La storia inquietante di “Pogo il Clown”

La storia inquietante di “Pogo il Clown”

Chi era “Pogo il Clown”? e perché oggi il suo nome viene ricordato con orrore e riprovazione? La storia inquietante di un giovane dell’Illinos diventato un truce serial killer.

Quando pensiamo a un clown, la prima cosa che ci viene in mente è un’espressione buffa, iconica, che accompagna da sempre questo personaggio circense. Tuttavia, alla fantomatica figura del pagliaccio, si legano spesso storie agghiaccianti che, hanno modificato, nell’immaginario collettivo, la figura di questo intrattenitore, che oggi da molti è considerato piuttosto un elemento disturbante che non divertente.

Quella che raccontiamo è una storia vera, reale, ma davvero strana. Una storia che tutto sommato ha dei risvolti tristi con un epilogo altrettanto infelice che non lascia spazio a personali interpretazioni. Non permette alle ipotesi, o ai dubbi di farsi strada. Tutto, si riduce ad attimi di vita che si mescolano con un aspetto rovinoso che supera di gran lunga la fantasia contorta della mente umana.  Un racconto nel racconto, dove il torbido s’incrocia con la profonda inquietudine umana e con quelli che sono gli aspetti patologici di individui le cui azioni spesso risultano inspiegabili.

La storia inquietante di una carriera in ascesa

La vicenda di John Wayne Gacy si potrebbe definire come un logorio intenso e costante, portato dall’infausta follia umana. Una follia dilaniante, che consuma dall’interno e che troppo spesso, si svolge sotto gli occhi di molti a cavallo tra chi sa e fa finta di non sapere e chi ignora del tutto con chi ha a che fare.

Una storia di paura, che riguarda il clown più famoso d’America, passato alla storia perché si lega indissolubilmente, a uno dei serial killer più efferati. Un caso di cronaca dunque, che di misterioso ha ben poco, tranne l’orrore che tutt’oggi suscita nell’animo umano, per via delle azioni macabre e oscure compiute da questo sinistro individuo.

La storia inquietante di “Pogo il Clown”

Non sempre siamo ciò che sembriamo

La storia ci ha abituati a vedere i clown come personaggi simpatici, comici, artisti da palcoscenico. Persone divertenti che fanno dell’ironia virtù e amano far sorridere grandi e piccini. Tuttavia sempre la storia rimarca e cavalca, evidenziando come spesso non è tutt’oro ciò che è luce e che, dietro una maschera, si nasconde un soggetto patofobico, che non indossa un costume per portare allegria … no, decisamente no! Spesso, sono figure tutt’altro che comiche, poiché occultano un animo sanguinario e convulso che ha ben poca attinenza con un mondo di fiabe e di sogni … e questo probabilmente John Wayne Gacy – nel suo delirio personale – ne era consapevolmente a conoscenza.

Animatore di feste per bambini, indossava maschera e abiti da clown per donare felicità, ma ripulendo l’apparenza della normalità dove eseguiva, di volta in volta, il suo numero gonfiando palloncini e inscenando comicità – veniva fuori uno strato torbido, un animo bieco. Chi poteva mai sospettare di qualcuno il cui unico scopo nella vita era di portare brio e serenità?

Ci troviamo a Chicago nell’Illinois. John Wayne Gacy nasce il 17 marzo del 1942. La sua vita, apparentemente normale sembra scorrere come quella di un qualunque adolescente. Eppure, quell’adolescente eclissava dentro di sé una storia di violenze, abusi e vessazioni. Ma procediamo per gradi. A soli 18 anni inizia ad interessarsi alla politica, lavorando come assistente nel Partito Democratico del suo quartiere.

La storia inquietante di un volto rispettabile …

Successivamente dopo essere diventato membro dello stesso partito, si candida alle elezioni comunali, diventato figura di rilievo amata ed apprezzata da molti. In quegli anni, riuscì a laurearsi anche in economia e commercio, e non passò molto tempo quando iniziò a lavorare come direttore di un negozio di scarpe a Springfield.

