Personalmente, credo, che siamo un po’ tutti scettici e suscettibili sull’argomento, questo perché la veridicità del malocchio e, se esiste o no, è praticamente impossibile e spesso non confutabile.
Tuttavia, certe cose bisogna ammetterle! il mondo della magia, dai riti sciamanici ai poteri occulti, attrae anche gli scettici ad oltranza. Allora perché non dare un vademecum a chiunque voglia sapere come funzionano certe cose, oppure difendersi da esse? Precisiamo che si tratta semplicemente di leggende riportate ai giorni nostri e che, per quanto ovvio, non vanno certo prese alla lettera.
Nei racconti lontani, sentiamo spesso parlare di limoni trafitti da spilli. La pratica è quasi divertente, ma per i più curiosi, secondo le leggende popolari, tutto questo serviva per fare tre tipi di fatture: 1. obbligare qualcuno a dare lavoro al mandante della fattura; (servono 33 spilli); 2. per inviare malattie (servono 66 aculei); 3. “inviare morte o catastrofe”: il limone va tagliato in due, più 7 spilli per ogni spicchio. Il frutto è battezzato con il nome della vittima e sepolto in luogo inaccessibile dopo essere stato legato con fettucce.
Il malocchio esiste o no?
Altre fettucce e numerosi spilli per annodare e trafiggere fotografie; legati con lacci rossi, significano dolore, con lacci neri morte. Fecondità, ricchezza, bellezza, potere, amore: sono questi i principali doni della vita contro cui si scatenano i «riti» d’una magia indirizzata al male e mossa da odio ed invidia.
I pupazzi, i famosi fantocci vudù di cui, anche nei film, sentiamo parlare spesso, andrebbero trafitti con un chiodino all’altezza del cuore; nella simbologia significa una maledizione per danneggiare il feto di donne in gravidanza. Il bambolotto, imprigionato in una rete fatta di spaghi, da nascondere in casa del “malcapitato” che si vuole colpire, ne impedirebbe la maternità. Dello stesso tipo, la fattura realizzata in plastilina con vaghe forme antropomorfiche.
Il rituale per l’orazione di questi oggetti, a volte, ricalca simbologie cristiane; ad esempio si narra che per inviare a qualcuno le sofferenze della passione, una “fattucchiera” (in alcuni dialetti magana/o) può sistemare nella sfortunata abitazione, un pezzo d’olivo su cui, con tre chiodi, è crocifisso un lembo di stoffa nera con alcuni capelli strappati al destinatario. Un altro esempio, è la storia secondo la quale per una maledizione agricola, si portano rapanelli disseccati in acido e intrisi nel sangue d’un gallo nero. Sepolti in un campo dovrebbero impedirne la rigogliosità.
Questione di amuleti …
In realtà, per difendersi dalle sventure della vita, dai “colpi bassi” sul lavoro, in amore o da amici … per non parlare di quando le cose non vanno esattamente come vorremmo … beh! credo ci voglia ben altro. Le leggi dell’universo, come le definisce qualcuno, esulano da ogni tentativo di manipolazione o controllo.
Ciononostante, secondo i latini, esistevano degli oggetti, che definirono loro stessi amuleti, e che consideravano una tutela passiva contro le influenze negative. In genere, si porta appeso al collo o al polso, o si nasconde negli abiti. Il talismano, al contrario, rappresenta la magia attiva e sempre benefica in molti campi. Mentre l’amuleto utilizza sostanze naturali (erbe, polveri) e lascia agire la virtù che gli è propria, il talismano deriva da una speculazione dell’intelletto e da una preparazione esoterica; è volontariamente diretto verso un obiettivo definito e dunque è attivo solo in tal senso. La confezione di un vero talismano richiede conoscenza delle analogie e delle loro corrispondenze occulte.
Un vero strumento d’azione – se così si può dire – è, il pentacolo: in queste parole, la radice indica che la sua essenza è universale, che è basata sul macrocosmo. Il pettorale che si trova sulle mummie egiziane e che portavano i grandi Sacerdoti di Israele, è proprio un pentacolo la cui descrizione minuziosa, nella Bibbia, ci fa supporre l’importanza di ogni particolare. I tcraphim citati nelle Sacre Scritture erano insieme pentacoli di divinazione e protezione magica.