Oggi 2 novembre 2020 ricorre la giornata mondiale contro i crimini sui giornalisti indetta dall’Onu nel 2013. Per questa occasione la Rai aderisce con un commovente progetto e illumina la sede di viale Mazzini a Roma. Proiettando sulla sua facciata 77 nomi di persone cadute nella battaglia quotidiana per un’informazione autentica e libera. Infatti dall’inizio del secolo hanno ucciso più di 1.500 cronisti in tutto il mondo, e in oltre l’85% dei casi gli assassini restano purtroppo impuniti. Ma come è la situazione in Italia?
L’iniziativa Rai contro i crimini sui giornalisti
L’elenco delle vittime italiane è pieno di nomi che contrassegnano la cronaca del Paese. Ad esempio la tragedia di Mostar, dove il 28 gennaio del 1994 perdono la vita Marco Luchetta, Alessandro Sasa Ota e Dario D’Angelo. Inviati della Rai in Bosnia per un servizio sui bambini della ex Jugoslavia. Nello stesso anno Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vengono uccise a Mogadiscio in Somalia. Nondimeno nella lista delle morti italiane senza giustizia ci sono anche: Italo Toni e Graziella De Palo, Mino Pecorelli, Raffaele Ciriello. Nomi e storie, unite dalla passione per il giornalismo e la cronaca come impegno civile, che la Rai vuole ricordare con un’iniziativa simbolica. Ossia un’illuminazione decisa insieme al sindacato dei giornalisti per richiamare l’attenzione delle istituzioni internazionali. Affinché adottino strumenti più efficaci per proteggere la vita e il lavoro di cronisti e croniste di tutto il mondo.
Una battaglia globale per ottenere maggior tutela
Questo è un gesto importante di grande solidarietà soprattutto in vista della Conferenza mondiale sulla libertà di stampa. Convocata dall’UNESCO e dal Regno dei Paesi Bassi il 9-10 dicembre e chiamata ad esprimersi sul numero alto dei decessi di giornalisti. Infatti tra gli argomenti discussi ci saranno le linee-guida per i pubblici ministeri sulle indagini e il perseguimento di crimini e attacchi contro giornalisti. Ventisette solo negli ultimi 5 anni, 37 dei quali dichiarati come casi irrisolti, un numero incredibile. Soprattutto perché è riferito ad un’area geografica dove il diritto di cronaca si ritiene tutelato meglio che in altre parti del mondo. Perciò in una giornata importante come oggi bisogna ricordare affinché la guerra per la verità combattuta dalla stampa non tramonti mai.