Ribelle ed eccentrico Amedeo Modigliani incarna forse la figura dell’artista maledetto, costantemente alla ricerca di una irraggiungibile forma espressiva soddisfacente. Ha sempre rifiutato di associarsi ai movimenti artistici dell’epoca, come il cubismo, surrealismo e futurismo. Tuttavia il percorso e la sua arte lo rendono uno degli artisti più influenti della pittura del primo Novecento e del XXI secolo. Siete curiosi di conoscere la sua storia? Possiamo cominciare da dove tutto ha inizio, ossia da Livorno in Toscana, dove il mare trionfa infrangendosi sulle coste frastagliate.
Vita e formazione di Amedeo Modigliani
In questa città portuale Amedeo Modigliani nasce il 12 luglio del 1884 in una famiglia di origini ebraiche. Passa buona parte dell’adolescenza a combattere con una malattia, la pleurite e la febbre tifoide, che gli impedisce di avere un’educazione tradizionale. Ciononostante inizia a disegnare e dipingere già in tenera età e nel 1898 a 14 anni lavora nello studio di Guglielmo Micheli. Uno dei pittori più in vista di Livorno, e tra i migliori allievi del grande Giovanni Fattori. Malauguratamente dopo soli due anni la malattia sviluppa in tubercolosi, questo interrompe la formazione artistica di Modigliani e cambia l’intera traiettoria della sua vita. Infatti nel 1906, lasciata da parte la formazione classica, l’artista si trasferisce a Parigi a Le Bateau-Lavoir. Una comune per artisti squattrinati dove nasce la leggenda di Modì, soprannome francese, e la sua fama di artista maledetto.
Il periodo passato a Parigi
Malgrado lo stile di vita autodistruttivo in questo periodo il pittore produce lavori a un ritmo furioso, realizza fino a 100 disegni al giorno. Purtroppo la maggior parte di loro non esiste più poiché Modigliani li distruggeva o li buttava durante i frequenti spostamenti. Nel 1907 incontra Paul Alexandre, un giovane medico che diventa il suo primo mecenate acquistando il dipinto L’ebrea (1908). Opera che probabilmente rappresenta uno dei principali esempi dello stile che sviluppa nel periodo parigino. Finalmente nel 1917, con il patrocinio del mercante d’arte polacco e amico Leopold Zborowski, Modigliani realizza la prima esposizione personale alla Galérie Berthe Weill. Il 3 dicembre di quell’anno, giorno della mostra, uno zelante commissario della polizia francese scandalizzato dai nudi a suo dire osceni ne impedisce l’apertura. Proprio queste opere diventeranno tra le più celebri di tutta la produzione pittorica di Modì.
L’incontro con Jeanne e la morte
Nella primavera del 1917 Modigliani inizia una relazione con Jeanne Hebuterne che gli darà due figlie, Anne e Laura. Questa donna diventa anche un soggetto frequente ne è un esempio il Ritratto di Jeanne Hebuterne del 1919. Ritratti femminili caratterizzati da tratti unici: lungo collo e occhi, vuoti e profondi che rappresenterebbero la profondità dell’anima. Questo sembra essere il periodo più felice per il pittore ma l’armonia della coppia viene infranta dalle fasi finali della meningite tubercolare. Modigliani muore a soli 35 anni il 24 gennaio 1920 e la compagna incinta di nove mesi del secondo figlio si suicida il giorno seguente. Si chiude così la vita del poeta e maestro maledetto di cui resta indelebile il ricordo nell’anima e nel cuore della storia della pittura italiana.
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