13 agosto 1942. Nelle sale cinematografiche americane esce Bambi della Walt Disney, un cult intramontabile d’animazione che in questi giorni compie 80 anni.
Diretto da David Hand, questo lungometraggio di 70 minuti, triste come pochi, (insieme a Dumbo), è riuscito a far commuovere tutto il mondo. La storia racconta di un dolce cerbiatto che dopo aver assistito all’uccisione della madre per mano di un cacciatore, deve imparare in fretta a cavarsela da solo sin dall’infanzia, per arrivare all’età adulta. Nel cammino della vita, sarà accompagnato dai suoi amici Tamburino, un coniglio tutto pepe, compagno di giochi inseparabile, e Fiore la dolce moffetta sognatrice, tutto in una storia travagliata che, tuttavia, sin dall’inizio sia per la lavorazione che per la distribuzione ha subito diverse battute d’arresto.
Bambi compie 80 anni
Bambi è tratto dal libro di Felix Salten – Bambi, la vita di un capriolo – un’opera matura, dedicata ovviamente a un pubblico adulto con risvolti drammatici. La produzione costò alla Disney parecchi sacrifici e sin dal primo momento non ebbe vita facile. Correva l’anno 1937 quando Walt Disney comprò i diritti d’autore ed affidò agli sceneggiatori Perce Pearce e Larry Morey il compito di lavorare sul romanzo affinché potesse diventare un lavoro cinematografico. Restando fedeli all’opera di Salten, la lavorazione iniziò solo nel 1939.
Furono diversi i sopralluoghi nei boschi del Maine e nel Vermont. Vennero scattate diverse fotografie alla vegetazione e agli animali; tra questi, ovviamente, Cervi, cerbiatti e così via, il tutto col fine di rendere il più verosimilmente possibile l’ambientazione del film.
Il lavoro purtroppo procedette a rilento perché la Disney in quel momento stava lavorando a quelli che nel tempo furono catalogati come grandi opere; capolavori come Pinocchio e Fantasia che sfortunatamente, per avere il loro momento di gloria dovranno attendere a lungo.
Le due pellicole, iniziate dopo Bambi, ottennero una produzione più veloce ed un’altra altrettanto veloce distribuzione sul mercato, poiché i lavori furono portati avanti e conclusi in tempi ottimali.
In merito a Bambi, circa 4 anni dopo, sembrò che la realizzazione del film fosse ormai avviata e già nella primavera del 1940, la preproduzione sembrò andare a buon fine tanto che gli animatori ricevettero l’incarico di portare definitivamente a termine il lungometraggio. In quel periodo però la Disney aveva qualche problema economico. Sia Pinocchio che Fantasia erano stati piuttosto dispendiosi e, purtroppo, gli incassi al botteghino erano stati esigui, ciò comportò un lavoro oneroso e davvero poco gratificante.
Un inizio in ascesa
Gli scarsi introiti di questi due film gravarono sulla Disney, creando non pochi problemi. Poi, nella primavera del 1941 gli animatori si trovarono di fronte non solo a un budget molto limitato ma anche a dover velocizzare la produzione oramai diventata quasi un’odissea e questo comportò numerosi tagli e un po’ di delusione. Inoltre, qualche tempo dopo, l’America entrò in guerra e ciò influì ulteriormente nell’uscita tardiva della pellicola, che arrivò appunto nelle sale solo nel 1942. In Italia si dovrà attendere il 1948. Una curiosità tutta italiana è che nel ridoppiaggio del 1968, la voce di Bambi nelle prime fasi della vita, fu di Loretta Goggi.
La storia disegnata da Milt Kahl e Frank Thomas non sembrò in un primo momento portare grandi benefici alla Disney. All’uscita nelle sale, Bambi ricevette diverse critiche non favorevoli, e parecchie recensioni negative. Nonostante tutto, col passare del tempo il film divenne uno dei capolavori più considerati del mondo dell’animazione. Non da meno, uno dei lungometraggi più belli e coinvolgenti del panorama Disney.
Il successo sperato
Ricevette ben 3 nomination agli Oscar come miglior sonoro, migliore canzone e miglior colonna sonora. La conclusione fu per la casa di produzione un vero successo risultando anche il film con il maggior incasso dell’anno (1942).
A fine 2011 fu annoverata nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso. Un aneddoto su Bambi riguarda tutta una serie di considerazioni fatte sul libro di Salten.
Sembra, infatti, che nel 1935 Thomas Mann conobbe Walt Disney negli Stati Uniti, quando ricevettero entrambi una laurea ad honoris causa dall’università di Harvard. Mann parlò a Disney del lavoro di Salten che in quel periodo non navigava in buone condizioni economiche. In qualità di ammiratore delle sue opere, Mann consigliò al produttore la vendita dei diritti per l’adattamento cinematografico del romanzo. In realtà era anche per offrirgli un sostentamento economico. La conclusione fu un idillio perfetto.
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