Tutto normale direte voi … una vita così noiosa e … frustrante! da indurlo, ben presto all’errore. Le sue repressioni e, di conseguenza, le sue inquietudini erano come una vocina interna, quella voce che a tamburo battente si ripete all’infinito in un loop mentale dal quale, ben presto, non fu più in grado di sottrarsi.

Nel 1964, per desiderio o per un’inconscia parvenza di normalità forse per sfuggire alle “sue voci” o per incoscienza, sposò Marlynn Myers, conosciuta solo nove mesi prima. Tutto sommato, era un uomo “modello” e doveva a tutti i costi mantenere la sua figura di onesto cittadino. Diventare un buon marito e un buon padre di famiglia … non era forse il sogno di tutti? Probabilmente, la paura di non essere accettato dalla società e il terrore conseguente al poter essere ripudiato, lo spinse verso questa direzione. Malgrado ciò, quando l’istinto è diverso da quello che ci si aspetta da te, inevitabilmente si finisce per incorrere in uno scontro intrinseco, dove a volte, le emozioni forti, designano inevitabilmente la propria fine.

Il padre di Marlynn era un imprenditore molto ricco, noto e proprietario di diversi ristoranti. Offrì al giovane Gacy diverse proposte lavorative. Era il 1966 quando John iniziò a dirigere tre ristoranti fast food a Waterloo, nello Stato dell’Iowa. Si trasferì con la moglie si rivelò ben presto un ottimo dirigente e diventò anche una figura di spicco nella comunità di Waterloo.

L’accusa di violenza sessuale

Però, come volevasi dimostrare, il lato oscuro di John Wayne Gacy inizio a farsi strada. Nonostante cercò in tutti i modi di tenere nascosto quello che era il suo aspetto più intricato, non ci riuscì e iniziò a comportarsi sempre più stranamente.

Si sa, purtroppo, che più si tenta di nascondere la propria natura, più prepotentemente quest’aspetto spinge per venire a galla. In quel periodo, ebbe la sua prima esperienza omosessuale con un giovane collega di lavoro. Poi nel 1968, durante la primavera, fu accusato di molestie sessuali da un adolescente di nome Mark Miller.

Quest’evento cambierà completamente la vita del giovane con una condanna a 10 anni di carcere che, nondimeno, a soli 2 anni di reclusione (1970) si concluse. Fu rilasciato il 18 giugno, per buona condotta (essendo un carcerato modello).

Gacy era rimasto solo. La moglie a seguito della condanna, l’aveva lasciato. Attraversò un periodo di forte depressione dalla quale sembrò non volersi riprendere. Questo fino a quando, gli fu offerto un lavoro come chef presso un ristorante. Da qui in poi la vita di John Wayne Gacy sembrò riprendere il suo normale corso.

Malauguratamente, quando l’animo di un essere umano è sconvolto da uno stillicidio mentale e, in qualche modo il già precario equilibrio è turbato da un susseguirsi di eventi, la facciata s’incrina e cade.

I primi delitti

Nel 1972, sposò Carole Hoff, una donna divorziata con 2 figli a carico. Gacy, in un tentativo estremo di riscattarsi dal suo passato, mise in piedi un’impresa commerciale, dove assunse solo ragazzi giovanissimi giustificandosi con il basso costo di manodopera; però i suoi tentativi di celare la sua tendenza sessuale, furono vani, poiché nel tempo tutti iniziarono ad accorgersi che l’imprenditore aveva quest’inclinazione, e quando la moglie scoprì le sue collezioni di foto pornografiche maschili, i due divorziarono.

