Nord e sud, immigrazione e immigrati. Dunque, il DNA non mente!
Da sempre la diatriba “chi verso chi”conferma o smentisce legami che in tanti credono indissolubili! Eppure oggi, grazie a dei test eseguiti su DNA, il gioco dei ruoli si ribalta!
Serebbe proprio il caso di parlade di un’immigrazione al “contrario”, avvenuta mille anni fa, ma i test devono prima confermarcelo.
Ed eccoci qui, secoli dopo, a discutere su possibili migrazioni avvenute da Nord a Sud per confermare (o anche smentire) secoli di storia. Ma procediamo per gradi.
Ad inizio di febbraio, prima della crisi legata alla pandemia e al lockdown, il progetto “Le Vie Aleramiche, Normanno-Sveve” è stato attenzionato dalla prestigiosa e antichissima Università di Bologna, a seguito dell’incontro tra l’eminente studioso, Prof. Davide Pettener, e la collaboratrice Prof.ssa Stefania Sarno.
I due studiosi sono noti alla comunità scientifica internazionale perché autori del più importante studio mai condotto sul DNA umano. Attraverso reperti provenienti dal Kazakistan, dal Caucaso, i cui i risultati sono apparsi nel 2019 sulla rivista “Il DNA non mente”. Ricerca che ha abbattuto i luoghi comuni più diffusi.
Adesso, Pettener e Sarno, si stanno dedicando ad un’altra ricerca ancor più stimolante, per via del possibile polverone che potrebbe – ma speriamo di no – scatenare se tutto ciò si dimostrasse vero. Vediamo di cosa si tratta.
Il DNA non mente: dal principio
Innanzi tutto, si parte da un test da effettuare in Sicilia; come conferma dei legami tra nord e sud per un’immigrazione al “contrario” avvenuta mille anni fa (Science Magazine, “The formation of human populations in South and Central Asia”), con Fabrizio Di Salvo promotore del progetto “Aleramici in Sicilia”.
La ricerca, seppur indirettamente, si collega alle finalità del progetto “Le Vie Aleramiche, Normanno-Sveve” al fine di dimostrare che esiste un’unica razza incline a emigrare e a spostarsi; quella umana, appunto, che tende a muoversi e a seguire i flussi migratori.
Pettener, presente al convegno nazionale sugli Aleramici, organizzato a Palermo presso ‘Officina Studi Medievali’ nell’autunno del 2018, fece un intervento illuminante; Il contributo dell’antropologia molecolare e della genomica nello studio delle minoranze linguistiche italiane.
Fabrizio Di Salvo, promotore del progetto, socio onorario del Club UNESCO di Piazza Armerina; e rappresentante del Circolo dei Marchesi del Monferrato, si è rivolto agli esperti di Bologna. Affinché il loro coinvolgimento potesse offrire, attraverso una inconfutabile dimostrazione scientifica sul DNA, un’ulteriore conferma del fenomeno migratorio Aleramico/Normanno in Sicilia. Iniziato nei primi anni novanta dell’XI secolo.
L’obiettivo
Sulla base degli studi e dei presupposti cui si basa la stessa ricerca, l’intento è di portare ancora più luce su questa prima immigrazione economica; un trasferimento di grandi dimensioni avvenuto in Italia oltre novecento anni fa. Migrazione, che vide coinvolti gli abitanti delle zone del nord Italia – le genti ‘lombarde’ –provenienti dal Monferrato, dall’Oltrepò Pavese; ed ancora dalla Liguria e da una zona dell’Emilia Romagna.
Avvenimento, dunque, molto importante per rilevare e per seguire gli spostamenti europei del medioevo.
Ma soprattutto per evidenziare, le evidenti tracce rimaste: dalla lingua Gallo Italica; parlata ancora oggi in molte località della Sicilia. Alla toponomastica di Corleone, con importanti documenti conservati nelle pergamene dell’archivio di stato di Palermo. Un dettaglio molto affascinante soprattutto se consideriamo i cognomi di alcune famiglie aleramiche come i del Vasto, Lancia, gli Incisa o i del Carretto; che si legarono ai Normanni per governare la Sicilia per molti secoli (i Lancia sono ancora presenti come Lanza).
Si potrebbe definire simpaticamente un “cocktail di biodiversità”, come lo stesso Pettener asserisce. Lo fa soprattutto con l’intento di rilevare come non esistano razze separate, in questo caso del nord Italia o del sud. Ma una razza sola che va ben oltre il campanilismo, le aree geografiche, i colori, i sapori: ovvero quella umana.
I Test
Quindi, oltre a verificare scientificamente questa immigrazione interna medievale; ha anche l’ambizione di distruggere luoghi comuni e pregiudizi.
Ma la speranza è quella di arrivare ad unire con forza la Sicilia ad un’altra parte dell’Italia; in altre parole Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna con Bologna, il suo capoluogo.