La vera storia di Jack lo Squartatore: il grande mistero Vittoriano.
Per 7 appuntamenti, vi racconteremo la storia di uno dei più temuti e micidiali assassini, della storia. Un autentico killer che a distanza di secoli fa ancora parlare di se.
“La gola era stata tagliata e la testa quasi staccata dal corpo. L’addome era stato squarciato e i seni erano ammucchiati sul tavolo insieme al naso e alla carne di cosce e gambe. Il viso era tagliuzzato dappertutto e reso irriconoscibile dalle tremende ferite. Una mano era stata infilata nello stomaco della donna. Il cuore non fu mai ritrovato”.
Il brano appena riportato non è estratto, come si potrebbe pensare, da un racconto dell’orrore oppure, dal copione di un cruento film horror, ma si tratta di un articolo apparso sulla rivista londinese Illustrated London News all’indomani del ritrovamento del cadavere della giovane Mary Jane Kelly nel suo misero appartamento al n. 13 di Miller’s Court, nel quartiere di Spitalfields.
Era la mattina del 9 novembre 1888 e, l’East End di Londra era stato ancora una volta, teatro delle gesta del serial killer più famoso di tutti i tempi:
Jack the Ripper, ovvero Jack lo Squartatore!
Quello di Jack lo Squartatore è un caso che ha da sempre catturato grande attenzione perché, nella coscienza collettiva, alla figura di Jack è, indissolubilmente, legata la tipica, quanto affascinante immagine di una Londra immersa nella fitta nebbia, rischiarata debolmente dalla fioca luce dei lampioni a gas e dove soprattutto i quartieri periferici assomigliavano di più a un fitto labirinto fatto di viuzze, sottopassaggi e piazzette anguste.
Eppure, a ben pensarci, c’è un filo rosso che lega quel lontano (ma neanche poi così tanto) passato al nostro presente: molti hanno sostenuto che Jack lo Squartatore abbia contribuito a cambiare il volto delle cose in una fase storica – la fine dell’800 – che stava già assistendo a profondi cambiamenti sociali.
Il sensazionalismo che accompagnò quei bestiali crimini non sembra molto diverso dall’attenzione spesso morbosa che i media odierni riservano ad alcuni fatti di cronaca nera; col risultato che le persone coinvolte in queste vicende diventano protagonisti di una sorta di film o di un reality mentre, spesso, quasi ci si dimentica della povera vittima di turno, che si tratti di una giovane moglie e madre o di una quindicenne indifesa.
Un altro elemento che determina l’immortalità del “mito” di Jack sta nel fatto che l’identità dell’assassino non è mai svelata. Persino sul numero “ufficiale” delle sue vittime gli studiosi sono discordi.
La vera storia di Jack lo squartatore: i delitti
La maggior parte di essi riconosce cinque vittime “canoniche”; per altri, all’elenco potrebbero esserne aggiunte addirittura altre sei. Ma andiamo con ordine.
I delitti di Jack lo Squartatore avvennero, come accennato, nell’East End di Londra, la più affollata e povera zona della città. Una realtà urbana di novecentomila abitanti, più della metà dei quali immigranti, dove la maggior parte dei lavoratori erano artigiani che guadagnavano circa una sterlina la settimana e dove un gran numero di bambini non arrivavano ai cinque anni.
La piaga dell’alcolismo si propagava come un’infezione alla quale nessuno poteva, o voleva, porre un freno: una casa su cinque aveva uno spaccio di gin!
Le case popolari ospitavano per lo più prostitute, ladri e disoccupati; oltre che nei sessantadue bordelli che poteva contare l’East End, le prostitute (più di un migliaio) adescavano i clienti per strada e, se non potevano permettersi un letto, approfittavano dei vicoli, delle piazzette o di qualsiasi angolo buio per esercitare il mestiere. In tanto degrado e miseria, il crimine e il vizio, facevano parte della vita quotidiana e gli omicidi di queste donne, che spesso venivano ricattate da bande di malviventi, erano talmente comuni che i giornali non se ne occupavano affatto; almeno fino a quel momento.
