Durante la guerra fredda, la consapevolezza della minaccia atomica è ovunque, soprattutto in Russia, nell’arte e nella letteratura. Il disastro di Chernobyl rappresenta in maniera precisa il pericolo della tecnologia nascosto sotto la banalità della vita quotidiana.
Pripyat e il disastro di Chernobyl
Il 26 aprile 1986 nella centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina esplode uno dei reattori, liberando una nube tossica e radioattiva su gran parte dell’Europa. In seguito alla contaminazione sono cancellate dalle mappe intere città nel raggio di 30 km, la più colpita è Pripyat. Una fiorente comunità di 49.000 abitanti fondata nel 1970 proprio per ospitare i lavoratori di Chernobyl. Oltre trent’anni dopo, questo abitato fantasma è un quadro immobile dell’Unione Sovietica nel 1986, dove la propaganda comunista è ancora appesa alle pareti. La falce e il martello decorano i lampioni, in attesa delle celebrazioni del Primo Maggio che non hanno mai avuto luogo. Tutti gli orologi sono fermi alle 11:55, nel momento esatto in cui l’elettricità è stata interrotta dal disastro di Chernobyl. La street art ha conquistato le pareti delle case e sembrano lanciare un monito:
“Dalle Ceneri del passato”!
Un fatalismo antico
L’incubo di una possibile guerra nucleare è percepito con particolare apprensione negli anni dell’Era Atomica. Pubblicano numerosi romanzi che trattavano tematiche legate alle conseguenze in termini di distruzione pressoché totale per la civiltà e per l’uomo. Ad esempio, nel filone della fantascienza apocalittica e post apocalittica, il vasto pubblico conosce opere come Paria dei cieli di Isaac Asimov (1957). Nell’arte vengono prodotti poster e manifesti che illustrarono questa epoca e tutte le sue contraddizioni. In Italia nasce un movimento artistico, l’Eaismo (1948-1959) che intende mettere in guardia l’umanità dal rischio di un conflitto di quella atomico. Dal passato al presente l’arte vive la storia e coinvolge artisti da Dalì a Picasso fino ad arrivare ad Andy Warhol. Tuttavia si riflette anche sul futuro perché l’incubo delle radiazioni si riaccende dopo che nella zona rossa di Chernobyl si è riacceso un focolaio nei giorni passati.