Il fenomeno dell’acqua alta a Venezia è un evento naturale abituale e momentaneo ormai entrato nella vita di ogni cittadino veneziani. Ciononostante è anche un problema attuale al quale si cerca di porre rimedio perché rischia di essere una seria minaccia per la città. Per questo motivo dal 2003 è in corso la costruzione di un sistema di dighe in grado di limitare le maree che invadono la laguna.
Un progetto per fermare l’acqua alta a Venezia
Si tratta di una struttura sperimentale elettromeccanica conosciuta con l’acronimo Mose, composta da quattro barriere poste alla bocca del porto di Venezia. Il suo primo collaudo è avvenuto ieri 3 ottobre 2020 con risultati positivi che fanno ben sperare. Difatti al momento del picco di marea le paratoie dell’opera si sono sollevate lasciando Piazza San Marco quasi completamente all’asciutto alla presenza dei turisti stupefatti. Proprio mentre l’acqua in mare raggiungeva i picchi di 125 centimetri previsti dal Centro maree del Comune. Le barriere del Mose hanno impedito l’acqua alta a Venezia e persino il commissario del Porto Pino Musolino ha esternato sui social la propria soddisfazione:
“L’opera sta funzionando e da veneziano tiro un sospiro di sollievo, dopo la grande paura dello scorso 12 novembre. Adesso serve compatibilità con il porto commerciale, per garantire futuro ed economia”!
Le incognite da calcolare in futuro
Sorpresi anche i commercianti preparati al peggio, ora la speranza è che continui sempre a funzionare così anche in giornate più estreme. Perché dopo le esultanze bisogna anche tener conto di alcune cose importanti, come ad esempio le condizioni climatiche eccezionali. Oppure il traffico di navi che quotidianamente solcano la laguna e che condiziona sensibilmente il livello delle maree. Dubbi che saranno sciolti solo dopo il rilascio dell’opera finita e collaudata prevista per il 31 dicembre 2021. Resta invece aperto il tema che riguarda l’innalzamento del livello del suolo che continua a scendere sensibilmente.