Final chapter: la vera storia di Jack lo Squartatore e il più grande mistero Vittoriano, restano avvolti nel passato e nei dubbi. Recentemente qualcuno ha ipotizzato di sapere la vera identità del famoso serial killer. Ma valutare con certezza assoluta, nella distanza e nel tempo chi fosse Jack resta uno dei casi più affascinanti per i criminologi.
“Un giorno, l’umanità si guarderà indietro e dirà che ho dato il via al XX° Secolo”.
“From Hell – Jack the Ripper”.
Dove eravamo rimasti … Kosminski – Final chapter.
Nel 1891 Kosminski è ricoverato nel manicomio di Colney Hatch, dove rimase all’incirca per tre anni, anche se Macnaghten riporta erroneamente che vi morì pochi mesi dopo il ricovero; e dove alcuni sintomi della sua follia furono osservati e riportati. Kosminski soffriva di allucinazioni uditive, si rifiutava di ricevere cibo dagli altri e di lavarsi.
Nei rapporti clinici sopravvissuti fino ad oggi, non sono segnalati episodi di particolare violenza; viceversa il paziente per la maggior parte del tempo è indicato come apatico e passivo. L’ultimo rapporto su Kosminski a Colney Hatch lo descrive come «incoerente ma tranquillo e in buona salute». Kosminski trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita nel manicomio di Leavesden, dove fu ricoverato il 19 aprile 1894.
Final chapter: Michael il galeotto
Michael Ostrog, indicato da Macnaghten come «un folle medico russo, galeotto e indiscutibilmente un maniaco omicida», ha una ricca storia criminale alle spalle. Fu arrestato svariate volte per furto e truffa e possedeva un gran numero di false identità, nella maggior parte delle quali si fa passare per un nobiluomo o per un dottore originario dell’Est Europa.
Nonostante ciò, non si ha notizia di casi di violenza che lo coinvolgano, se si esclude un singolo caso: minacciò con una pistola un agente che lo stava arrestando e fu da questi facilmente disarmato e condotto in carcere. Ostrog fu sospettato principalmente per due motivi: aveva ripetutamente impersonato un medico (gli investigatori cercavano un omicida con un certo grado di preparazione anatomica) ed era stato rilasciato da un manicomio circa sei mesi prima dei delitti di Whitechapel.
Tuttavia, recenti studi da parte di Philip Sugden, autore di uno dei testi più autorevoli sul caso, indicano con certezza che Ostrog nell’autunno del 1888, quando i delitti furono perpetrati, era in prigione in Francia.
George Chapman
George Chapman nacque con il nome di Severin Klosowski nel villaggio di Nagornak, in Polonia, nel 1865; dal 1880 al 1885 fu apprendista di un chirurgo e fu solo nel 1887 (o forse nei primi mesi del 1888) che emigrò a Londra, dove cambiò il proprio nome in George Chapman.
Nel 1902 fu accusato prima dell’omicidio di sua moglie Maud e, dopo l’esumazione dei corpi delle due mogli precedenti, anche del loro omicidio per avvelenamento tramite l’uso di antimonio. Si scoprì anche che i tre matrimoni erano stati dei falsi e nessuna delle tre donne è veramente sposata con Chapman.
Final chapter – Gli omicidi Chapman
Le tre vittime di Chapman furono Mary Spink (25 dicembre 1879), Elizabeth “Bessie” Taylor (14 febbraio 1901) e Maud Marsh (22 ottobre 1902).
Dopo la sua impiccagione, avvenuta il 7 aprile 1903, l’ispettore Abberline, che si occupò anche del caso di Whitechapel, espresse la convinzione che finalmente Jack lo Squartatore fosse stato preso e punito per i suoi crimini.
Nel 1888 George Chapman era residente in George Yard proprio a Whitechapel. Uno degli argomenti principali addotti da chi confuta la teoria di Abberline è che Chapman commise i suoi omicidi in maniera “incruenta”, tramite l’utilizzo del veleno, mentre jack si accanì con ferocie sulle sue vittime. In ogni caso, Chapman era solito picchiare tutte e tre le donne ed anche la sua unica vera moglie, Lucy Klosowski.
Lucy Klosowski
Quest’ultima raccontò un episodio rivelatore del carattere spietato di Chapman: dopo la morte per polmonite del figlio, la coppia emigrò a New York nella prima metà del 1891; Lucy tornò a Londra, sola e terrorizzata, nel febbraio 1892. Il motivo del precipitoso rientro fu, a quanto riportò Lucy stessa, un litigio con Chapman, il quale le premette con forza il viso su un cuscino.
L’ingresso nel loro negozio di un cliente interruppe l’aggressione, ma la moglie, con orrore, scoprì che da sotto al cuscino sporgeva un coltello; lo stesso Chapman, in seguito, le disse che aveva l’intenzione di decapitarla con quello stesso coltello e le indicò perfino il punto del pavimento sotto al quale l’avrebbe sepolta.
