ROMA – I 10 migliori dischi rock della storia: ne parliamo in questo articolo. In prima posizione abbiamo collocato “The Wall” dei Pink Floyd, che racconta la storia di Pink, emblema dell’alienazione che si esplicita nella volontà del protagonista di costruire gradualmente un muro che lo separa e, soprattutto, lo isola dal mondo esterno. Un’esperienza figlia di ciò che in quegli anni stava provando il bassista Roger Waters nei confronti del pubblico della band, e che lo portò di lì a poco a maturare l’idea alla base, appunto, del concept di “The Wall”, che successivamente diventerà anche un film.
Al secondo posto troviamo il Black Album dei Metallica, che in realtà si chiama semplicemente “Metallica” e risale al 1991. Comprende hit come “Enter sandman”, “Nothing else matters” e “The unforgiven” e segnò un punto di non ritorno per la band californiana, ampliando il suo raggio d’azione e portandola dal trash metal a sonorità più marcatamente rock. Sul gradino più basso del podio abbiamo scelto di mettere “Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory” dei Dream Theater: uscito nel 1999, è senza dubbio il capolavoro di questo gruppo prog-metal, snodandosi attraverso una vicenda sospesa tra passato e presente, con una regressione dovuta all’ipnosi e storie di sangue e passione che si intrecciano tra loro.
I 10 migliori dischi rock della storia
Quarto è “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” di David Bowie (1972): uno dei simboli dell’alieno, del Duca Bianco, dell’uomo caduto sulla terra. Tutto questo è molto altro ancora è stato il mitico rocker, che ci ha lasciato troppo presto per volare nell’altra dimensione sei anni fa. Era il 2016. In quinta posizione non può mancare “Foxtrot“, per noi il miglior album dei Genesis in versione quintetto e, soprattutto, intesi come formazione progressive. Il disco quest’anno compie 50 anni essendo uscito nel 1972.
Al sesto posto abbiamo inserito “American Idiot” dei Green Day, pubblicato nel 2004. Si tratta senza dubbio del lavoro della svolta per la band pop-punk capitanata da Billie Joe Armstrong, in quanto con questo cd i Green Day si cimentano in una vera e propria opera (mai rappresentata dal vivo, se non in forma di musical) che attacca senza mezze misure lo stile di vita americano. Una delle tematiche fondanti è l’attacco rivolto al cosiddetto “idiota americano”: la band critica il “paranoico stile di vita americano dove tutto passa dai media che trasmettono ciò che vogliono far credere alla gente”, nonché il vero American Idiot, che “sta là fuori, seduto sul divano, assorbendo ciò che i mass media offrono”. Tanti i singoli di successo estratti, tra cui ricordiamo in particolare “Boulevard of Broken Dreams”, “Wake Me Up When September Ends” e il singolo omonimo “American Idiot”.
Album imperdibili
Al settimo posto c’è “Achtung Baby” degli U2, che lo scorso anno ha festeggiato il trentennale. Con questo lavoro Bono e soci si reinventarono dopo i grandi successi degli anni ’80 (in particolare con “The Joshua Three”) e si allungarono di almeno un altro decennio la carriera, sviluppando il loro sound in una direzione diversa rispetto a quella che i fans avevano conosciuto fino a quel momento. E pensare che, secondo le cronache dell’epoca, la formazione irlandese era arrivata a un passo dallo scioglimento…
Nel 2021 ha compiuto 30 anni anche “Out of time“, gemma dei R.e.m. che contiene “Losing my religion”, un brano impossibile da non conoscere. L‘ottava posizione non può che essere tutta per la band di Athens. Chiudiamo questa speciale classifica al nono posto con “Tommy”, che nel 1969 ci consegna un nuovo aspetto dei The Who, vocati questa volta all’opera rock, e al decimo posto con “A night at the opera“, uno dei lavori più interessanti dei Queen, datato 1975 e “illuminato” da una traccia storica: “Bohemian Rhapsody”.