NEW YORK – John Lennon, un pacifista scomodo. Può essere definito proprio così il più creativo, se non addirittura il più geniale, dei Fab 4, l’ex Beatle che a un certo punto rinnegò la sua band (si pensi a cosa canta in “God”: «I don’t believe in Beatles, I just believe in me, Yoko and me») per seguire un proprio, personalissimo, stile di vita, prima ancora che di produzione artistica, in grado di portarlo a tracciare un percorso ben definito.
Già, quell’itinerario fatto di bed in, non fate la guerra ma fate l’amore, la pace è l’unica via e altri messaggi che il cantautore inglese ci ha lanciato nel corso della sua carriera e, soprattutto, della propria esistenza, bruscamente interrotta ormai 40 anni fa. Era infatti l’8 dicembre 1980 quando Lennon fu barbaramente assassinato da un suo fan: Mark Chapman. “I was shot”, cioè “Mi hanno sparato”, riuscì a dire John prima di cadere al suolo e perdere i sensi, per poi morire pochissimo tempo dopo.
John Lennon: la gloria e la morte
Da brividi: un tuo ammiratore che prima si fa firmare un autografo da te, e poi ti uccide esplodendoti addosso cinque colpi di pistola. Si dice che il decesso di Lennon sia stato in qualche modo propiziato da quei poteri forti che mal digerivano le sue sortite e i suoi gesti eclatanti in favore dell’armonia globale. Ma forse oggi, in questo 2020 dove il Nostro sarebbe diventato uno splendido (e saggio) ottuagenario, non è il caso di fare i complottisti a tutti i costi. In tutto ciò che ha fatto, John Lennon ha sempre detto la sua verità mettendo in dubbio la verità.
Un artista incomparabile e intransigente che ha lottato per l’onestà e la franchezza nella sua musica, ha messo a nudo il suo cuore, la sua mente e la sua anima nelle sue canzoni, vedendole come istantanee delle sue emozioni, dei suoi pensieri e della sua visione del mondo. Credendo che l’unica qualità richiesta a sé stesso, come artista, fosse quella di essere completamente onesto, non nascondendo ciò che aveva da dire né conformando i suoi messaggi per essere più in linea con il pensiero comune.
La forza dell’amore
Amore, pace, politica, verità, bugie, media, razzismo, femminismo, religione, matrimonio, paternità: John Lennon ha cantato di tutto, e basta ascoltare le sue canzoni per capire come si sentiva, cosa amasse, in cosa credeva e cosa rappresentava. E alla fine, com’è giusto che sia, quando tutti i riflettori si sono spenti resta soltanto ciò che provi verso la tua compagna. Rispondendo alla domanda “Perché non puoi stare da solo senza Yoko?”, cioè la sua inseparabile Yoko Ono, Lennon disse:
“Posso farlo, ma non ne ho voglia. Non esiste un motivo sulla faccia della terra per cui io debba stare senza lei. Niente è più importante del nostro rapporto, proprio niente. E adoriamo essere insieme tutto il tempo. Entrambi potremmo sopravvivere separati, ma per quale motivo? Non ho intenzione di sacrificare l’amore, un amore vero, per qualche puttana del cazzo, o per un amico, o per affari, perché poi alla fine la notte ti ritrovi solo. Nessuno di noi due vuole finire così. Nessuno di tutti noi. E non puoi riempirti il letto di groupie, non funziona così. Non voglio essere un playboy da strapazzo. Come ho detto in qualche canzone, ne ho passate di ogni tipo, e nulla funziona meglio che avere qualcuno che ami e che ti abbraccia”.
L’importante è che tutto segua il suo corso, sia nel bene che nel male. Perché, come amava sempre ripetere John, “La vita è quello che ti succede mentre sei occupato a fare altro”.