Dj Sparadise & Bobby Solo – OCCHI NEI TUOI OCCHI – Occhi Nei Tuoi Occhi Cover Art
“Quando i ragazzi di Argenta mi hanno inviato la traccia strumentale mi ha colpito subito, cosa che mi succede raramente, ed insieme a loro abbiamo realizzato il testo, dove abbiamo voluto dare un’identità nella scrittura a questo brutto periodo.”
Dj Sparadise & Bobby Solo – OCCHI NEI TUOI OCCHI
BOBBY SOLO
Nato a Roma in una famiglia originaria della Venezia Giulia, figlio di Bruno Satti, colonnello dell’Aeronautica, e Maria Pettener,[1] sin dall’adolescenza si interessa di musica, in particolare di rock’n’roll, diventando un fan di Elvis Presley, artista a cui si ispira nello stile e nel modo di cantare. Impara a suonare la chitarra e compone le prime canzoni; all’inizio degli anni sessanta il padre, che lavora come dirigente per Alitalia, viene trasferito da Fiumicino a Linate e la famiglia si sposta a Milano.
Qui Roberto viene notato da Vincenzo Micocci, che gli propone un contratto per la Dischi Ricordi e lo fa debuttare nel 1963 con il primo 45 giri, contenente Ora che sei già una donna e Valeria. Il nome “Bobby Solo” è nato per l’incomprensione di una segretaria della casa discografica. Quando il padre Bruno, ex ufficiale dell’Aeronautica (aveva raggiunto il grado di colonnello e durante la guerra si era meritato due decorazioni al valore), si rifiutò di vedere il suo cognome utilizzato per fare rock, Micocci propose di adottare il solo nome di battesimo, all’inglese: “Bobby, solo Bobby”. Lei capì male, e nacque il nome d’arte Bobby Solo.[2]
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Nel 1964 partecipa al Festival di Sanremo, cantando in coppia con Frankie Laine il brano Una lacrima sul viso. La canzone ha il testo di Mogol e la musica di Bobby Solo che però non la firma, non essendo ancora iscritto alla Siae, per cui lascia la firma a Lunero (pseudonimo di Iller Pattacini); durante il Festival, Bobby ha un improvviso abbassamento di voce che gli impedisce di cantare in diretta; sicché canta in playback,[3] uno dei primi casi, quando al Festival era assolutamente vietato.
Laura Efrikian consegna a Bobby Solo il disco d’oro per il milione di copie vendute di Una lacrima sul viso (maggio 1964)
Questo gli impedisce la vittoria a Sanremo (che otterrà l’anno successivo), ma Una lacrima sul viso diventa un grande successo. Probabilmente l’esibizione in playback contribuisce notevolmente al successo del brano, tanto che ci furono voci che affermarono che fu tutta una trovata pubblicitaria per promuovere il disco e, allo stesso tempo, avere un audio “perfetto”: il successo è non solo in Italia, dove arriva 1º in classifica per 8 settimane, ma in tutta Europa (superando, nelle vendite, la versione di Frankie Laine e ottenendo, in pochi mesi, il disco d’oro per il milione di copie vendute; alla fine ne otterrà addirittura 2, poiché supererà i 2 milioni[4]); ciò spinge la Dischi Ricordi a pubblicare il primo album, Bobby Solo, stampato anche all’estero (per l’occasione Una lacrima sul viso viene anche tradotta e cantata in diverse lingue).
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Nello stesso anno Bobby debutta nel mondo del cinema con Una lacrima sulviso, musicarello con Laura Efrikian e Nino Taranto in cui, oltre alla title track, interpreta altre canzoni tratte dal 33 giri.
Sempre nel 1964 vince anche la prima edizione del Festivalbar, con Credi a me. Il 1965 gli porta la prima vittoria a Sanremo, con Se piangi se ridi, eseguita anche dai New Christy Minstrels: è una specie di “risarcimento” per il mancato trionfo dell’anno precedente; la canzone ripete il successo di Una lacrima sul viso, arrivando in 1ª posizione nella classifica dei singoli; nello stesso anno partecipa all’Eurovision Song Contest – tenutosi a Napoli, con lo stesso brano sanremese, classificandosi al 5º posto – e a Un disco per l’estate 1965 – con Quello sbagliato, canzone scritta
da Alberto Testa e Flavio Carraresi, classificandosi al 6º posto, ma al 1º nella classifica di vendita dei singoli.
Torna al festival anche l’anno successivo, con Questa volta, che ottiene un successo decisamente inferiore; idem con Per far piangere un uomo (versione italiana di To make a big man cry di Tom Jones), presentata al Cantagiro 1966.
Bobby Solo al Cantagiro del 1967.
Il successo torna con Non c’è più niente da fare: pubblicata nel dicembre 1966, entra in classifica l’anno dopo, anche grazie al fatto di essere scelta come sigla della trasmissione TuttoTotò; partecipa, con successo, al Cantagiro 1967; il brano sul retro, Serenella, è di Mogol e Carlo Donida (inciso anche dai Dik Dik e da Luigi Tenco, ma pubblicato solo nel 1986).
