi miglioravano e non c’erano riacutizzazioni nel corso dell’anno.
Hanno scoperto che il 48% dei partecipanti che assumevano il farmaco, ha ottenuto questo risultato; rispetto al 32% che ha assunto il placebo. Da qui la svolta e le ipotesi correlate.
Inoltre, il 52% di coloro che assumevano steroidi per la condizione erano in grado di ridurre la dose. Rispetto al 30% nel gruppo di controllo.
Questo è importante perché gli steroidi hanno comunemente effetti collaterali come aumento di peso, osteoporosi, fragilità della pelle e infezioni.
“Nei pazienti con lupus c’è un’ulteriore complicazione”. Afferma Morand. “Con un uso a lungo termine, gli effetti dannosi del lupus stesso sembrano essere amplificati dall’esposizione agli steroidi. Quindi è una vera spada a doppio taglio.”
In Aggiunta
Sean O’Neill presso l’Università di Sydney in Australia afferma che gli esiti sono “un grande risultato per una malattia che ha un disperato bisogno di progressi”.
Tuttavia, ci sono ancora effetti collaterali negativi di Anifrolumab da superare.
Il farmaco era associato ad un aumento delle infezioni del tratto respiratorio superiore; come il raffreddore comune, e l’herpes zoster, noto anche come fuoco di Sant’Antonio.
Una persona che assumeva il farmaco è morta di polmonite.
Il ruolo dell’interferone nel sistema immunitario è principalmente quello di difendersi dai virus; quindi questi effetti sono attesi da un farmaco che blocca il funzionamento delle proteine, afferma Morand.
Sperano che la vaccinazione delle persone contro l’herpes zoster, ad esempio, contribuirà a ridurre questi rischi.