A 100 anni dalla nascita di Federico Fellini la città di Rimini rende omaggio al regista. Per la fine di questo anno è anche programmata la nascita di un grande museo internazionale dedicato alla sua arte.
Federico Fellini: il centenario a Rimini
La città romagnola, che ha dato i natali al regista Federico Fellini, celebra il suo centenario con mostre, spettacoli e concerti. Il regista nasce a Rimini il 20 gennaio del 1920 in una famiglia modesta, il padre rappresentante di liquori e dolciumi, la madre casalinga. Segue studi regolari e frequenta il Ginnasio-Liceo classico Giulio Cesare di Rimini dal 1930 al 1938. Da adolescente rivela già il proprio talento nel disegno, che manifesta sotto forma di vignette e caricature di compagni e professori. Attentissimo a chi gli stava intorno, spesso ne imitava i gesti. Già prima di terminare la scuola, nel 1938, Fellini invia le proprie creazioni ai giornali. La prestigiosa «Domenica del Corriere» gli pubblica una quindicina di vignette nella rubrica Cartoline del pubblico. Agli inizi dello stesso anno Fellini si è trasferito a Roma per realizzare il desiderio di dedicarsi alla professione giornalistica.
Rimini sempre nei ricordi del regista
Federico Fellini non ha mai dimenticato la sua città, l’ha sempre ricordata con profondo sentimento di nostalgia mista ad amore. Rimini è sempre stata per lui una dimensione della memoria, così è nei suoi pensieri:
“Un pastrocchio confuso, pauroso, tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare”.
Appena poteva si rifugiava in città con l’amata Giulietta a passeggiare sul lungomare. Perciò ripercorrere i luoghi che fanno parte della vita di Fellini è un doveroso omaggio. Infatti si parte dal Teatro Galli in piazza Cavour, piazza in cui ambienta il film Amarcord. Il 19 gennaio alle 21 l’orchestra Europe Philharmonic diretta da Ezio Bosso dà inizio ai festeggiamenti con la musica di Beethoven, Bach, Vivaldi e Mozart. Il 20 gennaio, giorno del compleanno del regista, il maestro Vince Tempera dirige un concerto con musiche che hanno reso immortali le pellicole del regista.
Mostra a Castello Sismondi: Fellini 100 genio immortale
A due passi da piazza Cavour c’è un altro luogo caro al cineasta, il castello Sismondi. In un ricordo della sua infanzia qui sosta il circo, l’amato mondo circense che tanto lo ispirò. Oggi il castello ospita fino al 15 marzo la mostra itinerante “Fellini 100 Genio immortale“, con le sale allestite come i sui set. La mostra si sposta a Roma fino a giugno e poi a Mosca e a Berlino. Inoltre c’è una sezione dedicata al Fondo Nino Rota e alla collaborazione tra il celebre compositore e Fellini in 15 film. Per la prima volta sono esposti i taccuini originali, sui quali Rota appuntava le indicazioni del maestro sulla musica che doveva accompagnare i suoi film. In via Gambalunga si arriva al civico 27 dove sorge Palazzo Gambalunga, il vecchio ginnasio frequentato da Fellini. Oggi è sede la Biblioteca civica, considerata una tra le più belle al mondo.
Il cinema Fulgor, casa Fellini e il Grand Hotel
I ricordi del regista non finiscono perché il cuore di Palazzo Valloni cela al suo interno il cinema Fulgor. Qui è dove il regista ha visto il suo primo film Maciste all’Inferno, seduto sulle ginocchia del padre. Ed è proprio questa la sala dove il protagonista di Amarcord Titta tenta di sedurre la Gradisca. Oggi il Fulgor è monumento e omaggio al suo più celebre spettatore. La meraviglia di questi itinerari continua, sul mare c’è un edificio rosa dove il regista ha vissuto con la famiglia in via Dardanelli. Sulla stessa strada Palazzo Ceschina ospita una cineteca. In questa cineteca c’è la rassegna “I film che ho ispirato”, ciclo di pellicole che indaga l’eredità lasciata da Fellini nel cinema. Continuando sulla spiaggia si trova il Grand Hotel dove Fellini soggiornava nella suite 316 ogni volta che tornava a Rimini.
Stazione ferroviaria di Rimini: termine di corsa
L’itinerario finisce proprio in quella stazione che compare spesso nei film del regista, da I Vitelloni ad Amarcord e a I Clowns. Il suo stile e la sua poesia lo hanno reso il cineasta più influente e più grande della storia della cinematografia del nostro paese. L’uomo che più di ogni altro ha saputo regalare all’arte cinematografica sogni, paure e ricordi della società italiana del ventesimo secolo. Un genio inarrivabile, dall’ispirazione poetica e trasognante, che ancora oggi fatica a essere pienamente compreso.