Crudo e spiazzante il libro di Jonathan Bazzi è una sincera dichiarazione di identità, con una trama intimamente legata alla storia personale dell’autore. La struttura del romanzo corre sue due binari, il passato e il presente, che alla fine si incontrano nelle ultime pagine di Febbre.
Jonathan Bazzi: un gesto di verità
Jonathan è un ragazzo di Rozzano, nella Milano del Sud, dove lo spaccio, la delinquenza e la povertà sono pane quotidiano. Riservato, taciturno ed intelligente, soffre per la separazione dei genitori e per il disagio di non poter esprimere la sua vera sessualità. Sin dalla tenera età ama giocare con le bambole ed è innamorato del suo piccolo principe azzurro. Un dolore quasi sublime rivelato dai flashback della sua infanzia rievocati nel presente, perché il passato è sempre lì che ti occupa il cervello. Poi all’improvviso:
“Nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via”!
Jonathan cerca di dare alla sua febbre diversi nomi, finché essa non rivela la sua vera identità: è HIV. Presto diventa nella sua vita un ospite prepotente finché non decide di liberarsi con il potere della parola. Così nasce il libro Febbre di Jonathan Bazzi, un sincero inno liberatorio.
Dalle pagine di un libro al grande schermo
Febbre è il manifesto di un guerriero valoroso che invita a guardare oltre: oltre il marchio della vergogna che la società gli ha inflitto. Presto questo acclamato esordio letterario, che concorre al Premio Strega 2020, diventerà un film grazie alla Cross Pruduction che ne ha acquisito i diritti audiovisivi. Senza dubbio l’autore ha scelto la strada più impervia, quella della verità, si apre al mondo e al pregiudizio ma finalmente è libero. Tuttavia è anche una rivincita perché, aldilà dello stesso pregiudizio, ognuno è libero di vivere appieno la vita. Con tutte le sue luci e le ombre, e francamente di sentirsi fragile, umano, come tutti noi.