Georges de La Tour storia di un enigmatico oblio

Georges de La Tour storia di un enigmatico oblio

Sembra quasi impossibile che nella storia dell’arte ci sono ancora misteri e curiosità da riscoprire, personalità quasi oscure e dimenticate. Eppure è così con il pittore francese Georges de La Tour, una figura particolare, di cui non esistono immagini fisiche, nessun ritratto o autoritratto. Per contrasto invece lo ricordiamo per le incredibili scene a lume di candela, capaci di catturare una impareggiabile e intima rappresentazione. A lui è oggi dedicata per la prima volta in assoluto in Italia una mostra a Palazzo Reale di Milano.

E luce fu per Georges de La Tour

Un volto arancione che splende, un occhio che brilla nell’ombra, puntini luminosi come stelle filanti, è in scena il dramma del fulgore che irrompe nell’oscurità. Già altri prima di lui, hanno visto Caravaggio, anche se solo tramite stampa, ma nessuno ha mai resto così estrema la sua indagine. Il modo in cui accarezza le superfici, diffonde docce di bagliore, dona calore e luce nel buio è di rara delicatezza. Le figure di Georges de La Tour appaiono incantate dalla fiamma magica, colte da un enigmatico mistero. Le testimonianze sulla sua vita sono piuttosto esigue e quasi tutte dovute a nemici furibondi, figlio di un fornaio appare un arrampicatore sociale da subito. Sposa una donna ricca, da quel momento è ricordato dai vicini di casa come uomo avido, arrogante e determinato a difendere i propri privilegi nobiliari. Questa descrizione stride decisamente con la soavità del suo pennello eppure è proprio così.

Georges de La Tour

Un genio altezzoso

De La Tour lavora per gran parte della sua vita in isolamento rurale, ma ad un certo punto attira l’attenzione di Luigi XIII con una tela di San Sebastiano. La gloria arriva nel 1639 quando riceve il titolo di pittore e pensionante del Re in persona, addirittura alloggia al Louvre. Di questa tematica il San Sebastiano è sicuramente il più strano mai dipinto, anche perché la scena si svolge di notte. Il santo si appoggia languidamente come se la luce della candela sia così narcotica da non provare dolore, mentre Santa Irene lo cura. Il lume lampeggia nella sua lanterna di vetro, illuminando il piccolo teatro, mentre il chiarore lenisce la gamba come un balsamo. Irene è rapita, apparentemente innamorata, e tiene in mano la freccia, metafora perfetta, come se fosse un pennello. Sono pochi i notturni noti dell’artista che però denunciano una eccezionale capacità di osservazione.

Monarca assoluto della pittura

Se nel suo tempo è stato insuperabile il futuro tuttavia gli ha riposto una condanna della memoria, come accadde per Nerone. La tragedia di questo artista risiede nell’aver sottovalutato i cortigiani e tutti gli intriganti, che per qualche tempo hanno in mano la storia. E dunque si appropriano del privilegio, o dell’arbitrio, di trasmettere ricordi al futuro, finché nel 1972 arriva la prima esposizione di carattere monografico per Georges de La Tour. E a distanza di 25 anni, sempre a Parigi, quella della consacrazione. Oggi a Palazzo Reale sono esposte 33 opere del pittore fino al 27 settembre 2020, ed e certamente un’occasione per riscoprire i colpi di genio del grande artista.


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