Un’analisi dettagliata della composizione e del moto di oltre 500 stelle ha rivelato prove conclusive di un’antica collisione tra Andromeda e una galassia vicina. I risultati, che migliorano la comprensione degli eventi che determinano l’evoluzione delle galassie, sono stati presentati da Ivanna Escala della Carnegie, lunedì 15 giugno al meeting dell’American Astronomical Society.
Le galassie crescono accumulando materiale dagli oggetti vicini – altre galassie e densi ammassi di stelle chiamati ammassi globulari – spesso in seguito a un incidente catastrofico. Questi eventi lasciano dietro di sé delle reliquie sotto forma di associazioni stellari che gli astronomi chiamano caratteristiche mareali (o forze marali). Queste possono includere flussi allungati o gusci arcuati che si muovono intorno alla galassia superstite. Lo studio di questi fenomeni può aiutarci a capire la storia di una galassia e le forze che ne hanno modellato l’aspetto e la composizione.
“I resti di ogni incidente possono essere identificati studiando il movimento delle stelle e le loro composizioni chimiche. L’insieme di queste informazioni costituisce una sorta di impronta digitale che identifica le stelle che si sono unite a una galassia in una collisione”; Commenta Escala.
Prove conclusive dell’antica collisione tra Andromeda e una galassia vicina
Escala e i suoi collaboratori*, hanno studiato 556 stelle del ramo delle giganti rosse in una caratteristica fisica di Andromeda chiamata Northeast shelf,. che forma una sporgenza netta nella densità del materiale della galassia.
“Abbiamo eseguito la prima caratterizzazione dettagliata della composizione chimica e del moto geometrico delle stelle in questa regione della galassia vicina, dimostrando in modo definitivo che la piattaforma NE è un guscio mareale composto prevalentemente da detriti provenienti dalle conseguenze di una collisione”, ha spiegato Escala.
Il loro lavoro dimostra anche che la piattaforma NE fa parte di un sistema a guscio multiplo con le piattaforme ovest e sud-est della galassia; e poi che il materiale in queste regioni è coerente con quello del flusso stellare gigante di Andromeda,. collegando tutte queste forze mareali come potenzialmente originate dalla stessa fonte.
“I nostri risultati sono in linea con la modellazione che prevede che il Giant Stellar Stream sia il primo anello di materiale proveniente da una collisione e che la piattaforma NE sia il secondo strato avvolgente”, ha concluso Escala.
Questo livello di analisi conferma le previsioni sul violento passato di Andromeda; e poi informa la comprensione degli astronomi su come il materiale. accumulato dalle collisioni modella le caratteristiche circostanti di una galassia e la sua storia evolutiva.
Quest’indagine è sostenuta da una borsa di studio Carnegie Princeton,. dalla National Science Foundation degli USA; ed ancora dalla NASA,. dal programma di borse di studio Scialog della Research Corporation for Scientific Advancement sull’astronomia nel dominio del tempo. e, infine, dallo Space Telescope Science Institute.
Nel Team*: Karoline Gilbert e Mark Fardal dello Space Telescope Science Institute. Poi Puragra Guhathakurta dell’UC Santa Cruz. Robyn Sanderson dell’Università della Pennsylvania. Jason Kalirai del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory e infine Bahram Mobasher dell’UC Riverside.