Omicidio di Colleferro, mentre la città piange la prematura scomparsa di Willy Duarte Monteiro, il giovane 21 enne ucciso a calci e pugni domenica, sui social gli haters si scatenano con commenti antisemiti. Gli inquirenti ora vagliano anche l’aggravante razziale.
Accade domenica, alle porte di Roma. Un’altra vita spezzata. Un altro giovane massacrato dal branco. Un omicidio che ricorda inevitabilmente anche il caso di Emanuele Morganti, avvenuto tre anni fa nel pestaggio di Alatri.
Willy, che in base alla ricostruzione era uscito da un locale insieme ad un amico ancora sotto shock – come racconterà poi il padre di quest’ultimo – stava tornando alla sua auto, quando si accorge di una rissa. Insieme all’amico, provano a sedare gli animi ma l’intervento finisce male.
Il branco lo aggredisce. L’amico riesce a divincolarsi e fuggire. Lui esanime a terra è colpito più volte da calci e pugni alla testa. Cinque contro uno.
La vigliaccheria di questo gesto parla da sé. Inutile l’intervento del 118. Willy Duarte M. giungerà in ospedale privo di vita. Adesso 4 persone risultano indagate per omicidio preterintenzionale.
Il paese di Willy è ancora incredulo e piange la scomparsa del 21 enne originario di Capoverde. Un omicidio brutale, una violenza irrazionale ai limiti dell’incredulità. Un atto vergognoso “figlio” di una ideologia malata.
Omicidio di Colleferro, una vita spezzata
Duarte era residente a Paliano, in provincia di Frosinone. Giocava nella squadra locale di calcio e il suo talento, compresa l’allegria e la grande voglia di vivere, come hanno raccontato amici e conoscenti, erano per lui un tratto distintivo. Aveva una sorella più piccola e frequentava l’Istituto Alberghiero di Fiuggi, lavorando come aiuto cuoco all’Hotel degli Amici di Artena. Uno dei suoi sogni era di poter indossare la maglia giallorossa. La passione per il calcio, per la Roma, lo rendeva una giovane promessa.
Un sogno infranto troppo presto, dal massacro che ha inevitabilmente causato la sua prematura scomparsa. Gli assassini, quasi coetanei, hanno tra i 22 e i 26 anni.
Si tratta di Mario Pincarelli 22 anni, Francesco Belleggia di 23, Marco e Gabriele Bianchi rispettivamente di 24 e 26 anni.
Su Facebook non mancano messaggi di affetto alla famiglia di Willy Duarte, tra cui in primis il post del sindaco di Paliano, Domenico Alfieri che commenta così:
“Sconforto e disperazione. Questo è quello che prova in questo momento la nostra città per la perdita del nostro Willy: uno splendido ragazzo che si è trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Tutta la città di Paliano si stringe intorno alla famiglia e ne condivide l’immenso dolore“.
Alle sue parole si uniscono quelle del sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna:
“L’omicidio avvenuto questa notte a Colleferro ci lascia senza parole. L’atto gravissimo e le modalità, che se fossero confermate sarebbero inimmaginabili per il nostro territorio, ci sconvolgono e ci riempiono di dolore e rabbia. Sono personalmente in contatto con le forze dell’ordine per avere delle informazioni maggiori”.
L’odio sui social
Intanto, sui social, si diffondono anche commenti razzisti nei confronti del ragazzo. “Avete tolto di mezzo uno scimpanzè“. “Siete degli eroi“.
Questo uno dei tanti messaggi, che ha dato motivo alla polizia postale di Latina di intraprendere un’azione al fine di avviare un’indagine con aggravante razziale.
I chiari riferimenti alla vittima, sono stati messi online da un uomo che dopo aver ricevuto diversi insulti per la sua affermazione – circa 800 commenti di disprezzo – e aver saputo dell’indagine in corso ha dichiarato, dopo aver chiuso e riaperto il suo profilo Facebook, che si trattava di un falso account e che non ha nulla a che vedere con i fatti.
Altra uscita infelice, dalla quale si discosta la Lega, è di Giorgio Di Folco (o Giorgio Pistoia) ex componente del direttivo locale della Lega che avrebbe fatto delle affermazioni sul ragazzo contestando pesantemente la sua presenza domenica sera nella zona; ma il tono e le dichiarazioni fatte, non sono piaciute nemmeno allo stesso partito politico, che si dissocia, con un comunicato stampa, con le parole del coordinatore regionale della Lega nel Lazio, l’onorevole Francesco Zicchieri.
“Parliamo di un soggetto messo fuori dal partito da tempo, quando abbiamo rimosso il precedente coordinatore Carmelo Palombo. Mi fa schifo la persona, e deve scriverlo questo, e quello che dice. Persone così devono stare lontanissime dalla Lega e dalla società civile. Mi fanno venire i brividi e lo dico come papà”.
Di Folco, successivamente, ha tentato di correre ai ripari, sostenendo che il suo commento era dettato da una fake news nella quale la storia era raccontata diversamente. Scusandosi con la famiglia, dice di aver sbagliato a commentare di getto. Aggiungendo di non essere mai stato razzista se non che nei confronti di delinquenti e spacciatori.
Omicidio di Colleferro – Giuseppe Conte: “cieca violenza”
Gli accusati, dichiarano di non aver mai toccato Willy e respingono tutte le accuse sostenendo anche loro di essere intervenuti per calmare una rissa.
Intanto il Premier Giuseppe Conte, sconcertato per l’accaduto, si è preoccupato solo di contattare la famiglia Duarte, e al punto stampa da Beirut dichiara:
“Ieri sono rimasto veramente e fortemente colpito. Vorrei dire anche scioccato, a tal punto che ho preferito non rilasciare dichiarazioni. Ho preferito parlare prima con i genitori del ragazzo. Ho trovato un papà affranto, come tutta la famiglia. Non spetta a me farmi carico delle investigazioni giudiziarie ma fermiamoci a riflettere: “cosa diremo ai nostri figli? Di non intervenire in una lite?”.
Continuano intanto i messaggi di solidarietà e affetto alla famiglia; una maglietta della Roma con su scritto “Grazie Willy gli eroi non muoiono mai”. Una targa “Ciao Angelo mio” e decine di mazzi di fiori a Colleferro sul luogo in cui è stato picchiato a morte.