FIRENZE – Ghigo Renzulli si racconta in un’autobiografia. Dall’esperienza Cafè Caracas, alla nascita di una delle più longeve rock band italiane, i Litfiba. Campano di nascita e fiorentino di adozione, il chitarrista chiacchiera con Adriano Gasperetti, a cuore aperto e senza segreti, nel volume ‘40 anni da Litfiba‘, a cura di Alberto Pirelli (Arcana Edizioni, 336 pagine, 19,50 euro).
Ed è il racconto nudo e crudo, senza prediche o sermoni, di una grande passione per le sette note: Ghigo riflette, ricorda e traccia un percorso in cui nulla è nascosto ma tutto è alla luce del sole, un percorso da seguire con attenzione per capire quanto la musica abbia indirizzato la sua vita con tutte le vittorie e gli immancabili scazzi. Proprio ieri, 6 dicembre, i Litfiba hanno festeggiato il loro 40esimo compleanno.
Ghigo Renzulli si racconta in un’autobiografia
L’infanzia, l’esperienza londinese, la voglia di vivere la musica d’oltremanica, il periodo punk, la new wave e il ritorno in Italia. Tredici album in studio con i Litfiba, oltre a una decina di live e tre raccolte. Grazie a questo libro si ritrovano il lavoro in studio, le prove in sala, il dietro le quinte dei live e dei video, i viaggi su e giù per l’Italia e non solo, in poche parole la vita di un rocker italiano. I Litfiba hanno vissuto cambi di formazione e addii traumatici, ma Ghigo c’è sempre stato e c’è, pronto a trascinarli con la sua inseparabile chitarra.
E poi si narra anche la storia più recente e quel progetto No.Vox, di composizioni puramente strumentali, che mette insieme le sue radici e tutte le sue passioni musicali. Ghigo Renzulli non è solo l’unico membro stabilmente presente nella band, ma è anche e soprattutto uno dei chitarristi più rappresentativi del panorama rock italiano. Il suo sound unico e inconfondibile è un vero e proprio marchio di fabbrica.