Dinastia Savoia una donna erede al trono

Dinastia Savoia una donna erede al trono

Toccherà alla figlia di Emanuele Filiberto portare avanti il buon nome della famiglia reale. Vittoria, 16 anni, è molto emozionata e sente il nuovo ruolo con grande responsabilità. È scontro con la Consulta monarchica sul destino della dinastia Savoia.

Dinastia Savoia: una donna erede al trono

Si riapre, almeno per il ramo della dinastia Savoia, la questione della successione al trono. Infatti la Consulta monarchica, ente creato per vigilare sulla rettitudine, l’onorabilità ed il decoro della Casa Reale, ha definito sconveniente una donna erede al trono. Perciò la Consulta sostiene che la successione al trono deve passare al Ramo Aosta rappresentato da Amedeo d’Aosta e dal figlio Aimone. Per Emanuele Filiberto la Consulta, fondata nel 1955 e riconosciuta da Re Umberto II, non ha titolo riguardo a decisioni simili. Sebbene questo organismo è stato istituito propri per garantire e regolamentare la titolarità dinastica e morale nel rappresentare i monarchici e l’istituzione reale. Emanuele Filiberto ha inoltre dichiarato che:

“La Consulta, di cui fa parte anche mio zio Amedeo, è una semplice associazione, non è la Consulta voluta e riconosciuta da Casa Savoia. Il ramo Aosta ha sempre voluto prendere il posto di Casa Savoia “.

Questioni di successione

Così il principe Emanuele Filiberto definisce ridicola e anacronistica la presa di posizione della Consulta che presiede Gianni Stefano Cuttica e Aldo Mola. Di conseguenza sostiene che il re Umberto II non ha mai modificato la successione. È lecito che Vittoria, la figlia del principe con l’aiuto della sorella Luisa, porti avanti i valori di una dinastia. Dopo mille anni è certamente una svolta quella annunciata da Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto in casa Savoia. Questione di ordini dinastici e di valori e tradizione. Perché anche se un regno non c’è non è meno importante. Di conseguenza il Duca di Aosta non gradisce la mossa e annuncia battaglia a colpi di carte bollate e processi. Insomma come per gli Windsor alle prese con la voglia di libertà di Harry e Meghan, anche per l’Italia c’è scontro tra reali sui protocolli.