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Le vendite di Non c’è più niente da fare oscurano quelle del disco successivo, Canta ragazzina, presentata nuovamente a Sanremo (in coppia con Connie Francis), poi incisa anche da Mina. Tra gli altri suoi successi, da ricordare San Francisco (1967), versione italiana dell’omonimo brano cantato da Scott McKenzie; Siesta (con cui partecipa al Cantagiro 1968), Una granita di limone (1968), Domenica d’agosto (1969). Nel 1969 nuova vittoria a Sanremo, abbinato a Iva Zanicchi, con Zingara, 1º in classifica di vendita, per 2 settimane; nello stesso anno partecipa alla realizzazione del programma televisivo La filibusta, interpretando un pirata.
Bobby Solo ospite de La filibusta
Nel decennio successivo, pur continuando a incidere, il successo diminuisce, e Bobby Solo decide di aprire gli Studi Chantalain (contrazione del nome dei suoi figli Chantal e Alain), sulla via Aurelia, a Roma, dove, tra gli altri, Roberto Vecchioni incide, nel 1975, l’album Ipertensione (in cui Bobby Solo si occupa dei suoni, firmandosi con il suo vero nome); tra gli altri album registrati nel suo studio, Chiaro, di Loy & Altomare, in cui Bobby Solo canta nei cori della canzone Sangue freddo.
Ritorna al successo nel 1980 con Gelosia, con cui partecipa al Festival di Sanremo; successo replicato l’anno successivo, con Non posso perderti e, nel 1982, con Tu stai; la canzone presentata 2 anni dopo, Ancora ti vorrei, non incontra i favori del pubblico.
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Bobby Solo firma autografi dopo il concerto a Nichelino del 28 settembre 2008.
Negli anni ottanta, insieme a Rosanna Fratello e Little Tony, forma il supergruppo i Ro.Bo.T. (dalle loro iniziali) che riscuote un certo successo, grazie alla partecipazione a una trasmissione televisiva e alla pubblicazione di un album contenente brani presentati al Festival di Sanremo.
Bobby Solo ha avuto anche un notevole successo sui mercati tedesco, francese e spagnolo, con versioni in quelle lingue dei suoi successi. Nel 1989 vince, con Una lacrima sul viso, la trasmissione musicale C’era una volta il festival. Nel 1992 è interprete, con Rossana Casale, della colonna sonora della versione italiana di Eddy e la banda del sole luminoso (Rock-a-doodle), film animato di Don Bluth. È del 1996 l’album autoprodotto XV° Round.
Nel 2003 torna al Festival di Sanremo con Non si cresce mai, in duetto con l’amico Little Tony; riprende l’attività dal vivo, in cui presenta, oltre ai suoi successi, anche molte cover di Elvis Presley, Little Richard, Chuck Berry e altri brani di rock’n’roll, come Be-Bop-A-Lula, Blue Suede Shoes, Tutti Frutti, Rip It Up.
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Tra il 2001 ed il 2006 registra 5 album con la casa discografica Azzurra Music: That’s Amore (2001); Let’s Swing (2003); Homemade Johnny Cash (2004); The Songs of John Lee Hooker (2005); Christmas with Bobby Solo (2006). Collabora con i Marta sui tubi cantando nel brano Via Dante, singolo estratto dall’album C’è gente che deve dormire del 2005[5]. Il 10 aprile 2009 esce Easy Jazz Neapolitan Song (Sifare Edizioni Musicali), prodotto dal pianista e arrangiatore Francesco Digilio.
Nel 2º semestre 2009 esce un altro suo lavoro discografico, On the Road, CD promozionale che lo vede ritornare al genere rock and roll, con brani scritti in collaborazione con i bolognesi Andrea Raspolini, Andrea Zappoli e Luca Bongiorni, edito da ARIEL Edizioni Discografiche di Forlì. Nel novembre 2011 esce l’album natalizio Bobby Christmas (Sifare Edizioni Musicali), arrangiato e prodotto da Francesco Digilio.
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Il 9 settembre 2013 esce in digitale, per l’etichetta ThisPlay Music, il singolo Una Nuova Lacrima[6], brano rap, con la prima “partecipazione” discografica del piccolo Ryan. Il 5 ottobre 2013 viene colto da un malore a Città di Castello; ricoverato in condizioni stabili, viene dimesso 2 giorni dopo. Il 14 febbraio 2014 esce Muchacha, un e.p. di 4 tracce, dedicato al mondo della musica da ballo, prodotto ed edito da Montefeltro Edizioni Musicali, più il video-clip del cha cha cha Muchacha[7].
18 marzo 2015: Meravigliosa vita è il 37º album; celebra i suoi 70 anni di età e 50 di carriera; è pubblicato dalla Clodio Management S.r.l.s.; contiene 13 brani, dei quali 9 inediti (di cui 3 firmati da Mogol) e 4 riletture, in chiave blues, di suoi “classici”: Se piangi se ridi, Non c’è più niente da fare, Una lacrima sul viso e Gelosia.
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Nel 2016 partecipa a nove puntate del programma musicale MilleVoci di Gianni Turco dove esegue successi sempreverdi, rivisitazioni, alcuni inediti. Nel 2017 pubblica Russian Ladies, cantata insieme a George Aaron. 2020: una canzone scritta da lui ed Andrea Bellentani, cantata da Angelo Seretti, si piazza al primo posto della classifica Euro Indie Music.
Nel 2022 incide la canzone “All in Better Times” scritta per lui da Korgy (pseudonimo del compositore e giornalista Giorgio Coslovich) presente in rete con un videoclip prodotto da VideoRadio.
Dj Sparadise & Bobby Solo