La storia del calcio femminile affonda le sue radici in Inghilterra, all’alba della Prima Guerra Mondiale. Con gli uomini al fronte le donne rimaste in patria cominciano ad occupare i posti vacanti in fabbrica. Durante le loro pause prendono le medesime abitudini degli uomini, ossia iniziano a giocare a calcio. Ed è proprio la ditta Dick, Kerr & Co. Factory a Preston che forma la prima squadra di football: le Signore del Kerr. Ma come nasce questo fenomeno e come si sviluppa in Italia? Scopriamolo insieme facendo un salto negli anni ‘30 del Novecento a Milano. Quando fra la primavera e l’estate del 1933 si costituisce il Gruppo Femminile Calcistico italiano formato da una trentina di ragazze.
L’esordio del calcio femminile italiano
Tra loro c’è Rosetta, Marta, Losanna, studentesse, sarte e impiegate, di età compresa tra i 14 e 20 anni, tutte autorizzate dai genitori. Tra i primi problemi c’è quello relativo alle divise che all’epoca non esistono. Allora come scendevano in campo? Indossando una sottanina nera per non destare scandalo, e le partite si giocano in due tempi da 15 minuti. In porta c’erano i ragazzi per evitare che le donne rischiassero di prendere pallonate sugli organi riproduttivi. Perché il terrore di gerarchi e medici è che il calcio possa compromettere la fertilità delle giocatrici. Le ragazze del calcio femminile portano avanti il loro sogno con tenacia. Scrivono lettere alle redazioni dei giornali sportivi, inviano calendari degli incontri e foto delle gare. Il settimanale Il Calcio Illustrato prende subito in simpatia questo energico gruppo di giovani e gli dedica articoli ed interviste.
La chiusura del Gruppo Femminile Calcistico
In una di queste interviste rilasciate alla rivista la giocatrice Rosetta Boccalini promette che:
“ Le mie compagne hanno tanta passione e buona volontà: non tramonteremo mai”!
L’11 giugno del 1933 organizzano nel campo Fabio Filzi di Milano la prima partita di calcio femminile d’Italia. Il pubblico accorre numeroso per vedere le calciatrici in azione. E l’evento ha un’eco tale che anche in altre città cominciano a formarsi squadre di calcio femminile. Ciononostante quando arriva a capo del Coni il gerarca del regime fascista Achille Starace impone la chiusura del Gruppo femminile calcio. Soprattutto per evitare che il fenomeno si allarghi ulteriormente e fa in modo di dirottare quelle calciatrici verso altri sport. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale c’è una timida ripresa. A Trieste nasce nel 1946 la Triestina e il San Giusto, mentre a Napoli viene fondato il Napoli femminile.
Dal Sessantotto ad oggi
Nel 1968 nasce la Federazione Italiana Calcio Femminile, FIC, ed è l’anno del primo campionato nazionale. Vinto dal Genova grazie anche alla stella nascente e centrocampista Maura Fabbri che segna ben sei goal durante la partita. Successivamente tra gli anni Settanta e Ottanta la storia del calcio femminile italiano è un groviglio di scismi e fusioni di sigle federali. Fino al 1986, quando entra a far parte della FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio. In conclusione dalle ragazze del Dick, Kerr’s Ladies Football Club a oggi probabilmente si è fatta tanta strada. Tuttavia bisogna tagliare altri traguardi e l’ultimo arriverà a partire dalla stagione 2022-2023, quando il calcio femminile passerà al professionismo con un campionato tutto suo. Un riconoscimento arrivato a coronare le imprese passate, attuali e future di tante donne che lottano per avere visibilità, sostegno e l’accettazione che probabilmente meritano.