Depressione ansia e solitudine stanno raggiungendo il picco tra donne, giovani e maggiormente negli studenti universitari. In base alle stime, solo in Italia a soffrirne sono 3,5 milioni. Si calcola un’ipotetica percentuale del 20% in più, per via delle future restrizioni anti-covid.
Paura, ansia e panico sono i “famosi” campanelli d’allarme che il nostro organismo manifesta per evidenziare che dentro di noi qualcosa ovviamente non va. Purtroppo, l’angoscia e la diffusione del covid, con il conseguente distanziamento sociale; oltre all’impossibilità di relazionarsi con il mondo esterno, hanno aumentato in maniera esponenziale i casi di depressione, fobie e – in alcuni casi – ossessioni e compulsioni. Sintomi generati, come dicono le statistiche, dai continui lockdown e le discontinue chiusure. Poi ancora dai lutti e, non meno importante, dalla crisi economica che nel pieno dell’emergenza sanitaria, ha fatto sviluppare di netto le manifestazioni collegate al disturbo dell’umore.
Sono tante le associazioni che, nelle varie Regioni, si sono mosse per offrire un aiuto concreto a chi ha bisogno; ma le stime più recenti parlano di una diagnosi incompleta; perché dei 3,5 mln di casi, s’ipotizza che sono solo una parte d’individui affetti da disturbo depressivo maggiore. L’altra parte non è ancora emersa. Uno studio internazionale, condotto dall’Università di Boston, avrebbe rilevato, oltre alle normali statistiche un caso crescente all’interno delle facoltà Universitarie.
Depressione ansia e solitudine: i dati della sindrome depressiva tra gli studenti Universitari
La ricerca di Boston, su quasi 33.000 studenti del paese, indica che la prevalenza della depressione e dell’ansia nei giovani continua ad aumentare; raggiungendo ora i suoi livelli più alti, un segno dei crescenti fattori di stress, è dovuto alla pandemia da coronavirus. Ma non solo, in una percentuale le motivazioni sono da attribuirsi anche ai disordini politici, al razzismo sistemico e alla disuguaglianza.
“La metà degli studenti dell’autunno 2020 è risultata positiva alla depressione e/o all’ansia“; sostiene Sarah Ketchen Lipson, ricercatrice della Boston University per la salute mentale e co-ricercatrice principale del sondaggio nazionale pubblicato online l’11 febbraio 2021, durante il semestre autunnale 2020 attraverso l’Healthy Minds Network.
Il sondaggio rivela come l’83% degli studenti – in merito alla loro salute mentale- ha dichiarato concrete le motivazioni a base sondaggio, che sono poi quelle di maggior impatto negativo sulle loro prestazioni accademiche nell’ultimo mese. Inoltre, due terzi degli studenti universitari sono alle prese con la solitudine e la sensazione d’isolamento; una prevalenza, che riflette il pedaggio della pandemia e il distanziamento sociale necessaria per controllarla.
In Italia, la sindrome depressiva negli studenti Universitari, sembra riguardare il 30%; in base ad un sondaggio, sarebbe emerso – insieme a una profonda tristezza – inedia, inadeguatezza, sconforto o rabbia.
Gli esperti, che invitano alla massima prudenza, in più di una circostanza hanno fatto leva su ogni tipo di appoggio; giacché spesso è evidenziato che questi sentimenti negativi – cui si sommano una serie di aggravanti – portano a situazioni ingestibili, gravi o irreversibili. Alla base delle stime: l’abuso di sostanze, isolamento sociale, problemi fisici associati al disturbo; oppure uso sfrenato dei social o della tecnologia in genere e, nel peggiore dei casi, pensieri suicidi.
L’importanza di una consulenza medico-professionale
Una parte di studenti svilupperebbe, inoltre, “pensieri auto sabotanti”. Il “non vado bene … è colpa mia … non sono buono/a nulla … o Non valgo niente… nessuno mi capisce … non riuscirò mai a finire gli studi … sto solo perdendo tempo …” e così via. Man mano che questi pensieri scavano nella mente di un individuo, le insidie e le trappole mentali, diventano un loop dal quale, il più delle volte, senza un aiuto da parte di un professionista è difficile uscirne.
Come inevitabile conseguenza, lo studente sarà portato a fare meno, vittima di un senso di opprimente sconfitta, sulla quale sarà opportuno intervenire tempestivamente. L’emergenza sanitaria – che non è la sola colpevole (se di colpe si può parlare) – ha stimato che del totale in Italia (3,5 mln), circa 2 mln sono donne. Per di più che a seguito della pandemia, molti disturbi sono stati riscontrati sia tra i giovani dai 18 ai 29 anni; sia tra i 30 e i 44 anni. Un’incidenza è stata riscontrata in Emilia-Romagna, dove ben 85 mila persone soffrono di depressione maggiore. Tirando le some, 1 individuo su 5, sviluppa ansia, panico e insofferenza per i limiti sociali.
Depressione ansia e solitudine – Invito alla lettura: un piccolo aiuto per iniziare a ritrovare se stessi.