In molti chiamano il Vittoriano con l’appellativo macchina da scrivere e spesso lo associano al fascismo. Per nasconderlo in passato hanno anche pensato a soluzioni piuttosto singolari, ad esempio lasciare che delle piante di edera lo ricoprissero totalmente. In realtà non c’entra proprio niente né con Mussolini né con il ventennio della sua dittatura perché il progetto risale agli ultimi anni del 1800. Ed è un monumento di grandissima valenza simbolica che riunisce in sé tutti i valori dell’Italia risorgimentale. L’intero monumento è spesso chiamato l’Altare della Patria, in quanto questo elemento è visto da tutti come il centro emblematico dell’edificio.
Un simbolo di cambiamento l’Altare della Patria
La sua costruzione inizia nel 1885 con Umberto I di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Sono anni di grande fervore nazionale e c’è necessità di avere un monumento commemorativo per testimoniare i mutamenti che il Paese vive. La struttura è alta 81 metri e larga 135 si erge con orgoglio esattamente a pochi passi dal Colosseo che rappresenta l’apice della Roma imperiale. La scelta di costruire il Vittoriano sul Campidoglio non è certo casuale, infatti questo monte è uno dei più importanti della Capitale. Perché è qui che, secondo la leggenda, è fondata la città nonché dove fu eretto il tempio a Giove Capitolino. Una singolare curiosità è data dalla sua perfetta contrapposizione a San Pietro, che simboleggia invece il potere temporale dei Papi. Per terminare i lavori ci sono voluti 25 anni, un tempo davvero breve considerata la grandezza del monumento.
Trionfo dell’amor patriottico
L’inaugurazione avviene ufficialmente nel 1911 ed è un vero successo, perché questo edificio raffigura tutto ciò che ci serve per la solidità di un paese. Ai lati, dove sorge e tramonta il sole, ci sono due fontane che rappresentano il mar Adriatico ed il mar Tirreno. Infatti queste segnano i confini del monumento così come i due mari delimitano la Penisola Italiana. Al centro si trova la statua equestre del re Vittorio Emanuele II, su un basamento di marmo su cui sono rappresentate le città italiane. A coronare questo sogno ci sono i gruppi scultorei che raffigurano i valori del popolo italiano: la Forza, il Diritto, l’Azione, la Concordia, il Sacrificio. Infine sull’Altare della Patria c’è la tomba del Milite Ignoto, posta il 28 ottobre 1921 con una cerimonia struggente a monito e memoria della la Prima Guerra Mondiale.
Il museo ed altre curiosità
Questa struttura ha anche un cuore ed è un museo che ci racconta le tappe fondamentali del Risorgimento italiano fino al primo conflitto Mondiale. C’è persino la barella che trasportò Garibaldi ferito. Una singolarità incredibile, che pochi conoscono, riguarda la statua equestre in bronzo, fatta nel 1910 da Enrico Chiaradia. Data la grandezza complessiva del monumento e la posizione sopraelevata, non sembra grande ma questa mastodontica composizione è lunga 10 metri e alta 12. All’interno della pancia del cavallo venne organizzata perfino una cena di venti persone per festeggiare la buona riuscita dei lavori, come testimoniano alcune foto d’epoca. Mai più di oggi, giorno della Festa della Repubblica, questa forte identità storica deve essere celebrata e sentita. Così come la speranza non deve mai spegnersi e restare sempre accesa proprio come il fuoco perenne arde nel braciere dell’Altare della Patria.