Gasy, tentò in tutti i modi di nascondere i suoi drammi familiari, così iniziò a fare del volontariato cercando anche in qualche modo di redimersi da quelli che erano i suoi vizi; si mascherò da clown. Si faceva chiamare “Pogo”. Esordì intrattenendo i bambini negli ospedali di Chicago e in seguito anche ad alcune feste di compleanno.

In quel periodo, nello stesso quartiere, iniziarono a sparire misteriosamente molti giovani adolescenti e la polizia cominciò a svolgere le indagini. Ma nessun risultato portò alla soluzione del caso.

Anni dopo, con la scomparsa di un ragazzo di 15 anni, Robert Piest, le indagini ripresero copiosamente dando fondo a tutte le risorse degli inquirenti.

Dalla ricostruzione dei fatti emerse che Piest era uscito per incontrare un imprenditore locale per un colloquio di lavoro. Da allora nessuno l’aveva più visto. Gli investigatori, ovviamente insospettiti, si misero subito sulle tracce di questo imprenditore che risultò essere proprio John Wayne Gacy; inoltre, dati i precedenti, fu subito chiaro che costui era l’indiziato più papabile.

I primi sospetti

 

John Wayne Gacy

Dalle indagini risultò che Gacy fu l’ultimo ad aver visto Robert Piest; così l’ispettore Kozenczak, che si occupò del caso, si mise di punta sull’uomo. Inizialmente nessun elemento portò ad altri possibili collegamenti tra la vittima e l’imprenditore. Purtroppo, nulla si evinse e Gacy fu rilasciato.

Kozenczak non era convinto e, deciso a non mollare perché perplesso dagli atteggiamenti ambigui del sospettato, decise di indagare ancora sul passato di quest’ultimo scoprendo, oltre al vecchio processo per violenza sessuale, altri aspetti infidi.

La polizia era convinta di essere sulla strada giusta. Pertanto, fermamente decisi a risolvere il caso si recarono presso l’abitazione di Gacy per interrogarlo di nuovo.

Giunti sul posto furono colpiti da uno strano odore, un olezzo sgradevole, nauseabondo: inequivocabile! Un tanfo che proveniva dall’abitazione e che portò la polizia a scavare nelle fondamenta.

Quello che trovarono fu orribilmente sconvolgente.  Agli occhi di tutti fu di una brutalità e di una scelleratezza tale da non lasciare più nessun dubbio. La disumanità di una moltitudine di piccoli giovani corpi mutilati e seviziati, portarono all’immediato arresto di Gacy.

Messo alle strette, sotto interrogatorio, l’uomo confessò di aver ucciso almeno 30 persone. Il “rituale”, si legge nel racconto, era sempre lo stesso: lì ammanettava e poi ne abusava sessualmente, continuando con dei dettagli raccapriccianti. Il processo si svolse nel febbraio del 1980.

La fine di un incubo: considerazioni finali La storia inquietante

Il 13 marzo, John Wayne Gacy fu riconosciuto colpevole di omicidio plurimo e condannato a morte. Morì per iniezione letale nel 1994.

Pogo il clown, indossava una maschera per rallegrare l’infanzia dei bambini, un’infanzia che lui non aveva mai avuto. A ridosso del processo, emerse che da piccolo aveva subito continue molestie fisiche e psichiche da parte del padre, a sua volta un uomo brutale e alcolizzato che seviziò e picchiò il figlio per anni.

Un’aggressività che fa capolino ad un aspetto altrettanto inumano, che durante la crescita non avevano fatto altro che infrangere l’animo di un ragazzino che resterà segnato per sempre.

All’età di 9 anni, Gacy fu molestato sessualmente anche da un amico di famiglia. Ciò nonostante non confessò mai ai genitori l’accaduto, per paura della reazione di un padre disturbato nella stessa misura. Tutto, continuò a svolgersi in un tacito consenso, tra vittime e carnefici nell’insania di persone che non hanno voluto vedere dietro l’apparenza di una vita perfetta. storia inquietante

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La storia inquietante