Tutte le strade portano a Roma e, sul loro cammino, conservano le tracce di quelle impronte maligne che annunciano la presenza del Demonio. Infatti a pochi chilometri dalla Città del Vaticano, nel Quartiere Africano, c’è un contraltare malefico del bene: la sedia del diavolo. È tutto ciò che resta dell’antico monumento funebre di Elio Callisto, situato nella piazza omonima, intorno al quale sono nate diverse leggende. Ma davvero esiste una struttura del genere proprio nell’urbe papale? E che cosa è realmente?
Le origini della sedia del diavolo
La struttura sorgeva su una collina lungo la via antica Nomentana, costruito nella metà del II secolo d.C.. Aveva due piani con una scala che accedeva al piano semi sotterraneo. In seguito al crollo della facciata ha assunto la forma di una gigantesca sedia con braccioli e schienale e perciò chiamata sedia del diavolo. Racconti medioevali narrano che Satana stesso ha utilizzato il rudere come trono provocando il cedimento. In questa area hanno spesso trovato rifugio pastori e uomini senza dimora, che nel buio della notte venivano sorpresi dai minacciosi giochi di ombra. Tutto ciò ha dato vita a misteriose credenze, come ad esempio quella che giungere al cospetto del seggio permette di ottenere il dono della profezia. Nel 1300 emergono perfino diverse usanze, c’è chi scrive sui muro i propri desideri affinché si realizzino. Altri raschiano frammenti di mattoni per preparare pozioni magiche in grado di artifici mistici.
La leggenda delle sei pietre
Tuttavia la leggenda più intrigante riguarda un alchimista chiamato Zum Thurm, che avrebbe scritto la parola CABALA su 6 mattoni che compongono una delle pareti. Chiunque riesce a trovarli se batte col pungo chiuso su di essi in ordine per tre volte e recita la formula:
“Voglio cambiare la mia storia”!
Ottiene dal Signore delle tenebre in persona di cambiare la propria vita, modificando a proprio piacere il corso degli eventi. Oggi questa costruzione continua ad affascinare per la sua imponenza e singolarità, e riesce a catapultare romani e turisti in un periodo ormai lontano. Mentre una targa sul muro ci ricorda di come il Diavolo ha sempre avuto a che fare con la storia della Capitale.