Dalla filosofia antica a quella moderna la fine del mondo è un mito ricorrente in molte civiltà. Infatti le origini, le credenze e i timori per la fine del mondo hanno radici antiche che affondano nella paura umana. In ogni epoca della storia i nostri antenati si sono preoccupati di anticipare o prevedere un’eventuale apocalisse. Basandosi su testi sacri, osservazioni astronomiche oppure sull’interpretazione di eventi di origine naturale o umana. Che si tratti di un momento di pura distruzione, di creazione, o di metamorfosi è probabilmente ancora da capire. Quando avverrà, ma soprattutto come calcolarla?
I profeti e la fine del mondo
Nell’ardua impresa i numeri sono di importanza essenziale e la prima operazione consiste nel ricercare l’esatta nascita di Cristo. Gènèbrard calcola che Cristo è nato nel 4090 dopo la creazione del mondo, perciò la fine sarebbe avvenuta nel 1910. Scaligero figlio, afferma che Gesù è venuto al mondo nel 3948 dopo la genesi e che la fine avviene nel 2052. Pico della Mirandola calcola come nascita del Nazareno il 3958 e la data per la fine del mondo il 2042. Il santo gesuita Bellarmino all’alba del 1500 fissa l’evento catastrofico per il 2030. La vicinanza tra queste date è così inquietante che spinge le ricerche a continuare con ossessione. Come ad esempio quelle partite negli anni ‘70 del 1900, da scrittori New Age, primo fra tutti il guru Terence McKenna. Ossia l’interpretazione del calendario Maya, del Codice di Dresda, che annuncia 20-40 anni caratterizzati da diluvi scatenati da una dea.
La profezia del calendario Maya
Basandosi su questo principio alcuni calcoli hanno ipotizzato una gravissima crisi globale per il 2012 che, per quanto ovvio, si è rivelata sbagliata. Infatti, adeguando i calcoli degli antichi amerindi al moderno calendario gregoriano, emerge che la terribile data anticipata da quel popolo sarebbe ancora pronta a minacciarci. Ma quando? non è dato saperlo. In base alla profezia poi aggiornata, il giorno del giudizio sarebbe stato il 21 giugno 2020. Ma anche in questo caso, la stessa si è rivelata con un nulla di fatto. A supportarla, con diversi tweet – poi misteriosamente cancellati – fu anche lo scienziato Paolo Tagaloguin. Ma se ciò fosse, non saremmo qui a raccontarlo.
In conclusione: è difficile credere che l’intera vita della terra possa finire e, forse, non è facile predire l’ultimo respiro del nostro pianeta. Su questa dibattutissima tesi, schiere di scienziati discutono da sempre, controbattendo sulla fine e non fine del pianeta. Resta il fatto che intorno a questo primordiale terrore sono sorte leggende e storie secolari che non smettono mai di affascinarci. Con esse anche nuove e reiterate ipotesi sulle quali si costruiscono fiumi di “paroloni” che gli studiosi prontamente smentiscono. Sarebbe il delirio, non trovate? a presto.