Emma Elizabeth Smith
Pur non rientrando fra gli omicidi commessi da Jack lo Squartatore, fu con quello di Emma Elizabeth Smith, morta in ospedale la mattina del 4 aprile 1888, che la polizia aprì il dossier sugli omicidi di Whitechapel. Un dossier che rimase aperto fino al completamento delle indagini per l’assassinio di Frances Coles (di cui si parlerà più avanti) nel febbraio 1891. Il dossier riguardava i delitti di Jack, ma non tutti erano attribuiti a lui, e le opinioni su quali furono e, quali non furono opera sua, erano e restano discordi.
Al momento della sua morte, Emma Elizabeth Smith aveva 45 anni ed era vedova da più di dieci; si manteneva prostituendosi e, come molte sue “colleghe”, aveva il vizio del bere.
Alle sette di sera di lunedì 3 aprile, giorno di Pasquetta, lascia il suo alloggio di George Street, nel quartiere di Spitalfields; per rientrarvi dieci ore dopo in condizioni pietose: aveva un orecchio tagliato e aveva il viso coperto di ferite.
Emma disse alla proprietaria della pensione dove viveva, una certa Mary Russel, di aver subito un’aggressione da quattro sconosciuti che l’avevano anche derubata. Portata in ospedale, i medici constatarono che uno strumento appuntito le era stato conficcato con forza nella vagina, rompendo il perineo.
Emma – La vera storia di Jack lo squartatore
La povera Emma morì poco dopo di peritonite. La polizia riteneva che gli aggressori non avessero intenzione di ucciderla; forse era stato un atto intimidatorio che doveva servire da avvertimento per le altre prostitute. Ad avvalorare questa tesi, il silenzio di Emma circa i suoi assalitori, silenzio che potrebbe essere spiegato dal fatto che non li aveva visti bene in faccia mentre infierivano su di lei, o dalla paura di ritorsioni nei suoi confronti o delle sue amiche.
Ad avvicinare il caso di Emma Smith ai crimini dello Squartatore, il fatto che la vittima in questione era una prostituta di mezza età colpita nelle parti intime, cosa che avverrà anche in seguito per le cinque vittime accertate. Nonostante ciò, la morte di Emma Smith fu sicuramente l’amaro frutto, l’ennesimo, della normale violenza dell’East End.
Martha Tabram
Un altro delitto che, secondo diversi studiosi può essere attribuito a Jack lo Squartatore, è quello della prostituta Martha Tabram, uccisa la notte del 6 agosto 1888 e ritrovata in una pozza di sangue alle 4.45 del mattino sulle scale di una palazzina popolare in George Yard (attualmente Gunthorpe Street) nel quartiere di Whitechapel.
A scoprire il corpo fu John Saunders, un abitante della palazzina, uscito di casa di buon’ora per andare al lavoro. Il dott. Timothy Killeen, arrivato intorno alle 5.30, esaminò il corpo e stabilì che la morte di Martha risaliva intorno alle 3.30. Fu colpita ben 39 volte, l’assassino aveva usato due armi diverse: un temperino col quale infierì su seno, stomaco, addome e vagina, e un coltello più lungo, forse la lama di una baionetta, penetrato nello sterno.
Dall’inchiesta emerse che la vittima non aveva avuto rapporti sessuali prima dell’omicidio. Inoltre, sul luogo del ritrovamento, non c’erano segni di lotta e nessuno degli inquilini della palazzina, interrogati dall’ispettore Edmund Reid, aveva udito rumori sospetti quella notte. Evidentemente l’assassino aveva strangolato Martha prima che potesse urlare e poi l’aveva accoltellata.
Nonostante i delitti nell’East End fossero, appunto, all’ordine del giorno, la gente rimase turbata dalla ferocia dell’assassinio e i quotidiani di Londra cominciarono a lamentare la mancanza di un adeguato servizio di sorveglianza. Se una donna, infatti, poteva essere uccisa in una maniera tanto atroce in una zona così popolosa e, per giunta, senza che l’assassino lasciasse una traccia o un indizio, la situazione lasciava presagire una mancanza totale di sicurezza.
A cura di Danilo Borri.
FINE PRIMA PARTE. La seconda parte de La vera storia di Jack lo squartatore, ti aspetta sabato 11 luglio 2020, non perderla!
di Danilo Borri
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