Ci sono delle cose nella vita, che forse riusciamo a malapena a cogliere durante la nostra esistenza, e che per convenzione o paura, siamo più inclini a deridere. È quella realtà alternativa, frutto della mente umana, “un’esperienza” che la povera Olivia Mabel visse a caro prezzo. Oltre al mistero che circonda la storia, ci sono prove scioccanti che la donna potrebbe aver costruito un’entità che ha deliberatamente causato la sua morte. Percorriamo insieme questa vicenda a ritroso, partendo dal placido sobborgo di Celina, in Texas, a circa un’ora a nord di Dallas.
Il dramma di Olivia Mabel
In questa città, Olivia Mabel visse con il marito Travis ed il figlio Aiden in una proprietà tentacolare chiamata Footlights Ranch. L’idillio familiare si spezza a causa di un tragico evento. Infatti, nel 1990 Aiden, di soli sette anni, morì affogando in uno stagno. Sopraffatta dal dolore e dal senso di colpa, Olivia smise di lavorare e divorziò dal marito all’inizio del 1991. Venne avvistata per l’ultima volta nel settembre del 1991, e per i successivi due anni e mezzo la inghiottì il silenzio. Finché il 27 febbraio 1994, la polizia rispose a tre chiamate mute al 911 provenienti da casa Mabel. Gli agenti arrivarono sulla scena e dopo aver sfondato la porta, scoprirono quella che sembrò solo una casa abbandonata. Perquisendola entrarono nella stanza di Aiden, stranamente ordinata, e trovarono su una sedia a dondolo proprio Olivia, morta da diversi giorni che stringeva ancora una bambola dalle fattezze del figlio.
Una mortale creatura della mente
Come se tutto questo non fosse già sufficientemente inquietante, gli agenti notarono che davanti a lei c’era un misterioso altare con sopra l’urna contenente le ceneri del bambino, un guanto da baseball, un orsacchiotto e delle scarpe. Apposto sulla parte anteriore dell’altare c’era una scritta cerimoniale in una lingua in sanscrito che tradotto significa “costruire”.
Francesca Santiago, tra i primi ufficiali sulla scena, descrisse ciò che trovò:
“Ho passato molto tempo a El Paso, e avevo uno zio a cui piacevano cose oscure e occulte. L’ho riconosciuto subito. Quando sono entrata in quella stanza e ho visto i simboli su quell’altare ho sentito una forte presenza rabbiosa incombere su di me”!
Basandosi su tutti questi enigmatici elementi è probabile che Olivia Mabel sia riuscita a incanalare il suo dolore nella creazione di un’entità reale. Conosciuta nel buddismo tibetano come un tulpa, un essere creato attraverso formazioni magiche generate da una potente concentrazione di pensiero.
L’enigma della lettera
Aggiunge mistero alla storia un foglio scritto da Olivia e trovato vicino al suo corpo, che porta la data 27 febbraio 1994. È il giorno esatto della chiamata ai servizi di emergenza sanitaria e dell’arrivo della polizia sulla scena. Come ha potuto scriverlo? La donna, come accennato, era chiaramente morta da settimane o addirittura da mesi. Si evinse dallo stato di decomposizione del cadavere. Lo straordinario messaggio recitava:
“Mio Aiden, mi dispiace. Non avrei mai dovuto lasciare che diventasse così. Me ne sto andando. Non ti permetterò di prendermi tu VILE, EVIL CREATURA. La mamma sta venendo a prenderti, Aiden”!
In conclusione è possibile che il tulpa creato da Olivia sia andato fuori controllo diventando malvagio? E chi (o cosa) ha effettuato le chiamate silenziose al 911 da casa quella sera? Sono quesiti che fanno di questa morte bizzarra e solitaria l’unico caso irrisolto nella storia della tranquilla cittadina di Celina, nel nord del Texas.