Nonostante la vicenda personale di Chapman non sia del tutto limpida, non ci sono prove dirette del suo coinvolgimento nei crimini di Whitechapel.
Le indagini moderne sul caso di Jack lo Squartatore propongono altri possibili sospetti.
La casa reale
Alberto Vittorio di Sassonia-Coburgo-Gotha, duca di Clarence, nipote della regina Vittoria, figlio del futuro Edoardo VII, secondo in linea di successione al trono. Secondo alcuni studiosi il principe aveva contratto la sifilide da una prostituta, il che avrebbe generato in lui un odio per le donne e le prostitute in particolare. Il duca potrebbe aver commissionato gli omicidi giacché non si trovava a Londra nel periodo in cui furono commessi.
Questa tesi è respinta dalla maggioranza degli esperti del caso dello Squartatore. Negli anni ’60 la famiglia reale inglese fornì le prove dell’assenza da Londra di Alberto Vittorio, morto nel 1890, per difendere la sua memoria. Il fratello Giorgio divenne in seguito re.
From Hell – Final chapter
Un’atra tesi legata al principe Alberto Vittorio è quella del complotto reale, divulgata da Alan Moore nel fumetto From Hell, ispirato all’opera di Stephen Knight, autore di Jack the Ripper: The Final Solution pubblicato nel 1976.
Secondo Knight, i delitti sarebbero stati commessi per coprire il matrimonio cattolico di Alberto Vittorio con la prostituta Annie Elizabeth Crook, da cui sarebbe nata una figlia a cui Mary Kelly, la quinta vittima di Jack, avrebbe fatto da levatrice.
La regina avrebbe quindi conferito incarico a uno dei suoi ministri per porvi rimedio, risolvendo il potenziale scandalo attraverso intrighi con la massoneria inglese, di cui un membro avrebbe compiuto i cinque delitti rituali per eliminare tutte le testimoni della relazione tra il rampollo della famiglia regnante e l’ex prostituta.
Implicati in questa teoria, vi sarebbero anche Thomas Gull, medico della famiglia reale, e il pittore Walter Sickert, descritto come misogino e impotente.
James Maybrick
La teoria del coinvolgimento di Sickert è ripresa dalla scrittrice Patricia Cornwell nel libro Ritratto di un assassino: Jack lo Squartatore – caso chiuso. Gli studi della Cornwell, però non trovano credito presso i più autorevoli studiosi del caso dello Squartatore.
James Maybrick, (24 ottobre 1838 – 11 maggio 1889) commerciante di cotone di Liverpool, corrispondeva agli identikit dell’assassino che circolavano all’epoca. Sua moglie Florence è condannata per averlo avvelenato con arsenico. Questo in un processo presieduto da Sir James Stephen, padre di un altro sospettato, James Kenneth Stephen.
Un diario, presumibilmente di Maybrick e contenente la confessione degli omicidi, è pubblicato nel 1990 da Michael Barrett. Questi disse di aver ricevuto il diario nel 1991 come dono di un amico, Tony Devereux, che non rivelò mai come ne venne in possesso. Nel 1995 Barrett confessò di aver scritto egli stesso il diario con l’aiuto di sua moglie Anne. Si trattava, quindi, di un falso.
Il diario è screditato anche dagli storici che hanno evidenziato degli errori relativi ad alcuni dei delitti; e un documento di esperti ha dichiarato che il diario è senza dubbio un falso. Aggiungendo che la calligrafia non corrisponde a quella di Maybrick. L’inchiostro contiene, inoltre, un conservante non commercializzato fino al 1974.
Secondo una delle ipotesi più recenti, Jack lo Squartatore era addirittura una donna! Il ricercatore scozzese dell’Università di Brisbane Ian Findlay avrebbe ricostruito il DNA dell’assassino da una cellula di saliva trovata su una delle tante lettere attribuite a Jack.
Final chapter: Conclusioni
L’esame, tuttavia, non può dare risposte certe. Considerando, appunto, anche che le famose lettere potrebbero essere, dei falsi.
Eppure la sospettata principale – “Jill la Squartatrice” – è la 24enne Mary Pearcey; impiccata nel 1890 per aver ucciso la moglie e il bambino del suo amante. Gli omicidi, infatti, avevano delle grandi attinenze con quelli compiuti da Jack.
Insomma, tra piste false o presunte; e poi ancora sospetti più o meno accreditati, l’unica cosa certa in questa turpe e intricata vicenda, che continua ad affascinarci da più di 130 anni, è che il mistero dell’identità di Jack lo Squartatore non si è ancora risolto. Un’ipotesi scoraggiante, che probabilmente non si risolverà mai.
Jack the Ripper, comunque, resta il caso preferito da storici, criminologi e da semplici appassionati di delitti.
Le tombe di Eddowes, Stride, Kelly e Nichols.
di Danilo Borri