Come società siamo portati a credere che i medici fanno del loro meglio per salvare una vita. Perciò pochi sospetterebbero che la persona che ci sta curando in realtà pianifica la nostra morte. Come nel caso di Harold Shipman, il più prolifico serial killer della Gran Bretagna. Questo dottore ha usato la fiducia dei suoi pazienti come arma contro di loro, spesso spogliandoli di tutti gli averi. Perché lo ha fatto e qual è il movente? Può l’avidità aver spinto un amorevole medico di famiglia a trasformarsi in assassino a sangue freddo? Scopriamolo insieme cominciando dall’infanzia di quest’uomo profondamente segnata da un evento luttuoso.
L’apparente vita tranquilla di Harold Shipman
Harold Shipman nasce il 14 giugno 1946 a Nottingham nel Regno unito, cresce sereno finché l’armonia domestica si spezza quando la mamma si ammala. Durante l’agonia della donna, il giovane rimane affascinato da come una semplice puntura di morfina annulla il dolore restituendogli la madre. Tuttavia la signora Shipman muore il 21 giugno del 1963, lasciando un segno indelebile nella sua vita. Due anni dopo, Harold entra alla Leeds University Medical School, e a 20 anni si sposa con la fidanzata Primrose. Nel 1974 inizia a lavorare a Todmorden, nello Yorkshire, il dottore è amato e rispettato dalla comunità e dai pazienti. Poi entra in crisi e rivela ai colleghi che soffre di epilessia, ma la verità e diversa, ed emerge dal registro degli stupefacenti. Dal quale si scopre che il dottor Shipman prescrive ai pazienti narcotici che in realtà non somministra.
Una serie di morti sospette
Ma li usa a scopo personale perché in realtà è tossicodipendente, cacciato dall’ospedale si disintossica e torna ad esercitare la professione. Nel 1977 approda al Donneybrook Medical Center di Hyde, e nel 1993 apre uno studio proprio. Sembra aver superato il passato, ma in realtà uccide segretamente i suoi pazienti. Segue un metodo identico per ogni omicidio, ossia inietta dosi letali di morfina. La maggior parte delle vittime sono donne sole ritrovate sedute su una sedia, vestite e all’apparenza morte per cause naturali. Shipman continua a seminare morte finché Alan Massey, proprietario di un’agenzia funebre a Hyde, scopre che i suoi pazienti muoiono con una frequenza sospetta. Sono persone senza particolari malattie, allora il dubbio serpeggia fino ad arrivare alla polizia, che con molta discrezione controlla i registri. Ignorano che Shipman li ha accuratamente riscritti e adattati alla causa della morte dei pazienti.
Il passo falso del dottor morte
Inoltre convince le famiglie a cremare i defunti per impedire la riesumazione dei corpi che avrebbero dimostrato la sua colpevolezza. A conferma di questa terribile pianificazione c’è il numero incredibile di moduli di cremazione che il medico controfirma. Adesso il sospetto è ormai certezza ma la polizia non ha prove sufficienti per sostenere l’accusa e il killer è libero di uccidere ancora. Finché un errore fatale interrompe la scia di morte, proprio durante l’omicidio della sua ultima vittima, Kathleen Grundy. L’81 enne muore il 24 giugno 1998 lasciando al dottore un’eredità cospicua, sospettosa la figlia richiede la riesumazione del corpo della madre. Ed i risultati dell’autopsia inchiodano il dottore, ci sono resti di morfina nel corpo del cadavere. Inoltre il testamento risulta falsificato e redatto dallo stesso Shipman che lascia le sue impronte sulla lettera.
Processo e condanna
Dopo cinquantasette giorni di processo, alle 16 e 43 di lunedì 31 gennaio 2000, la Corte condanna Harold Shipman a 15 ergastoli. L’uomo accoglie la sentenza senza mostrare emozioni, si impicca in carcere la mattina del 13 gennaio 2004, il giorno prima del suo compleanno. Forse è il senso di colpa che lo porta a questa tragica fine? Forse lo sapremo mai! Perché nessuno ha ancora capito cosa abbia spinto il Dottor Morte ad uccidere un numero di persone compreso tra 215 e oltre 260 o addirittura 345. Alcuni hanno ipotizzato che odiasse le persone anziane vedendole come un peso per il servizio sanitario. Altri pensano che Shipman ha voluto ricreare l’ambiente della morte della madre, per soddisfare un bisogno masochistico,e resta comunque uno scioccante caso irrisolto.