Almeno una volta nella vita, tutti abbiamo sentito parlare del “cavaliere senza testa“, un racconto appartenente al folklore americano, ed ereditario di miti e leggende Medievali. Queste vicende, che si legano ad un mix di realtà e molta fantasia, hanno dato origine ad un cult diventato famoso con il nome de “La leggenda di Sleepy Hollow“.
Una leggenda del folklore americano che ispirò “Il mistero di Sleepy Hollow”
Secondo la tradizione, la storia di questo personaggio, torna a farsi sentire nel periodo di Halloween. Il racconto, del 1820 ad opera di Washington Irving, narra di un cavaliere senza testa che terrorizza il villaggio di Sleepy Hollow, ed è considerato – tra le tante – una delle prime storie più spaventose di fantasmi d’America.
Tuttavia, l’autore non ha inventato di sana pianta, come detto in premessa, la storia di questo terrificante cavaliere. Bensì, le sue origini, risalgono al Medioevo e con esse sono comprese quelle dei fratelli Grimm e la leggenda (olandese e irlandese) del “Dullahan” o “Gan Ceann“, un cavaliere simile al Mietitore, che porta con sé la propria testa.
La storia di Irving si svolge nel villaggio newyorkese di Sleepy Hollow, nella contea di Westchester. In esso, l’allampanato e nuovo maestro di scuola Ichabod Crane corteggia Katrina van Tassel, una giovane ereditiera – 18 anni, figlia di Baltus Van Tassel – che è anche inseguita dall’olandese “Brom Bones” Van Brunt. Dopo essere stato respinto da Katrina a una festa alla fattoria dei van Tassel in cui si raccontano storie di fantasmi, Ichabod viene inseguito da un cavaliere senza testa (che potrebbe essere o meno il suo rivale) che scaglia una zucca contro l’uomo, gettandolo da cavallo. Poi a questo punto, lo sfortunato maestro scompare.
Irving potrebbe aver tratto ispirazione per la sua storia durante l’adolescenza, nella regione di Tarrytown. Secondo la New York Historical Society, si trasferì nella zona nel 1798 per sfuggire a un’epidemia di febbre gialla a New York.
Le Fonti
Secondo la New York Historical Society, Irving si è ispirato a “un soldato assiano realmente decapitato da una palla di cannone durante la battaglia di White Plains, intorno ad Halloween del 1776”. Diversamente, Elizabeth Bradley, storica dell’Historic Hudson Valley, afferma che una probabile fonte, per il cavaliere di Irving, si trova in The Chase (L’inseguimento), di Sir Walter Scott del 1796, che è una traduzione del poema tedesco The Wild Huntsman (Il cacciatore selvaggio) di Gottfried Bürger, probabilmente basato sulla mitologia norrena.
“L’autore ha intrecciato abilmente luoghi reali – la Old Dutch Church e il cimitero della chiesa, l’albero del maggiore André, alcuni nomi di famiglia reali, tra cui van Tassel e Ichabod Crane – e un po’ di storia della Guerra rivoluzionaria con la pura immaginazione e la fantasia”, sostiene la Bradley. “È una storia che si fonde, e quindi totalmente americana“.
Franz Potter, professore della National University, specializzato in studi gotici, sostiene che il cavaliere senza testa, in quanto entità soprannaturale, rappresenta un passato che non muore mai, ma che perseguita sempre i vivi.
Infatti, il cavaliere senza testa cerca presumibilmente vendetta (e una testa) che ritiene gli sia stata ingiustamente sottratta. Quest’ingiustizia gli impone di cercare continuamente e per sempre un sostituto. Il cavaliere, metafora del passato, cerca ancora costantemente risposte. Vuole vendicarsi e, ovviamente, e non riesce a darsi pace. L’allegoria del passato che perseguita e tormenta l’animo umano, per non dimenticare mai.
Conclusioni
Per quanto riguarda il folklore americano che, un po’ come tutti i folklori, si mescola alla storia, quando si tratta del personaggio di Ichabod Crane, si riporta che un vero colonnello Ichabod B. Crane, contemporaneo di Irving, si arruolò nei Marines nel 1809, prestando servizio per 45 anni. Eppure, sempre secondo le fonti, non ci sono prove che Irving e Crane si siano mai incontrati.
“Sleepy Hollow“, considerata la “prima” storia di fantasmi d’America è sopravvissuta, probabilmente, perché si adatta (e adattava) all’immaginazione collettiva americana in continua evoluzione. La motivazione, secondo gli storici è da ricercarsi dietro al senso stretto di mistero. L’enigma che si cela dietro quelle “mezze verità” che potrebbero non essere mai completamente conosciute permettendo, a questa leggenda come altre, di ispirarsi e prestarsi a qualsiasi interpretazione, continuando ad affascinare e terrorizzare.