ROMA – Cosa cambia con il nuovo Dpcm. Analizziamo quali sono le novità dell’ultimo decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte. La misura che ha fatto più discutere, provocando anche le proteste dell’Anci, è quella secondo cui i sindaci possono disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.
Così dal Dpcm è scomparsa la parola “sindaci”. Per quanto riguarda, invece, lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche, esso è consentito “soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento, nel rispetto delle prescrizioni imposte dal questore ai sensi dell’art. 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza”.
Invece le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 8 alle ore 21. A condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica.
Cosa cambia con il nuovo Dpcm
Restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso. Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto. Le feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose sono consentite con la partecipazione massima di 30 persone. Riguardo alle abitazioni private, continua la linea dei giorni scorsi: è infatti fortemente raccomandato di evitare feste, nonché di evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei. Sono vietate le sagre e le fiere di comunità.
Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5 sino alle ore 24 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18 in assenza di consumo al tavolo. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio. Nonché, fino alle ore 24, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21.
La scuola non chiude. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado possono adottare forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza. Ma anche modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani. E disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9. Le università predispongono piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative.