I Gigli di Sant’Antonio, tra storia e spiritualità

I Gigli di Sant’Antonio, tra storia e spiritualità

Lo aveva notato tra la folla, un uomo con un Giglio bianco in mano e decise che quello sarebbe diventato il suo sposo. Fu così, secondo la leggenda Cristiana che Maria notò Giuseppe. Lo stesso racconto che ci tramanda come i Gigli, rappresentino la purezza della Madonna.

Nelle iconografie, si nota molto spesso, come sia San Giuseppe ad essere ritratto con un bastone in mano dal quale sbocciano dei Gigli. Eppure, questo fiore, secondo il racconto della tradizione, è attribuito anche all’Arcangelo Gabriele, che lo portò in dono alla Madonna durante l’episodio narrato come l’Annunciazione. Una delle più famose, è quella di Tiziano Vecellio del 1539 ca.

Tiziano-Vecellio-Annunciazione-1539-ca.-Venezia-Scuola-Grande-Arciconfraternita-di-San-Rocco

I Gigli di Sant’Antonio

Ancor più legato al costume Italiano, questo fiore viene attribuito a Sant’Antonio protettore dei bambini, il quale, secondo la leggenda, ebbe in dono da Gesù proprio un rametto di Gigli fioriti.

Visione di Sant’Antonio da Padova – Gaetano Lapis – 1740

Oltre ad essere un simbolo della cristianità, Il Giglio rappresenta un’emblema tra i più importanti della storia delle grandi dinastie, che si legano fortemente all’ordine religioso.

Tra queste, spicca in primo luogo, Luigi VII (1147), che prima di partire per le crociate, lo introdusse come stemma; diventando poi nei secoli, la raffigurazione adottata in Francia come effige. Figura riportata anche su diversi oggetti d’arredo, come stoffe, poltrone, e in particolar modo monete coniate. Diventa, nei secoli, il simbolo più diffuso negli ordini equestri, contagiando anche lo stato del papato con Paolo II, Paolo III e – dal 1816 –  Luigi XVIII, arrivando, conseguentemente, a definirsi come il segno di riconoscimento della città di Firenze!

Il Giglio, conosciuto col nome di Lilium appartiene alla famiglia della liliacea, ed è originario della Siria e della Palestina. Fu ritratto in moltissimi quadri a sfondo biblico, ma anche quadri legati alla mitologia, come il bellissimo Origine della via lattea di Tintoretto del 1580, dipinto per Rodolfo II in cui il dio Giove, nel tentativo di far diventare Ercole (suo figlio) immortale, volle farlo attaccare al petto di Hera, (Giunone – sua consorte), che però svegliandosi fece cadere delle gocce di latte nel firmamento, generando la via lattea.

“Origine della via lattea”- Jacopo Tintoretto – 1575/1580 – National Gallery, Londra

Il giglio

L’immagine di Sant’Antonio che spesso tutti abbiamo in mente, è quella di un Frate molto giovane, che tiene in braccio Gesù bambino e un Giglio; spesso accompagnato anche da altri simboli come il pane o il libro.

Il fiore per eccellenza, è prevalentemente bianco nei quadri che ritraggono il santo, proprio per testimoniare la virtù e la lotta contro il male; possiamo osservarlo nell’immagine di Sant’Antonio con libro e Il Giglio del XVI secolo, custodito a Padova nella chiesa di San Daniele.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante, il significato del Giglio varia a seconda della specie e della colorazione. Alcuni esempi:

Il Giglio Bianco, simboleggia la verginità e purezza.

Il giallo la nobiltà

Il rosa la vanità

Il Giglio della Valle, la dolcezza (portata come un augurio di felicità)

Il Giglio calla, La bellezza

Il giglio tigre, l’orgoglio